Premenopausa: a che età, sintomi, soluzioni, gli esami da fare

Se il ciclo diventa irregolare, avverti ondate di calore improvvise o fatichi a dormire di notte, fissa un appuntamento dal ginecologo: potresti essere vicina alla tua “seconda pubertà”. Ecco tutto quello che puoi fare per arrivarci nel modo migliore e viverla senza problemi



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Gli esperti la chiamano seconda pubertà, per le intense fluttuazioni ormonali e i cambiamenti fisici e psicologici che comporta. Le donne spesso faticano anche solo a nominarla. Ma la menopausa ormai da decenni non è più sinonimo di vecchiaia e il suo periodo preparatorio, che va in genere dai 45 ai 50 anni, oggi coglie le donne in un’età in cui sono ancora alle prese con figli piccoli o adolescenti, carriera e persino nuove albe sentimentali. Per questo la premenopausa deve essere vissuta come l’occasione buona per prendersi maggiormente cura di se stesse, se prima non si è mai trovata la motivazione giusta o si è riuscite a essere costanti.

«Ricordo sempre alle mie pazienti, quando arrivano terrorizzate con i primi sintomi di menopausa, che non si tratta di una malattia e non va vissuta come tale», dice Raffaella Chionna, ginecologa esperta in menopausa. «È solo un cambiamento dello stato ormonale che, talvolta, si associa a manifestazioni da gestire e controllare serenamente».


Come ci si accorge che sta arrivando: ci sono sintomi specifici?

Gli sbalzi del ciclo, dopo i 45 anni, sono un segnale inequivocabile che il corpo si sta preparando. Accompagnato da tutti i classici sintomi della menopausa ma più lievi, dalle vampate di calore, quello per eccellenza, ai disturbi del sonno; dalla secchezza vaginale alla tachicardia; dallo sbalzo d’umore al gonfiore addominale. Ma il mix è molto soggettivo e va considerato nel suo insieme. La vampata, per esempio, può essere associata alla disfunzione della tiroide e i disturbi del sonno a un periodo stressante.


Perché è così importante intercettare subito i segnali?

Pur non essendo una malattia, la menopausa può comportare dei rischi. Il calo degli estrogeni, direttori d’orchestra dei nostri metabolismi, può determinare talvolta l’insorgenza di osteoporosi, malattie cardiovascolari e disturbi genito-urinari, come secchezza vaginale e difficoltà nella vita sessuale. Sapere che la menopausa si avvicina permette di prepararsi in anticipo: affidarsi a uno specialista serve a monitorare i fattori di rischio e correre ai ripari prima che si manifestino le patologie caratteristiche dell’età.


Chi prende un anticoncezionale ormonale, però, non ha né cicli ballerini né altri sintomi…

Esatto, una terapia ormonale li maschera. In questo caso è doveroso, intorno ai 48 anni, sospendere l’anticoncezionale anche solo per un mese e attendere il ciclo. Se arriva, si può assumere nuovamente la pillola e poi fare la stessa prova più avanti. In caso contrario, o se il ciclo non è come ce lo aspettiamo, è il momento di fare il test per vedere in che fase biologica ci troviamo.


L’aumento di peso in menopausa è la paura più diffusa: si può fare qualcosa già nel periodo precedente?

Su questo serve chiarezza: è vero che il metabolismo basale, senza l’aiuto degli estrogeni, rallenta, ma ciò non vuol dire automaticamente ingrassare. Il vero problema è che cambiano le abitudini, ci si lascia un po’ andare. Ma la buona alimentazione e l’esercizio fisico ci tengono in forma esattamente come prima, scongiurando osteoporosi e rischi cardiovascolari. Per esempio, possiamo seguire corsi divertenti che mixano esercizi per aumentare la massa magra e allenare il cuore con carichi adeguati. Ma è sempre meglio farsi seguire da un professionista.


Dieta e attività fisica bastano per fronteggiare i sintomi della premenopausa?

Se sono lievi e facilmente gestibili è sufficiente seguire le buone pratiche di una vita sana, quindi dieta, movimento, niente fumo, pochissimo alcol e, magari, qualche integratore fitoterapico in accordo con lo specialista, perché ogni caso è diverso e merita un approccio unico. Ma se i sintomi sono invalidanti, le vampate di calore ingestibili, i disturbi del sonno o dell’umore impattano sulla vita quotidiana… beh, allora, per tornare in equilibrio, conviene valutare la TOS, la terapia ormonale sostitutiva, una strategia sicura e vantaggiosa, come ormai sancito dalle ricerche scientifiche.


L’intervallo 45-50 anni è oggi un periodo davvero intenso per le donne. Non è facile essere motivate e costanti in premenopausa…

Questa evidenza dovrebbe essere una spinta sufficiente: le donne che hanno condotto una vita sana arrivano alla menopausa con sintomi molto lievi mentre chi è squilibrato dal punto di vista fisico ed emotivo si trova a pagare un conto sintomatologico salato. Non possiamo rimandare oltre l’iscrizione in palestra, la revisione della dispensa, l’addio al fumo e all’alcol in eccesso.


Se le soluzioni per gestire il cambiamento ci sono, perché ci fa ancora così paura?

Perché non siamo preparate né informate. Inoltre, questo periodo è ancora legato all’idea di invecchiamento, storicamente e culturalmente. Il nostro stile di vita è cambiato ma l’equilibrio biologico no. Su quello non abbiamo potere di intervenire, mentre sul resto sì. Meglio se con l’aiuto di uno specialista, che consiglierà il percorso più adatto per ciascuna.


Gli esami davvero utili in premenopausa

Per sapere se la menopausa è vicina esistono test rapidi che si possono acquistare in farmacia. Si basano sui livelli dell’ormone FSH ma questo valore da solo dice poco ed è sempre meglio interpretarlo insieme all’LH e all’estradiolo. Perciò, ai primi segnali, conviene comunque prenotare una visita dal ginecologo che controllerà l’attività ovarica per capire esattamente in quale fase biologica ci si trova e prescriverà uno screening dei fattori di rischio connessi al cambiamento.

Per esempio, il dosaggio di calcio e vitamina D e la densitometria ossea per valutare il rischio di osteoporosi dovuto alla diminuzione degli estrogeni; i livelli di colesterolo, trigliceridi e funzionalità cardiaca per monitorare la salute del cuore; il controllo metabolico per identificare il rischio del diabete di tipo 2 più frequente con l’avanzare dell’età.


Premenopausa, gravidanza  sì o no?

Chi è già in premenopausa ma non ha ancora realizzato il desiderio di un figlio può ricorrere alla fecondazione eterologa: permette di ottenere una gravidanza utilizzando ovuli di donatrici in mancanza dei propri che non vengono più prodotti a sufficienza.

Chi invece vuole scongiurare una gravidanza deve sapere che nel periodo precedente la menopausa conclamata, cioè almeno 12 mesi di assenza del ciclo, il rischio è basso ma non nullo e la protezione anticoncezionale è quindi ancora necessaria. In questo caso, sarà il medico a valutare la terapia giusta per ri-bilanciare gli ormoni garantendo, nello stesso tempo, la protezione da una gravidanza.


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