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Ipotermia

Abbassamento della temperatura corporea al di sotto dei 35 °C; se ne distinguono forme moderate (da 35 a 32 °C), gravi (da 32 a 26 °C) e profonde (sotto i 26 °C).

L’ipotermia deriva da un difetto dei sistemi fisiologici con cui l’organismo cerca di contrastare il freddo; tale difetto è osservabile nei soggetti vulnerabili (bambini, anziani che vivono in case mal riscaldate) oppure conseguente a un’esposizione al freddo prolungata sino all’esaurimento dei meccanismi di difesa (elevata altitudine, naufragio, annegamento, soggetti senza fissa dimora durante l’inverno e così via). Si può riscontrare anche in caso di intossicazione (da barbiturici o alcol), che inibisce i meccanismi di difesa dal freddo. In corso di infezione, un’ipotermia può subentrare a un’ipertermia acuta o persino prenderne il posto; questo fenomeno è un indice di gravità che richiede il controllo della pressione arteriosa.


Sintomi e segni

Le ipotermie accidentali moderate sono accompagnate da brividi intensi, che costituiscono il sistema di difesa messo in atto dall’organismo per produrre calore. Nel corso delle forme profonde, l’abbassamento della temperatura provoca alterazioni dello stato di coscienza o coma, depressione respiratoria, rallentamento della frequenza cardiaca e progressivo calo della pressione arteriosa, con riduzione della gittata cardiaca. I casi più gravi simulano la morte (assenza totale di reazioni, arresto della respirazione, ritmo cardiaco estremamente rallentato).

Alcuni casi di ipotermia (vittime di valanghe o di annegamento in acque molto fredde) possono configurare uno stato di morte apparente: le manovre rianimatorie (somministrazione di ossigeno, massaggio cardiaco e così via) vanno quindi prolungate per molte ore.


Trattamento

Oltre ad affrontare la causa eventuale o ad adottare misure rivolte ai sintomi (somministrazione di ossigeno, ventilazione artificiale in caso di coma e di ipotermia severa, perfusioni e così via), è importante infondere calore dall’esterno (coperte) o dall’interno (riscaldamento dell’aria erogata con il respiratore, perfusioni tiepide e così via), provvedimenti che però necessitano di particolare prudenza se l’ipotermia è stata profonda e prolungata.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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