Demonizzare i carboidrati non giova alla salute

Quando si parla di dieta si pensa sempre ad un regime alimentare che elimina questo o quello, ma è giusto così?



Quando si parla di diete (che servano a perdere peso o a tenere sotto controllo un problema di salute come l’obesità o il diabete) si pensa sempre all’eliminazione di nutrienti.

Una dieta equilibrata però, non dovrebbe escludere l’apporto né di carboidrati, né di proteine, né di grassi: il segreto per star bene infatti è quello di armonizzarli nelle giuste quantità nell’alimentazione quotidiana.


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Negli ultimi decenni numerosi modelli alimentari hanno mirato ad eliminare o a ridurre al minimo l’apporto di carboidrati e zuccheri semplici.

Alla lunga, le cosidette diete low-carb provocano squilibri all’organismo come stanchezza cronica, disidratazione, nausea, problemi renali (a causa dell’aumentato apporto proteico necessario per compensare la drastica riduzione dei carboidrati), aumento della pressione arteriosa, carenza di fibre, disturbi intestinali.

Anche la lotta strenua ai grassi portata avanti per tanti anni non ha portato alcun reale vantaggio per la salute: i grassi, come tutti gli altri nutrienti devono essere introdotti, nelle giuste quantità, senza eccedere, un fattore a cui va aggiungersi la considerazione di come i risultati degli studi a disposizione abbiano evidenziato che le campagne contro l’uso dei grassi, di gran moda negli ultimi decenni, non siano state efficaci nel limitare la diffusione di obesità o diabete.

Ancora oggi purtroppo, il concetto di alimentazione è troppo limitativo, ci si sofferma sui singoli componenti della dieta e si prendono di mira ora i carboidrati, ora i grassi, ora le proteine, senza pensare che è solo il loro giusto mix a permettere all’organismo di stare in buona salute. Molto spesso anche gli studi scientifici che si citano per sostenere questa o quella teoria sono parziali e faziosi, e non tengono conto della globalità del tema alimentazione.

Troppo spesso poi, quando si parla di alimentazione ci si dimentica dell’importanza dell’attività fisica: quello che si mangia e di conseguenza si riesce a bruciare dipende in larga parte anche dal tipo di attività fisica che si svolge e da quanto si è sedentari.

La corretta alimentazione, dunque, passa anche attraverso uno stile di vita attivo che preveda, oltre allo svolgimento in maniera regolare di sport, anche lunghe passeggiate, vita all’aria aperta, vita sociale e ricreativa fatta di giardinaggio, ballo e tornei di bocce.

Come spiega Carlo La Vecchia Professore Straordinario di Epidemiologia presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità dell’ Università di Milano «gli anni di guerra ai grassi si sono dimostrati un misunderstanding scientifico. E la moderna tendenza alla ‘carbofobia’ sembra andare nella stessa direzione.  Oggi, il focus non dovrebbe essere sulla quantità totale di sostanze nutritive ma sulla composizione complessiva e la qualità della dieta».

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