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Rosolia

Malattia eruttiva contagiosa dovuta a un virus a RNA del genere Rubivirus (famiglia delle Togaviridae), tipica del bambino e dell’adolescente. In Europa la rosolia colpisce in modo quasi permanente durante l’inverno e la primavera, assumendo carattere epidemico nei Paesi anglosassoni. Quando a contrarre la rosolia è una donna nei primi 4 mesi di gravidanza possono insorgere malformazioni fetali.


Contagio

Il virus della rosolia sopravvive esclusivamente nell’organismo umano, nel quale penetra attraverso le vie respiratorie. La patologia è assai contagiosa nei giorni che precedono la comparsa dei sintomi e finché questi perdurano.


Sintomi e segni

L’incubazione silente (senza segni apparenti) del virus dura una quindicina di giorni. Il periodo di invasione (malattia conclamata), della durata di circa 2 giorni, è caratterizzato da febbricola e gonfiore dei linfonodi del collo; talvolta però può non dare alcun segno. A questa fase fa seguito un’eruzione maculopapulosa (macchioline rosate in leggero rilievo) che dapprima interessa il volto, poi si estende a tutto il corpo, principalmente al torace e agli arti superiori. L’eruzione, che può assumere aspetto scarlattiniforme (cute interamente arrossata), talvolta si associa a una lieve angina. Questi segni scompaiono il terzo giorno. Le forme atipiche (senza eruzione cutanea) oggi sono le più frequenti.


Complicanze

Nell’adolescente o nell’adulto la rosolia può essere più grave che nel bambino, causando cefalea, febbre e poliartrite (infiammazione di più articolazioni), che regrediscono in una decina di giorni. Sono possibili anche porpora trombocitopenica (patologia caratterizzata dalla comparsa di ematomi puntiformi), epatite e meningoencefalite.


Diagnosi e trattamento

La diagnosi si basa sull’individuazione nel sangue di anticorpi specifici. Non esiste trattamento; in caso di febbre si possono somministrare farmaci (paracetamolo). L’infezione da parte del virus della rosolia conferisce immunità completa e duratura; è pertanto impossibile contrarre la malattia una seconda volta.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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