Fibrillazione atriale: comune ma poco conosciuta

La fibrillazione atriale è la forma più comune di aritmia cardiaca



La fibrillazione atriale colpisce quasi il 2% della popolazione mondiale, un dato destinato a crescere come conseguenza dell’aumento dell’aspettativa generale di vita.

Già oggi la condizione interesserebbe una persona su cinque con più di 85 anni, motivo per cui si ritiene che, se oggi denunciano il problema circa 8,8 milioni di europei, nel 2060 a farlo saranno circa 18 milioni di individui.


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Soffrire di fibrillazione atriale significa essere cinque volte più a rischio di chi non ha quest’aritmia di sviluppare un ictus trombo embolico, una forma di ictus che ha un tasso di mortalità del 30% entro tre mesi dall’evento, e lascia esiti invalidanti in almeno il 50% dei pazienti colpiti.

La fibrillazione atriale è spesso asintomatica, quindi il paziente non sente niente, ma l’inadeguata contrazione delle camere cardiache può favorire la formazione di coaguli.

Di solito la diagnosi di fibrillazione avviene in maniera casuale o perché il paziente alterna periodi in cui si sente bene ad altri in cui avverte un forte malessere, con difficoltà respiratorie e debolezza fisica.

La complicanza più grave della fibrillazione atriale è sicuramente l’ictus cerebrale, ma non mancano episodi di ischemie agli arti e altri effetti patologici.

Il metodo più semplice per sospettare la presenza di fibrillazione atriale è valutando la frequenza cardiaca al polso, che in condizioni fisiologiche ha una valore compreso fra i 60 e i 100 battiti al minuto.

La fibrillazione atriale, invece, comporta un polso irregolare e tachicardico ovvero accelerato: in questo caso è bene riferire l’anomalia al proprio medico di medicina generale o al cardiologo.

La fibrillazione atriale è un problema che si può tenere sotto controllo: di solito vengono somministrati farmaci capaci di controllare la frequenza cardiaca nonché anticoagulanti per abbassare il rischio che i coaguli possano andare in circolo.

Nei casi più gravi o cronici, il problema si risolve ricorrendo alla chirurgia e andando ad eliminare la porzione di tessuto cardiaco responsabile di aritmia. In altri casi, il cuore ritrova il suo ritmo fisiologico con l’impianto di un pacemaker.

La fibrillazione atriale è una condizione che si può efficacemente prevenire seguendo una dieta sana, amica del cuore, ovvero povera di grassi saturi, grassi trans e ricca di cereali integrali, frutta e verdura, svolgendo regolarmente attività fisica, tenendo sotto controllo i valori del colesterolo e della glicemia, cercando di mantenere il peso forma, non fumando e consumando alcol con molta moderazione.

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