CONGELAMENTOE ASSIDERAMENTO -Assideramento
Se il soggetto presenta segni di raffreddamento generalizzato, con abbassamento della temperatura corporea (ipotermia), questa va trattata con precedenza assoluta.
I disturbi da ipotermia o assideramento iniziano quando la temperatura corporea interna, valutata con misurazione per via rettale o con i termometri che si applicano all’interno dell’orecchio (temperatura timpanica), scende sotto i 35 °C.
L’ipotermia può presentarsi in forma acuta, quando la temperatura corporea scende bruscamente, oppure cronica, quando la temperatura scende gradualmente durante un periodo di tempo più o meno lungo: succede in alcune malattie, come per esempio la ridotta funzione della tiroide o dell’ipofisi.
L’ipotermia è considerata lieve quando la temperatura è minore di 35 °C ma superiore ai 32 °C; moderata, quando la temperatura è minore di 32 °C ma superiore ai 28 °C; grave, quando temperatura scende sotto i 28 °C.
L’ipotermia acuta, che è quasi sempre accidentale, può comparire in seguito all’esposizione a temperature esterne estremamente rigide come può succedere ad alpinisti, sciatori, esploratori, naufraghi, soprattutto se esposti al freddo per lunghi periodi e sprovvisti di adeguata protezione.
Fattori predisponenti Varie malattie possono predisporre e favorire un’ipotermia grave, per esempio le insufficienze ipofisaria, surrenalica e tiroidea, proprio perché tali patologie di origine ormonale sono caratterizzate da una minore capacità dell’organismo di produrre calore.
Un fattore importante, soprattutto nelle aree urbane (statisticamente), è l’abuso di alcol: questo infatti è in grado di interferire nella dispersione del calore, sia aumentando la dilatazione dei vasi sanguini della pelle, sia attraverso un danno diretto a livello degli organi che sono deputati normalmente al controllo dei meccanismi di mantenimento della temperatura corporea (i termorecettori della cute, ovvero i centri coordinatori cerebrali della temperatura corporea, che si trovano nell’ipotalamo).
Anche l’anziano è predisposto a danni da ipotermia in quanto le sua capacità di mantenere in generale l’equilibrio e il controllo automatico della temperatura corporea si riducono progressivamente negli anni: infatti con l’aumentare dell’età risulta essere alterata la percezione termica, mentre sono più frequenti sia le condizioni di immobilità sia le malattie che interferiscono con la produzione e la conservazione del calore.
Con il termine congelamento si indica una lesione che può interessare alcune parti del corpo, più o meno limitate, come conseguenza della loro esposizione diretta al freddo relativamente alla pelle e ai tessuti sottostanti.
Si verifica normalmente con temperature comprese tra −4 e −10 °C ma si può manifestare anche con temperature meno rigide, come accade quanto il soggetto indossa vestiti bagnati o troppo aderenti o se resta immobile per lunghi periodi di tempo.
Sintomi In una prima fase si avverte una sensazione di formicolio della parte interessata, che diviene progressivamente insensibile; può essere presente anche un dolore intenso che in altri casi invece manca, in quanto il congelamento può arrivare a distruggere i recettori del dolore. La cute è fredda, pallida e può comparire gonfiore.
In un secondo momento compaiono i segni e sintomi del congelamento, che può essere di vari gradi:
- 1° grado: la cute è rossa, cianotica, tumefatta; in alcuni casi, può presentarsi con aspetto marmoreo e insensibile; i dolori sono molto acuti e violenti ma possono essere transitori;
- 2° grado: la parte interessata è cianotica, fredda e insensibile; si possono formare delle bolle e un deposito di siero e di sangue; i dolori sono intensi e lancinanti;
- 3° grado: compaiono fenomeni di morte dei tessuti (necrosi è il termine tecnico) che interessano tutti i tessuti, compresi quelli posti in profondità sotto la pelle. Può essere presente anche gangrena.
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