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Dermatologia ed estetica

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Filler

  • La biorivitalizzazione cutanea
    • Tipologie di filler
    • Complicanze dei filler
    • Biorivitalizzazione cutanea
    • Programma di trattamento per la biorivitalizzazione

La biorivitalizzazione cutanea

Da sempre l’idea di bellezza è associata all’immagine di una pelle liscia, luminosa e di aspetto giovanile: la pelle è l’organo che racconta i disagi interiori e psicologici e sulla quale si riverberano i segni del tempo, segni che prendono il nome di rughe. Nello specifico, si possono distinguere rughe lineari o dinamiche (perché correlate al movimento dei muscoli mimici), frequenti nel sesso femminile e localizzate principalmente a livello perioculare (zampe di gallina), intraoculare, perilabiale (verticali sul labbro superiore o attorno alla bocca) e trasversali della fronte; rughe glifiche, consistenti in un’accentuazione della normale tessitura cutanea evidente soprattutto sulle guance; grinze, dovute a posizioni prolungate assunte dal viso (tipiche le posizione del sonno); pliche naso-geniene, incisioni più o meno profonde che partono dalle ali del naso e arrivano al bordo esterno della bocca.

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Tipologie di filler

Per trattare i diversi tipi di rughe cutanee e solchi del viso, ma anche per aumentare il volume dei tessuti molli (cicatrici depresse, zigomi, labbra ecc.) o delimitare meglio i contorni del volto, vengono comunemente impiegati i filler (letteralmente “riempitivi”), costituiti da materiali di origine diversa e iniettati con aghi sottilissimi nel derma superficiale o profondo nell’area da trattare; la maggior parte di loro consente di ottenere un effetto temporaneo, variabile in efficacia e persistenza in funzione del materiale impiegato.

Il precursore degli odierni filler è stato, alla fine degli anni sessanta del Novecento, il silicone iniettabile sotto forma di olio, il cui utilizzo è attualmente vietato in quanto può comportare reazioni infiammatorie di tipo cronico e fibrosi notevoli. I filler odierni possono essere divisi in base alla loro origine in eterologhi, omologhi, autologhi e di sintesi, mentre in base alla persistenza dell’effetto si distingono filler riassorbibili, costituiti da sostanze biocompatibili soggette a graduale riassorbimento e che quindi devono essere reiniettate a distanza di tempo perché venga mantenuto l’effetto, filler semi-riassorbibili, per cui l’impianto nei tessuti ha una durata più prolungata, infine filler permanenti, che hanno la peculiarità di non venire riassorbiti dall’organismo.

Filler riassorbibili I più usati sono sicuramente il collagene e l’acido ialuronico.

Il collagene iniettabile, di origine bovina, è stato sperimentato a partire dal 1976 e ha avuto nel tempo una diffusione notevole, con modifiche successive riguardo la sua formulazione. Si tratta di un ottimo materiale riassorbibile, molto fluido; offre buoni risultati estetici, ma ha un effetto meno duraturo rispetto ad altri materiali biocompatibili e, a causa delle possibili reazioni allergiche che si possono verificare, necessita di due test cutanei preliminari a distanza di un mese l’uno dall’altro prima di procedere all’impianto definitivo.

L’acido ialuronico è un glicosamminoglicano presente nella matrice extracellulare del derma e in numerosi altri tessuti (corpo vitreo dell’occhio, articolazioni, muscoli, liquido sinoviale ecc.) già nella fase fetale, ma che nel corso dello sviluppo si riduce progressivamente; nel derma svolge funzioni di sostegno in quanto, legandosi ad altre sostanze, forma complessi macromolecolari che conferiscono compattezza alla cute e idratazione (ha infatti la capacità di legare l’acqua).

L’acido ialuronico utilizzato per i filler può essere di derivazione aviaria o batterica ed è immunologicamente inerte, atossico, biodegradabile e bioriassorbibile; poiché è una sostanza che va incontro a rapida degradazione, viene sottoposto a un processo di cross linking che permette di migliorarne le proprietà viscoelastiche e la persistenza.

Vista la somiglianza di struttura tra l’acido ialuronico delle varie specie animali, la possibilità di reazioni allergiche alla sostanza è assolutamente remota, tanto che non è previsto alcun test di sensibilità prima di procedere al trattamento.

L’acido ialuronico è contenuto in siringhe preconfezionate, già pronte all’uso, e viene iniettato nel derma superficiale e medio; il meccanismo d’azione consiste in un riempimento volumetrico immediato (dovuto alle proprietà viscoelastiche del prodotto) e nella sintesi ex novo di collagene per stimolazione di fibroblasti. Pur essendo un materiale riassorbibile, la sua durata è abbastanza prolungata (6-12 mesi). Il risultato è particolarmente “naturale” e la scomparsa della sostanza è molto graduale.

Filler semipermanenti I prodotti di questo tipo attualmente in commercio sono costituiti da sospensioni di microsfere di polimetilmetacrilato in collagene fluido o da particelle di idrogel acrilico disperse in acido ialuronico. Mentre il collagene e l’acido ialuronico vengono completamente degradati, la parte non riassorbibile permane all’interno dei tessuti comportandosi come un vero e proprio impianto.

Filler permanenti Sono in maggior parte costituiti da materiale acrilico (idrogel di poliacrilamide). In tali casi il materiale iniettato permane per tutta la vita nel tessuto del paziente, comportandosi come un vero e proprio impianto.

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Complicanze dei filler

Nel caso dei filler riassorbibili, le complicanze sono molto rare e per lo più temporanee: consistono in reazioni di ipersensibilità quali edema, eritema e talora noduli granulomatosi persistenti per alcuni mesi, formazione di ascessi o cisti dolorose nel sito di iniezione, raramente necrosi della cute glabellare per compressione vascolare da parte dell’impianto.

Nel caso dei filler semipermanenti e permanenti, invece, sono state frequentemente riscontrate reazioni granulomatose da corpo estraneo anche importanti e diffuse, per lo più persistenti. Inoltre i materiali permanenti, soprattutto se infiltrati in grosse quantità, possono nel tempo “migrare” e penetrare nei tessuti circostanti.

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Biorivitalizzazione cutanea

La biorivitalizzazione è una metodica innovativa che contrasta e previene l’invecchiamento cutaneo non mediante l’eliminazione temporanea di un singolo inestetismo (ruga), bensì intervenendo su una superficie diffusa del derma di viso, collo, décolleté, mani, smagliature e cicatrici. I trattamenti possono agire in modo specifico o integrato per ottenere la rivitalizzazione e stimolazione di derma ed epidermide, cui conseguono una migliore compattezza, elasticità, luminosità e turgore della pelle e una diminuzione e prevenzione delle rughe.

La biorivitalizzazione può essere effettuata mediante microiniezioni di acido ialuronico libero non reticolato o di sostanze cosiddette detox.

Nel primo caso l’acido ialuronico favorisce la proliferazione e migrazione dei fibroblasti, idratando a fondo la pelle. Tale sostanza è infatti responsabile della compattezza dei tessuti e capace di legare intorno a sé enormi quantità di acqua, e il suo impiego permette di mantenere l’adeguata e naturale idratazione della pelle e conseguentemente il turgore ben visibile in età giovanile. Grazie al suo peso molecolare, che lo rende biointerattivo, e al suo tempo di permanenza nei tessuti, l’iniezione di acido ialuronico consente in sostanza di ricreare un ambiente fisiologico ideale, cioè di ristabilire e mantenere nel tempo le condizioni che si hanno quando si è giovani. L’azione è prolungata nel tempo (long acting) in quanto, grazie a una concentrazione pari a 40-70 volte quella dell’acido ialuronico endogeno, la sostanza permane a lungo nei tessuti; infatti, dopo una sua distribuzione omogenea e graduale, segue una lenta diluizione che lo riporta alle concentrazioni fisiologiche e al conseguente processo naturale di catabolizzazione.

Per quanto riguarda invece i trattamenti di rivitalizzazione detox, si utilizza un complesso polivitaminico basato su 5 gruppi di ingredienti attivi: l’apporto esogeno di specifici ingredienti detox come vitamine (A, C, E, D, B, K), aminoacidi (lisina, prolina, glutamina ecc.), sali minerali (potassio, sodio, calcio, magnesio, selenio, rame), coenzimi (Q10, glutatione, NADH) e acidi nucleici (RNA e DNA) contrasta efficacemente il danno ossidativo.

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Programma di trattamento per la biorivitalizzazione

È possibile definire un programma di trattamento personalizzato a seconda delle condizioni iniziali della pelle del paziente e della riposta ai primi impianti.

In linea di massima vengono programmati quattro trattamenti iniziali a breve distanza l’uno dall’altro (una settimana), cui seguono alcune sedute di mantenimento a distanza di circa due o tre mesi. Seguendo questi programmi di trattamento il paziente potrà apprezzare, oltre a una distensione naturale della cute, anche un maggior grado di compattezza, turgore ed elasticità della pelle, caratteristiche peculiari di un tessuto giovane.

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La biorivitalizzazione cutanea

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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