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Compressione

  1. Sindrome dovuta alla pressione eccessiva esercitata su organi o tessuti da un elemento anatomico, una struttura patologica o uno strumento medico. Le cause di compressione possono essere molteplici: spostamento di un frammento osseo in seguito a una frattura; restringimento di un canale anatomico, per ragioni spesso sconosciute; versamento d’aria o liquido in una cavità (pleura, pericardio); accumulo di sangue o pus (ematoma, ascesso); tumore benigno o maligno; applicazione di un gesso troppo stretto. I segni osservabili possono essere estremamente variabili, in quanto dipendono dalla causa (tumore, ascesso e così via), dall’organo leso e dall’entità della compressione. Tra gli esempi più frequenti vi è la cosiddetta sindrome del tunnel carpale: un restringimento della zona situata nella faccia anteriore del polso comprime il nervo mediano preposto alla flessione della mano e delle dita, determinando una sensazione di intorpidimento o formicolio nelle dita. Un tumore addominale può comprimere la vena cava inferiore, comportando un accumulo di sangue nella parte inferiore del corpo. Infine, un gesso troppo stretto può causare una grave compressione dei vasi e dei nervi di un arto (detta sindrome compartimentale) con conseguenze quali paralisi e deformazioni. Un formicolio, un edema o una cianosi ne impongono l’immediata asportazione.
  2. Tecnica terapeutica consistente nell’esercitare una pressione, di solito con l’intento di arrestare un’emorragia. In caso di emorragia, la compressione nella maggior parte dei casi viene praticata in attesa del trattamento chirurgico. L’applicazione del laccio emostatico avviene in casi eccezionali, su decisione del medico e in circostanze ben precise (incidente grave, con molte vittime).

Infatti occorre considerare da una parte il rischio della sindrome da decompressione, talvolta mortale, quando si toglie il laccio, dall’altra il rischio di conseguenze quali paralisi nei casi in cui la compressione viene esercitata per un periodo troppo prolungato.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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