Gli italiani la amano in modo particolare. Ma non solo loro, visto che persino Michelle Obama, portavoce nel mondo di un modo di mangiare sano e in linea, ha raccontato su Twitter di aver mangiato ben tre piatti di pasta in uno dei suoi recenti viaggi nel Belpaese.
Del resto, secondo una recente ricerca commissionata alla Doxa da AIDEPI, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane, e condotta su un campione di mille persone, la dieta ideale per il 72% degli italiani rimane quella mediterranea, basata innanzitutto sulla pasta e su altri carboidrati.
Per il 53% degli intervistati sarebbe impossibile infatti rinunciare a pasta e pane, anche quando si vuole dimagrire, mentre il 90% sostiene che la pasta non solo è buona ma è anche sana. Perché allora privarsene?
Senza la pasta la dieta è squilibrata
«Senza i carboidrati non si può fare una dieta sana – conferma il professor Nicola Sorrentino, specialista in Scienze dell’Alimentazione e docente presso l’Università degli Studi di Pavia – Il 55-60% delle calorie che ingeriamo quotidianamente dovrebbe provenire infatti dai carboidrati. Quelli complessi come l’amido, il costituente principale della pasta, sono i migliori perché hanno un ridotto indice glicemico che si traduce in un più prolungato senso di sazietà, in un peso controllato e in un minor rischio di malattie».
Così si riducono grassi e proteine
«Ricavare il 60% delle energie di cui si ha bisogno ogni giorno dai carboidrati e quindi consumare con regolarità la pasta – continua il professor Sorrentino – è anche il modo più semplice, e gustoso, per ridurre l’apporto di grassi e di proteine. A tutto vantaggio della linea, ma anche della salute visto che un eccesso di proteine può provocare danni ai reni e altri squilibri che possono favorire l’insorgere di patologie a carico del sistema cardiovascolare».
Basta non esagerare con le quantità
Ma la pasta fa ingrassare? Molti studi confermano che non sono i carboidrati ad essere responsabili dell’obesità ma le calorie in eccesso che si assumono ogni giorno.
«Se si vuole dimagrire quindi basta ritoccare la dieta mediterranea in termini di quantità e di proporzioni dei nutrienti – spiega Luca Piretta, gastroenterologo, specialista in Scienza della Nutrizione Umana presso il Dipartimento di Scienze Cliniche dell’Università La Sapienza di Roma – In altre parole: la pasta si può mangiare riducendo le dosi e condendola con leggerezza, senza eccedere con i grassi».
Sempre al dente
Un altro aspetto importante da tenere in considerazione quando si parla di pasta e di linea è il tempo di cottura. Come per tutti i carboidrati, anche per la pasta la cottura eccessiva aumenta l’indice glicemico dell’alimento.
«Al contrario cuocerla al dente ha un basso impatto sulla glicemia post-prandiale» commenta il dottor Piretta: la rete di glutine che una cottura rapida lascia intatta, trattiene infatti al proprio interno l’amido, rendendolo assimilabile in modo più graduale.
Verdure e olio d’oliva per condirla
Importante naturalmente anche il discorso dei condimenti. «Non ci sono dubbi che "macaroni and cheese", tipico piatto americano con panna e formaggio fuso, possa favorire il sovrappeso – commenta il professor Gabriele Ricciardi, ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo all’Università Federico II di Napoli – Diverso invece se la pasta viene utilizzata come vuole la tradizione mediterranea abbinandola alle verdure, ai legumi e al pesce, e condendola con un cucchiaio di olio extravergine di oliva». In questo caso il gusto è salvo e la linea anche.
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