È vero che in Italia i polli sono gonfiati con acqua?

Da qualche settimana circola sul web un video che mostra il tumbling, ovvero il processo con cui vengono gonfiati con acqua i polli da surgelare, per migliorarne l’aspetto. In Italia questa pratica è tassativamente vietata. Leggi qui



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di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers


Risale a qualche anno fa un video molto controverso e che aveva fatto conoscere anche al pubblico italiano la pratica del tumbling: il processo per cui i polli surgelati vengono gonfiati con acqua per aumentarne il peso e migliorarne l’aspetto prima della messa in vendita. Il video, da qualche settimana, ha ripreso a essere diffuso. Il messaggio che veicola è di puro allarmismo: il pollo che consumiamo in Italia viene gonfiato con acqua e gli acquirenti sono vittime di una truffa colossale.

Il video in questione risale a circa quattro anni fa e mostra un operatore che inietta in alcuni polli una grande quantità d’acqua, fino a renderli gonfi e “appetibili”. Di sicuro il video non è stato girato in Europa.

La gran parte di questi messaggi allarmistici ha avuto origine da uno scandalo del 2013 – scoperto dal quotidiano britannico The Guardian – che riguardava varie partite di polli “gonfiati” con acqua prima di essere congelati e venduti. Da allora le normative in tutta Europa sul processo di confezionamento ed etichettatura dei polli congelati sono diventate molto più severe.

In Italia, la legge che stabilisce la percentuale d’acqua che può essere presente in un pollo congelato è estremamente precisa e descrive per filo e per segno i metodi di controllo e i parametri da adottare a seconda del metodo con cui è stato congelato il pollo. Secondo il Regolamento 543/2008, infatti, se “la quantità media d’acqua proveniente dal decongelamento è superiore alle percentuali di seguito indicate, si ritiene che la quantità d’acqua assorbita durante il trattamento superi il limite consentito”. Le percentuali oscillano – a seconda dei diversi tipi di raffreddamento del prodotto – tra l’1,5% e il 5,1%. In caso di sforamento, per il produttore scattano le sanzioni previste dal Decreto Legislativo n° 202 del 27 ottobre 2011, intitolato Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1234/2007 e n. 543/2008 sulla commercializzazione delle carni di pollame.

Il pollo che acquistiamo in Italia non viene gonfiato all’estremo per renderlo succulento e polposo agli occhi dei consumatori e un video come quello (di nuovo) in circolo in queste settimane non deve preoccupare.


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Articolo pubblicato nel n. 17 di Starbene in edicola dal 9 aprile 2019



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