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Trauma cranico -Segni da ricercare in casodi trauma cranico

Trauma cranico Cause e fattori di rischio Classificazione dei traumi Scala di Glasgow (GCS) La valutazione clinica del soggetto con trauma cranico Segni da ricercare in casodi trauma cranico Danni encefalici conseguenti a trauma cranico Danni tardivi di trauma cranico Trattamento
  • Lesioni cutanee sono sempre presenti nel punto d’impatto, dalla semplice ecchimosi all’abrasione ed escoriazione del cuoio capelluto, alla contusione, alle ferite da taglio (lineare, a stella, a lembo, con perdita di sostanza). Nel bambino possono essere responsabili di importanti emorragie.
  • Le fratture, specialmente quelle della base del cranio, possono danneggiare il nervo ottico o altri nervi cranici; a volte permettono l’ingresso di aria (pneumocele) e batteri o la fuoriuscita di liquor dai seni paranasali o dall’orecchio (rinorrea, otorrea). Una frattura dello sfenoide può determinare la lacerazione della carotide, producendo una fistola carotido-cavernosa, o determinare la lacerazione del peduncolo ipofisario con sviluppo di una sindrome ipotalamo-ipofisaria, in particolare diabete insipido. Si distinguono fratture lineari, radiali, comminute, a mappamondo, affondate. L’affondamento osseo può essere complicato da una lesione della corteccia cerebrale.
  • In caso di trauma cranico è necessario valutare: forma, dimensione, uguaglianza, posizione e risposte riflesse delle pupille. La dimensione delle pupille varia in modo inversamente proporzionale all’intensità della luminosità ambientale; normalmente, con una luce di media intensità esse hanno un diametro di 3-4 mm. Più piccole e poco reattive nei primi 2-3 anni di vita, dall’adolescenza in poi il loro diametro medio decresce gradualmente: 4 mm a 12 anni, 3,5 mm a 40 anni, 3 mm oltre i 65 anni. Quando le pupille sono piccole, con diametro inferiore ai 2 mm, si parla di miosi; sono causa di miosi la senilità, il sonno, le patologie oculari, l’uso di farmaci colinomimetici, antiadrenergici, morfinici, levodopa, talora alcolismo, arteriosclerosi, diabete, lue, e ovviamente il coma di livello diencefalico (pupille reagenti) e di livello pontino (pupille non reagenti). La dilatazione delle pupille oltre i 5 mm si chiama midriasi. Tra le cause di midriasi vi sono: ansia, dolore, ipertiroidismo, farmaci (anticolinergici, adrenergici), cause oculistiche e il coma di livello bulbare (pupille non reagenti). Si definisce con il termine di isocoria l’uguaglianza dei diametri pupillari e anisocoria l’ineguaglianza. Il 15-20% della popolazione generale presenta una anisocoria su base congenita; questa per lo meno quando è marcata, va segnalata al medico per una sua valutazione approfondita.

Cause di anisocoria sono: patologie oculari (da verificare con l’anamnesi), compressione del nervo oculomotore, anche da erniazione dell’ippocampo. Le pupille sono normalmente al centro dell’iride. Le cause più comuni di pupille eccentriche sono di pertinenza oculistica, raramente neurologiche. La pupilla normale si contrae prontamente quando una luce viene diretta sulla retina e si dilata quando tale luce viene allontanata. Esiste un riflesso fotomotore diretto, contrazione della pupilla illuminata, e consensuale, contrazione contemporanea della pupilla controlaterale. Esso deve essere esplorato sempre in ambiente poco illuminato. Le cause di assenza di riflesso fotomotore diretto e consensuale di un lato (cioè mancata contrazione di una pupilla sia per stimolazione di quel lato sia per stimolazione del lato opposto, con normali risposte della pupilla controlaterale) sono da ricercare in lesioni del nervo oculomotore di quel lato.

  • Nistagmo.
  • Difficoltà di deglutizione (cosiddetta disfagia).
  • Turbe della respirazione, bradicardia, shock, ipertermia.
  • Disturbi della vigilanza (agitazione psicomotoria, ipersonnia, stupor, coma), perdita di coscienza immediata o dopo un certo tempo dal trauma cranico (cosiddetto intervallo libero, situazione più grave), transitoria o persistente (in quest’ultimo caso si parla di coma).
  • Cefalea, vertigini, vomito.
  • Varie tipologie di paralisi degli arti (monoparesi, emiparesi, monoplegia, emiplegia).
  • Disturbi della visione: emianopsie, scotomi, amaurosi (queste ultime da neurite ottica post-traumatica), deviazioni oculari (oftalmoparesi).
  • Afasie, agnosie, deficit neuropsicologici in generale (atipie comportamentali, confusione mentale, disorientamento spaziale e/o temporale).
  • Emorragie dalle orecchie (otorragie) o perdite di liquido cefalo-rachidiano limpido dalle orecchie (otoliquorrea) o dal naso (rinoliquorrea), segni quasi sempre di fratture della base cranica.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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