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Magnesio

Oligoelemento indispensabile all’organismo, che interviene in numerose e importanti reazioni fisiologiche (metabolismo dei glucidi, dei lipidi e delle proteine, eccitabilità neuromuscolare, attività enzimatiche, permeabilità cellulare, coagulazione del sangue e così via). Il corpo di un adulto contiene circa 25 g di magnesio (Mg): più della metà è localizzato nelle ossa, mentre un quarto si trova nei muscoli e il resto è distribuito principalmente nel cuore, nel fegato, nei reni, nel tubo digerente e nel plasma. È raccomandata l’assunzione di 6 mg di magnesio per chilogrammo di peso corporeo al giorno, cioè da 360 a 420 mg nell’adulto; il fabbisogno nella donna in gravidanza è di circa 400 mg. Gli alimenti più ricchi di questo oligoelemento sono i cereali integrali, la frutta secca (mandorle, noci), i legumi, il cioccolato, alcuni frutti di mare (littorine) e certe acque minerali. Si possono osservare carenze nel caso di un’alimentazione troppo povera di magnesio (dieta ipocalorica, denutrizione), di aumento del fabbisogno (gravidanza, allattamento), di eliminazione renale, di malassorbimento (disturbi dell’assorbimento intestinale del cibo) e nell’alcolismo cronico. Ne derivano principalmente disturbi neuromuscolari (tetania e spasmofilia). Un eccesso di magnesio può dipendere da un’insufficienza renale severa.


Impiego terapeutico

Il magnesio può essere somministrato per via orale (sotto forma di compresse, capsule, bustine, fiale) e iniettato per via intramuscolare o endovenosa, per prevenire e trattare eventuali carenze. La sua azione può interferire con quella delle tetracicline e del calcio: pertanto, nel corso di un trattamento che associ i due farmaci, l’assunzione di magnesio deve avvenire ad almeno 3 ore di distanza.


Effetti indesiderati

Generalmente molto ben tollerato, il magnesio può provocare diarrea quando è assunto in dosi elevate per via orale, e dolore nel punto dell’iniezione se somministrato per via intramuscolare. È controindicato in caso di insufficienza renale severa.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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