Il vaccino anti Covid-19 può alterare le mestruazioni?

Numerose donne hanno segnalato un ciclo mestruale irregolare dopo il vaccino anti Covid-19. La ginecologa aiuta a fare chiarezza e suggerisce come comportarsi



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Circola sui social e pure sulla pagina Facebook intitolata “Danni collaterali” la notizia che alcune donne in età fertile, in seguito al vaccino anti-Covid-19, lamentano irregolarità del ciclo mestruale. Vengono, infatti, riferiti casi di flussi mestruali particolarmente lunghi e abbondanti, o di spot di sangue continui, che potrebbero favorire l’instaurarsi dell’anemia sideropenica. Ma davvero il vaccino in questione può mandare in tilt i delicati meccanismi biologici e ormonali che regolano il ciclo mestruale?


Tra effetto placebo ed effetto nocebo

«Tutti sanno che cosa sia l’effetto placebo. L’aspettativa e la convinzione che un dato farmaco, integratore o pratica medica (manipolazioni osteopatiche, terapie fisiche, agopuntura ecc) facciano bene, portano nel 30 per cento dei casi a registrare un effettivo miglioramento dei sintomi iniziali. Perché la mente può fare molto in termini di salute: “accende” quei circuiti neuronali che rilasciano i neurotrasmettitore del benessere, quali la dopamina, la serotonina e le endorfine, i nostri antidolorifici naturali», spiega la professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di Ginecologia dell’Ospedale San Raffaele-Resnati di Milano.

«Proviamo ora a rovesciare la prospettiva, con l’assoluta convinzione che il vaccino faccia male. Per il noto effetto nocebo, nel 30 per cento dei casi sicuramente manifesteremo qualche reazione avversa, che si tratti di febbre, di rush cutaneo, di mal di testa, di spossatezza o di alterazioni del ciclo. In questo caso, infatti, i circuiti neuronali del benessere (dopamina, serotonina ed endorfine) vengono inibiti, mentre si attivano le aree cerebrali connesse al vissuto negativo che una persona nutre verso il vaccino».


Contro le reazioni avverse post vaccino: vitamina D e controllo del peso

È appena stato pubblicato un importante studio che dimostra come la vitamina D (nota anche come vitamina del sole) riesce non solo a mitigare la gravità della malattia, in caso di infezione da Covid 19, ma è persino in grado di ridurre le reazioni avverse da vaccino. Esercita, infatti, un effetto protettivo a largo spettro, riuscendo a modulare la risposta del sistema immunitario anche nella post-vaccinazione.

«Alle mie pazienti consiglio di controllare i livelli di vitamina D con un semplice esame del sangue», prosegue la professoressa Graziottin. «Quasi sempre riscontro un deficit che va colmato. Prescrivo, quindi, quelle 3000-4000 U.I. (unità internazionali) di vitamina D al giorno necessarie per mantenerne sempre un buon livello, non inferiore ai 50-60 ng/ml (nanogrammi per millilitro). Altrimenti si rischiano di avere reazioni immunologiche “esagerate”.

Altro consiglio è mantenere sempre il peso forma, perché sono proprio l’obesità e il sovrappeso a favorire gli squilibri endocrino-metabolici che portano alle irregolarità mestruali. Il grasso in eccesso, lo ricordiamo, produce infiammazione e altera tutta la produzione di ormoni». Basta poco per perdere peso e ritrovare il benessere ormonale: 45 minuti di camminata a passo svelto ogni mattina sono più utili di molte pillole».


Stress da vaccinazione: cosa può succedere

Lo stress di doversi sottoporre alla vaccinazione, magari non convinte fino in fondo, non solo spiana la strada all’effetto-nocebo, ma può addirittura mandare in tilt la “cabina di regia” degli ormoni. Ovvero quell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie che governa i due ormoni protagonisti del ciclo.

«Sotto stress si possono avere due cose: un’insufficienza della fase luteale (cioè la seconda fase del ciclo, che parte dall’ovulazione) e un conseguente deficit di progesterone, l’ormone antagonista degli estrogeni. Fatto che porta ad avere cicli più corti (di 22 o 20 giorni) invece dei classici 28 giorni e flussi più abbondanti, perché non mitigati dalla presenza del progesterone.

In altri casi, lo stress fisico e mentale prodotto dal vaccino può arrivare a bloccare l’ovulazione. E in questo caso, si ha un iperestrogenismo non controbilanciato dal progesterone, che agisce da stimolo proliferativo sull’endometrio, il rivestimento interno dell’utero. Così, quando questo si sfalda, dà luogo a una mestruazione molto abbondante e più lunga del solito».

Va infine detto che, nelle donne over 45, il vaccino (o meglio, lo stress da vaccino) può agire da fattore precipitante, nel senso che accentua una situazione di squilibri ormonali già latente, avvicinandosi la menopausa. Il progressivo esaurimento della riserva ovarica, infatti, porta a cicli abbondanti, irregolari e con intervalli più brevi tra una mestruazione e l’altra. Ma non è colpa del vaccino in sè se alcune donne in premenopausa si ritrovano a lottare con i disordini del ciclo. Era già una situazione pregressa che, il periodo di stress legato alla pandemia, al lavoro e alla vaccinazione, ha accentuato. Di riflesso, si ha un’alterazione della competenza immunitaria e una iperreattività del nostro sistema di difesa che interessa un po’ tutti i distretti del corpo, compreso l’apparato ginecologico.

Che fare, quindi, se il ciclo non è più puntuale e ci lascia senza energie? «Aspettare uno-due mesi per vedere se si regolarizza», risponde la professoressa Alessandra Graziottin. «Io credo fortemente nella forza guaritrice della natura, alla capacità dell’organismo di riequilibrarsi da sé, una volta passata l’agitazione da vaccino. Se però il problema delle emorragie dovesse persistere, è bene rivolgersi a un ginecologo per eseguire tutti gli accertamenti del caso. Le cause di un ciclo irregolare sono davvero infinite».


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