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Bassa autostima e insicurezza: quando colpisce anche i vip

Attori, cantanti, popstar: sulla carta hanno tutto, dai soldi al successo. Eppure alcuni nascondono un lato oscuro, fatto di depressione e ansia

Gisele Bündchen




Non è facile prendere sul serio Gisele Bündchen quando smette di sorridere e si mette a scrivere. La sua immagine è da anni sinonimo di bellezza assoluta e vita perfetta. Dopo anni da top più pagata del mondo, nel 2015 si è ritirata dalle passerelle per concentrarsi sulla famiglia: il marito Tom Brady, quarterback della squadra di football americano New England Patriots; i figli Benjamin e Vivian Lake, di 8 e 5 anni; e l’undicenne John, nato da una precedente relazione di Tom.

Tutto straordinario. Tutto magnifico. Tutto sfavillante. Eppure c’è un ma... Lo rivela la stessa Gisele, 38 anni, nella sua autobiografia, Lessons: my path to a meaningful life (più o meno, “Lezioni per una vita ricca di significato”), pubblicata recentemente negli Stati Uniti da Avery. In quelle pagine, ha scoperto le carte di una vita piena di alti anche per lei: attacchi di panico, depressione, pensieri suicidi. E, udite, udite, la convinzione di essere brutta che l’ha portata dal chirurgo estetico.


QUANDO LE ASPETTATIVE SONO TROPPE

Dalla bellissima attrice Halle Berry, vincitrice di un Oscar a J. K. Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter, una delle scrittrici più note e pagate del secolo, a Ryan Reynolds, attore vulcanico, fino ai nostri Vasco Rossi e Gigi Buffon, il mondo è pieno di personaggi che sembrano baciati dalla fortuna ma con una vita sommersa piena di infelicità.

Come è possibile che l’umore nero colpisca laddove si concentrano fascino, fama, ricchezze stratosferiche? «Dietro a queste storie contrastanti tra un’immagine vincente e una realtà dolorosa c’è sempre la stessa radice, l’insicurezza», commenta Maria Cento, psicologa. «Un paradosso che nasce dallo scarto tra il valore che attribuiamo a noi stessi e le aspettative esterne che ci sentiamo addosso. E dal momento che la perfezione non esiste per nessuno, non esiste neanche una quantità di successo che ripari dal dubbio di non meritarselo».


LA PAURA DI SBAGLAIRE E DI NON RISPONDERE ALLE ASPETTATIVE

Per certi vip, le celebrazioni planetarie sono una gabbia senza via d’uscita. Ammette la stessa Gisele: “Sono sempre stata elogiata per il mio corpo e avevo la sensazione che le persone avessero delle aspettative che avrei deluso”. «Più si è osannati, più è difficile ammettere a se stessi la possibilità di fallire», riprende la dottoressa Cento.

«In certe esistenze patinate, la frase di sottofondo suona così: “Se sbaglio, gli altri non mi ameranno più”. Non si crea un equilibrio personale perché l’autostima viene totalmente delegata all’esterno. E nessun risultato, per quanto positivo, è mai sufficiente a cancellare (o attenuare) questa variabile così volatile».

Al punto tale che la top brasiliana è ricorsa al bisturi per rifarsi il seno dopo gli allattamenti, per poi pentirsi, come scrive nella sua autobiografia. In quest’esplicitazione, sta la “fragilità” di un’identità costruita su proiezioni esterne. È tutta questione di motivazione: chi voglio accontentare, me stessa o gli altri? Voglio guardarmi ed essere felice, anche con i miei alti e bassi, anche con i miei difetti o voglio che gli altri mi guardino e non abbiano niente da criticare? Se la spinta non è intrinseca, è normale non sentirsi mai all’altezza della situazione. E si cade nella spirale ansiosa con più facilità.


QUEL SENSO DI COLPA TUTTO FEMMINILE

Ansia, tanta. Anche perché spesso, al crescere dell’affermazione personale, aumenta la paura di vedere crollare tutto. Una visione catastrofica dell’esistenza che Gisele ha vissuto sulla propria pelle. Il primo attacco di panico nel 2003, dopo un viaggio aereo particolarmente turbolento. “Da quel momento, pensavo che tutto mi avrebbe ucciso”, ha scritto. “Prima sono stati gli aerei, poi gli ascensori, poi le gallerie, gli hotel, gli studi fotografici e le automobili. Poi il mio stesso appartamento. Mi sentivo svuotata, il mondo diventava piccolissimo e non riuscivo a respirare, era la sensazione peggiore che avessi mai provato”. Ma anche l’arrivo dei figli getta la star delle passerelle nello sconforto, annebbiata dai sensi di colpa, attraversata dal pensiero ossessivo di essere una madre tremenda.

Così come Gwyneth Paltrow, bella, bionda, di talento colpita da una forte depressione dopo la nascita del figlio. Alla faccia della sua immagine così “perfetta”. «Vip o donne normali la sindrome è sempre uguale: ci si carica del dover rispondere a più ruoli contemporaneamente, senza metterli mai in discussione», spiega la psicologa. «Con questo sottofondo, il senso di responsabilità s’allarga a dismisura: se tutto dipende sempre da me, non devo mai lasciarmi andare. Prima o poi, però, si scoppia».


COME DARE IL GIUSTO PESO AI SOCIAL

In tempi di social, anche per le “stelle del firmamento” il gioco dei riscontri si fa ancora più duro. E a prova di tenuta. Come dice lo scrittore Alessandro Baricco nel suo ultimo libro The Game (Einaudi Stile Libero), la fama si conteggia in “like”: vince chi ne ha di più. Cosa potrebbe succedere se Lady Gaga, anch’essa alla prese con i fantasmi del blues, perdesse i suoi 20 milioni di followers? Forse niente, dice la popstar: ha scoperto che con la gentilezza si può risolvere la maggior parte dei problemi. Ansia e depressione, in testa.


3 SPUNTI DI RIFLESSIONE RUBATI ALLA VITA DI GISELE

  •  Un insegnamento Ancora giovanissima, sul set del leggendario fotografo Irving Penn, alla modella brasiliana venne chiesto di mettersi in posa col viso girato verso destra. «Non è il mio lato migliore», provò a protestare lei, ma Penn la rassicurò: «Ogni lato ha la sua bellezza». Bisogna ricordarlo spesso.
  • Un’abitudine Nonostante il marito aitante e la nutrita schiera di personale di servizio a disposizione, Gisele possiede una sua cassetta degli attrezzi. Così, quando si rompe qualcosa, innanzitutto prova a cavarsela da sola.
  • Un mantra Gisele ha oltre 14 milioni di follower su Instagram. Per riuscire a ignorare gli inevitabili haters, chiude gli occhi e si ripete: «Nessuna persona felice si prende il disturbo di andare online per insultare sconosciuti». È proprio così.


PSICOTERAPIA LOW COST

Chi non ha un reddito da star ma qualche problema di autostima e identità personale, può ora contare su una soluzione low cost di sostegno. Dal giugno scorso, infatti, è stato avviato il progetto Psicoterapia Aperta: si tratta di una rete di psicoterapeuti che offrono sedute di psicoterapia a prezzi calmierati rispetto agli standard di mercato. I professionisti sono attivi in tutto il territtorio nazionale. Per trovare l’indirizzo più vicino a casa, cliccare sul psicoterapia-aperta.it


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Articolo pubblicato sul n. 44 di Starbene in edicola dal 16/10/2018



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