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Come stare seduti alla scrivania ed evitare il mal di schiena

Niente posizioni statiche mantenute per ore, ma una postura corretta e “dinamica” che prevede continui adattamenti del corpo. La chiropratica Camilla Proietto ti svela i segreti per lavorare al computer senza pagare il prezzo del mal di schiena



Per lavorare, per studiare, per chattare. Ma anche per curiosare nella rete a caccia di specialisti, ristoranti, vestiti, auto, cosmetici e alberghi. E così trascorriamo un terzo della nostra vita davanti a dispositivi digitali, quali computer, tablet e smartphone.

Un sondaggio on line condotto per Vision Direct su 2mila italiani rivela, infatti, che passiamo davanti a un monitor una media di 2365 ore all’anno, pari a sette ore e mezza al giorno. A farne le spese è la schiena perché è facile assumere una postura scorretta davanti al pc. E anche se usiamo poltrone da ufficio, il fatto stesso di tenere una posizione fissa per molte ore, sottopone la colonna vertebrale a uno stress prolungato. È facile quindi ritrovarsi con dolori al collo, alle spalle, alle scapole e alla zona lombare, legati a posture errate e alla contrattura dei muscoli paravertebrali.

Per capire come evitare il mal di schiena da pc abbiamo intervistato la dottoressa Camilla Proietto, chiropratica a Paderno Dugnano e Cusano Milanino (Mi) e membro dell'Associazione Italiana Chiropratici.


Quali sono gli errori da evitare quando si lavora al computer?

Molte persone stanno con il busto inclinato a destra o a sinistra (il che significa avere la colonna storta), le spalle sollevate e contratte, la testa insaccata nelle spalle, il collo proteso in avanti quasi a voler avvicinarsi al monitor (attenzione, si impone un controllo della vista), la schiena non aderente allo schienale con i glutei che scivolano in avanti, i piedi non ben appoggiati a terra, a volte anche incrociati o con i talloni sollevati, i polsi piegati e le mani sospese sulla tastiera.

Tutti questi vizi di postura sovraccaricano di tensioni la colonna, che non vede rispettata la sua domanda di trovare un punto di equilibrio tra l’esigenza di tenerla dritta e il rispetto delle quattro naturali curvature che presenta: la lordosi cervicale, la cifosi dorsale, la lordosi lombare e la cifosi sacrale. Se non si rispetta il fisiologico disegno del rachide, si va incontro a problemi di ogni tipo.


Come bisogna stare seduti alla scrivania?

Innanzitutto occorre cercare di non incurvarsi o ingobbirsi lavorando alla scrivania. Le spalle devono essere rilassate, il collo retratto in linea con il dorso (e non allungato in avanti), la schiena bene aderente allo schienale che dev’essere alto, accogliente e regolabile in base alla propria altezza, così come la seduta. Le cosce devono essere appiattite sul sedile, con la zona lombare aderente alla parte terminale dello schienale, la pianta dei piedi ben appoggiata a terra, gli avambracci appoggiati sui braccioli della poltrona, i polsi in linea con le mani e non piegati.

L’altezza ideale della seduta è quella che permette di avere il monitor del computer di fronte agli occhi, senza dover abbassare, sollevare o inclinare il capo per vedere bene. Tra monitor e occhi ci dev’essere una distanza di 50-80 cm in base alle dimensioni dello schermo: più è grande, più è distante. Occorre, inoltre, controllare che il proprio corpo, da seduto, disegni due angoli retti, cioè a novanta gradi: il primo è tra il busto e le cosce, il secondo tra queste e i piedi.


Quali sono i dolori di origine posturale più frequenti?

Il mal di schiena è causato dall’alterazione della normale mobilità e funzionalità della colonna vertebrale che è fatta per muoversi, non per rimanere “inchiodata” per ore in posizioni fisse. Secondo un recente studio pubblicato sull’autorevole rivista The Lancet, circa 540 milioni di persone in Europa soffrono di mal di schiena e in 8 casi su 10 questo si localizza nella zona lombare e dorsale, mentre negli altri due a risentirne è il tratto cervicale. Il dolore della parte lombare, che va dalla tensione e dall’indolenzimento a una rigidità dolorosa, nei casi più gravi coinvolge anche gli arti inferiori dando origine alla cosiddetta lombosciatalgia.

Posture errate a parte, è il fatto stesso di “bloccare” la colonna in una posizione sedentaria a causare problemi. Quando stiamo seduti a lungo, infatti, il carico del nostro peso grava sull’ultimo disco L5-S1, che si trova a dover sopportare sollecitazioni molto superiori a quelle che sopporta quando stiamo eretti. Fatto che provoca disfunzioni e contratture croniche non solo a livello muscolo-scheletrico ma anche sul sistema nervoso. Basta pensare ai nervi che fuoriescono dai forami interverterbrali e si irradiano nelle gambe: se compressi, provocano dolore oppure parestesie, crampi, formicolii che passano solo quando ci si alza e si scuote la gamba.


In che modo la chiropratica può combattere il mal di schiena?

Il trattamento chiropratico personalizzato mira a rimuovere le cause del mal di schiena, senza farmaci e integratori, ma analizzando tutte le interferenze che attentano alla salute e alla plasticità della colonna: posture sbagliate, tensioni psicologiche (lo stress da lavoro si accumula giorno dopo giorno) o difetti anatomici dei piedi. Una volta fatta un’accurata anamnesi, si passa alla manipolazione vertebrale, cioè a un insieme di tecniche e manualità dolci finalizzate a far recuperare mobilità alle articolazioni vertebrali e a distanziare i dischi intervertebrali, quegli ammortizzatori naturali che vengono compressi e schiacciati come molle.

Se si allunga e si distende la colonna, recuperando spazio tra questi “cuscinetti”, il paziente non si sente più incriccato e appesantito. Gode della ritrovata flessibilità, e di conseguenza, anche le tensioni dei muscoli scheletrici si allentano. Inoltre, il trattamento chiropratico riesce ad agire in profondità, a livello della dura madre, che è la più esterna e spessa delle tre meningi che avvolgono il cervello e il midollo spinale. Questa membrana fibrosa deve mantenersi elastica per consentire al liquor cefalo-rachidiano di scorrere liberamente. Se siamo ingabbiati in una corazza muscolare, la colonna vertebrale si irrigidisce e anche la dura madre si indurisce e diventa anelastica. Ma bastano 2-3 sedute per renderla di nuovo flessuosa, consentendo al liquor che scorre al suo interno di tornare a fluire in libertà.




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