Stress, un nemico per la linea

Quando si è costantemente sotto pressione, il corpo produce ormoni che favoriscono l’appetito e il diabete. Ecco cosa fare



Gli anglosassoni, che trovano un nome a tutto, lo chiamano Cums, acronimo di Chronic Unpredictable Mild Stress. Ovvero lo stress superleggero ma costante, quel veleno sottile che inquina cronicamente le tue giornate e che, a poco poco, ti fa accumulare chili di troppo. E anche quando ti metti a dieta, l’ago della bilancia ti premia a fatica: un chilo perso contro uno sforzo immane. Perché?


«Se sei stressata sei anche infiammata. E l’infiammazione cronica rema a favore dei chili di troppo», spiega Salvatore Bardaro, docente di medicina integrata ed esperto in Pnei (psiconeuroendocrinoimmunologia). «Sotto stress, infatti, si alza il cortisolo, l’ormone che viene secreto in situazioni di emergenza e che, a piccole dosi, ha un’azione antinfiammatoria.


Ma se lo stress diventa il pane quotidiano, il cortisolo si impenna e l’organismo diventa “resistente” alla sua azione. Come una sirena d’allarme che continua a suonare e resta inascoltata. E più si alza, più diventa inefficace svolgendo l’azione opposta a quella concepita dalla natura: diviene, infatti, il detonatore dell’infiammazione».


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Danni della cortisolo-resistenza


Questa situazione di squilibrio provoca ritenzione idrica, ma anche guai più seri. «Dal grasso viscerale e dalle cellule infiammatorie (soprattutto i macrofagi) attivate dagli ormoni dello stress, viene prodotta la resistina, un ormone scoperto nel 2000 da Mitchell Lazar, ricercatore della Medical school dell’Università della Pennsylvania e il cui ruolo è stato approfondito nel 2009 da Karl Johansen, dell’Università della California (San Francisco).


Ebbene: è proprio la resistina che provoca la famigerata resistenza periferica all’insulina, impedendo a questo ormone che regola il metabolismo degli zuccheri di fare il suo dovere. Anziché trasformare il glucosio in carburante per i muscoli e per il fegato, sotto forma di energia pronta per l’uso, lo trasforma in grasso.


Vedendo che lavora male, l’organismo cerca allora di correre ai ripari aumentando l’insulina. Che però diventa ancora più inefficace (è il fenomeno dell’insulino-resistenza), favorendo la comparsa del diabete, per la glicemia alta che non riesce ad abbassare, e soprattutto scatenando l’appetito».


Tutta la macchina - corpo comincia a carburare male, come un motore che gira a vuoto e si ingolfa. E tu accumuli chili su chili cominciando a mangiare in modo disordinato e compulsivo. E poiché la resistina viene secreta dagli adipociti (oltre che dai mediatori dell’infiammazione) più sei grassa più ingrassi, in un circolo vizioso senza fine. Senza contare che questo tourbillon di stress, infiammazione e ormoni “ribelli” frena la tiroide, il motore del metabolismo che finisce col rallentare sempre più. 

La “cura” con gli integratori


Se proprio non riesci ad allentare il surmenage quotidiano cerca almeno di tenere sotto controllo lo stress e l’infiammazione che ne deriva con una buona “dose” di attività fisica (vedi qui di seguito) e con qualche integratore. «Puoi aiutarti con 600-800 mg al giorno di alga Klamath: non solo risveglia il metabolismo grazie al suo contenuto di iodio, ma contribuisce al buon funzionamento del sistema nervoso per l’elevato apporto di vitamine B6 e B12, che riducono l’affaticamento fisico e psicologico», prosegue il dottor Bardaro.


«Va sempre associata a 1,5 grammi di Omega 3, che volgono un’importantissima funzione antinfiammatoria e antiradicalica (sotto tensione aumenta lo stress ossidativo). Contro la fame nervosa, scatenata proprio dall’insulina che resta stabilmente alta, dovresti cercare di ridurre gli zuccheri: lì per lì placano la voglia di dolce ma creano dipendenza e aggravano la situazione, come un gatto che si morde la coda.


Puoi tenere a bada gli attacchi compulsivi, in cui svaligeresti il frigo o la “macchinetta degli snack”, con l’estratto secco titolato di Griffonia Simplicifolia: una capsula da 150 mg alla mattina e nel tardo pomeriggio». Pianta legnosa diffusa nelle zone tropicali dell’Africa, la Griffonia, alzando la serotonina, infonde benessere e combatte l’ansia, il nervosismo e la fame incontrollabile.

L’importanza del sonno


Fondamentale è anche dormire bene, almeno sette ore per notte perché chi riposa poco e male ingrassa. A tal riguardo esistono decine di studi che dimostrano come un debito cronico di sonno, frequente nelle persone stressate, sia associato all’obesità al sovrappeso. Perché? Qual è il curioso legame tra il letto e la bilancia?


«Di notte lavorano due ormoni importantissimi per la linea, oltre che iper la salute: la melatonina e il Gh (Growth Hormon) che ha un picco verso l’una di notte», risponde Salvatore Bardaro. «Se ti addormenti tardi, la melatonina scarseggia e non riesce a svolgere la sua preziosa funzione antiage; mentre l’ormone della crescita non raggiunge concentrazioni tali da riuscire ad aumentare la massa magra a discapito di quella grassa, una delle sue principali funzioni».


Che fare, quindi, se ogni notte litighi col cuscino? Puoi prendere, due ore prima di andare a dormire, 20 gocce di tintura madre di Escolzia californica, che ha un’azione sedativa e ipnoinducente.

Lo sport “attiva” l’insulina


La scoperta - «Si chiamano Glut1 e Glut4 i recettori dell’insulina disseminati nei muscoli e scoperti di recente», spiega Bardaro. «Si attivano sotto sforzo muscolare. Le fibre, quando si contraggono, accendono” questi recettori che, captando l’insulina, le consentono di agire al meglio».


Il consiglio - Non pensare di dimagrire solo con la dieta. Per perdere peso alterna due sessioni di esercizio aerobico (cyclette, jogging) a due di esercizio anaerobico alla settimana (come pesi o spinning). 

Articolo pubblicato sul n. 13 di Starbene in edicola dal 15/03/2016

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