Ischemia
Diminuzione o arresto della circolazione arteriosa in una regione più o meno estesa di un organo o di un tessuto. Si traduce in uno scarso apporto di ossigeno e in un’alterazione del metabolismo. Un’ischemia moderata, a carico di un muscolo, può manifestarsi soltanto sotto sforzo, quando le richieste di ossigeno della muscolatura aumentano. Nelle forme di lieve entità o transitorie le conseguenze sono reversibili, ma una forma grave e persistente può dar luogo a distruzione dei tessuti, che a seconda dei casi prende il nome di infarto o cancrena: si preferisce il primo termine quando a essere colpiti sono i visceri, il secondo quando è coinvolta la cute.
Tipi di ischemia
Un’ischemia del miocardio (muscolo cardiaco) provoca angina sia spontanea sia, più spesso, legata a uno sforzo, all’esposizione al freddo, alla digestione. L’angina può insorgere anche in presenza di altri fattori che aumentano il consumo di ossigeno da parte del miocardio: stato febbrile, tachicardia, ipertiroidismo. Quando è silente, ovvero non segnalata da alcun disturbo, l’ischemia viene alla luce nel corso di un esame elettrocardiografico, soprattutto durante la registrazione delle 24 ore (Holter).
Un’ischemia cerebrale insorge quando la pressione arteriosa cerebrale scende al di sotto di una certa soglia, non permettendo più ai meccanismi autoregolatori della circolazione cerebrale di fornire ai neuroni un apporto di ossigeno sufficiente. Ne possono derivare alterazioni metaboliche, che danno luogo a varie manifestazioni (emiplegia, disturbi del linguaggio), e una necrosi tissutale detta infarto cerebrale.
Un’ischemia degli arti inferiori rivela un’arteriopatia, eventualmente responsabile di claudicazione intermittente (dolore alle gambe durante la deambulazione). Per il trattamento si fa ricorso ai farmaci vasodilatatori.
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