Aromaterapia

Aromaterapia
Le ricerche sull’azione dell’agopuntura
Lo studio dell’effetto antidolorifico dell’agopuntura ha condotto all’individuazione di due distinte modalità analgesiche: da una parte, l’analgesia metamerico-segmentaria, immediata e di breve durata, e dall’altra, l’analgesia estesa, che interviene dopo un periodo di latenza e ha durata più lunga.
Il primo tipo di analgesia è stato studiato e spiegato da Melzack e Wall nel 1965 con l’enunciazione della Gate Control Theory. Essa sarebbe determinata dalla stimolazione di una popolazione recettoriale collegata alle fibre A? mieliniche le quali, attivate dalla stimolazione agopunturale, determinerebbero a livello midollare l’attivazione di interneuroni ad attività inibitoria, collocati nella sostanza gelatinosa di Rolando, che determinerebbero il blocco della trasmissione dello stimolo doloroso.
La seconda modalità analgesica dell’agopuntura dipenderebbe, invece, da un’azione più complessa svolta a livello cerebrale. Grazie a una serie di studi svolti anche con la PET (tomografia a emissione di positroni), oggi sappiamo che la stimolazione del punto di agopuntura determina l’attivazione di elementi della sostanza grigia periacqueduttale del mesencefalo, che è parte integrante di un complesso sistema di inibizione della sensazione dolorosa. La puntura, inoltre, attiverebbe il sistema limbico, importante per il controllo della tolleranza allo stimolo doloroso, e il sistema reticolare stesso, mezzo di integrazione per le informazioni dolorose provenienti dalla periferia. L’agopuntura determinerebbe inoltre la produzione di una serie di neuromediatori (tra cui endorfine, encefaline e dinorfine) causa di un’analgesia più prolungata e diffusa che si manifesta dopo una fase di latenza dall’inizio della stimolazione.
Numerosi studi hanno inoltre documentato un’azione importante di questa tecnica sull’attività del sistema immunitario, con un effetto che può essere definito di immunomodulazione. Così, nel tempo, si è dimostrato un incremento della secrezione di istamina, bradichinina, serotonina, prostaglandina e AMP-ciclico, con un’azione generale che determina, attraverso una stimolazione del sistema immune, un incremento sia delle diverse popolazioni linfocitarie sia delle diverse frazioni anticorpali.
Anche gli effetti dell’agopuntura sul sistema ormonale ipofiso-surrenalico sono stati studiati, e si è dimostrato un incremento della secrezione dei sette OH-corticosteroidi, così come un’ipersecrezione di ACTH. Sono stati per altro dimostrati effetti dell’agopuntura sull’asse ipofiso-tiroideo, ipofiso-gonadico e sulla liberazione di prolattina, ossitocina, insulina e adrenalina. Quest’attività sul sistema nervoso centrale, unita alla funzione regolatrice su diversi neuromediatori, è alla base dell’efficacia dell’agopuntura nel controllo di alcune patologie psichiatriche minori quali l’ansia, la depressione e l’insonnia.
Alcuni studi hanno inoltre dimostrato l’azione modulante dell’agopuntura sul sistema nervoso vegetativo. Classici, infatti, sono gli esperimenti di controllo con agopuntura del tono pressorio nell’animale, sia in caso di ipertensione indotta con iniezione di adrenalina sia in caso di ipotensione indotta con iniezione di acetilcolina.
Altre ricerche hanno dimostrato l’efficacia dell’agopuntura nella regolazione di una serie di funzioni quali la motilità intestinale e gastrica, la mobilità della vescicola biliare, la secrezione del succo pancreatico e della bile (che può essere incrementata o diminuita secondo l’utilizzo di diversi punti). È stata dimostrata, infine, un’azione di regolazione dell’agopuntura sul ritmo cardiaco e sul tono bronchiale.
Da tale notevole mole di dati l’agopuntura emerge come una terapia di regolazione aspecifica di numerosi sistemi funzionali, con uno spettro di indicazioni assai numerose. Grazie agli studi citati si è potuto dimostrare che questa disciplina, contrariamente a quanto spesso si ritiene, non costituisce un trattamento sintomatico, ma una vera e propria terapia causale, poiché agisce sulla modificazione dei concatenamenti patogenetici della malattia. Interessante, per capire l’importanza dell’agopuntura, è la revisione dei risultati degli esperimenti effettuati in tutto il mondo con studi clinici controllati pubblicata dall’OMS nel 2002 : il testo facilita la conoscenza delle malattie, i sintomi o gli stati per i quali l’agopuntura si è dimostrata efficace, oltre che di quelli per i quali l’effetto terapeutico è stato dimostrato ma che necessitano di maggiori verifiche e di quelli per i quali ci sono solo pochi studi controllati (che riportano solo alcuni effetti terapeutici). In quest’ultimo caso può essere comunque utile provare l’agopuntura quando la cura convenzionale e le altre terapie sono poco soddisfacenti. Questa pubblicazione costituisce ancora oggi un punto di riferimento importante sia per un ulteriore sviluppo della ricerca, sia per un ampliamento delle prove a favore delle varie applicazioni terapeutiche, come dato preliminare per un’eventuale futura maggior diffusione di questa metodica anche all’interno dei sistemi di cura primari pubblici. Non è inverosimile, infatti, che nella ormai cronica carenza di fondi gli amministratori tornino a fare loro la preoccupazione di Huang Di, il quale voleva che i suoi cittadini venissero curati con aghi sottili e non con farmaci tossici, se non altro perché così avrebbero potuto continuare a pagargli preziosi tributi.