Il piacere di un buon piatto di pasta non si nega a nessuno, neppure a chi è a dieta. «Perché, a dispetto di quanto si tende a credere, il cibo più amato dagli italiani non solo non fa ingrassare ma aiuta anche a mantenersi in forma e a non far salire l’ago della bilancia» conferma il professor Nicola Sorrentino, medico e nutrizionista, specializzato in Scienza dell’Alimentazione e Dietetica.
«La pasta e in generale i carboidrati complessi dovrebbero essere il fondamento su cui si basa l’alimentazione di coloro che vogliono dimagrire: ricavare il 60% delle energie dai carboidrati significa infatti poter ridurre l’apporto di grassi, a tutto vantaggio della linea».
Una fonte privilegiata di carboidrati complessi
«Per stare bene il nostro organismo deve introdurre ogni giorno nelle giuste proporzioni proteine, grassi, zuccheri, vitamine, sali minerali, fibre e acqua – spiega Sorrentino – I carboidrati devono rappresentare la parte più significativa della dieta: il 55-60% delle calorie totali della giornata dovrebbe arrivare dai carboidrati, in particolare da quelli complessi come gli amidi, i costituenti principali della pasta, che sono i migliori perché hanno un basso indice glicemico e aiutano quindi a sentire meno la fame e a tenere meglio sotto controllo il peso».
Si brucia presto
«La pasta predispone meno al sovrappeso rispetto ad altri alimenti che sono fonte esclusiva di proteine e di grassi come i cibi di origine animale» continua l’esperto.
«Questo proprio per come funziona il nostro metabolismo: i carboidrati infatti vengono smaltiti molto rapidamente dall’organismo e, se non si esagera nel piatto con altri nutrienti come i grassi, le calorie che apportano vengono disperse molto più facilmente sotto forma di calore piuttosto che immagazzinate ad arrotondare i punti critici».
Attenzione alle scelte
«Tra i diversi tipi di pasta quella integrale è sicuramente la più raccomandata per chi vuole preservare la salute e anche la linea» continua Sorrentino.
L’apporto di fibre garantisce infatti un buon funzionamento dell’intestino evitando accumuli di scorie che rallentano il metabolismo e in più offre un rapido senso di sazietà che permette di limitare a tavola il consumo di altri cibi.
In ogni caso la quantità è importante: la pasta si può infatti mangiare tutti i giorni controllando però le quantità quando si vuole dimagrire o comunque non aumentare di peso.
La cottura è fondamentale
«Quando si desidera dimagrire non è assolutamente vero che si devono abolire i carboidrati, pasta in testa – conferma il dottor Luca Piretta, specialista in Gastroenterologia, Endoscopia Digestiva e Scienza della Nutrizione Umana presso il Dipartimento di Scienze Cliniche dell’Università La Sapienza di Roma – Bisogna imparare invece ad assumere al meglio i carboidrati».
La prima regola? «Cucinare la pasta sempre al dente in modo che abbia il minor impatto possibile sulla glicemia e non provochi quindi picchi di insulina che fanno ingrassare» commenta Piretta.
Leggerezza nei condimenti
«Fondamentali sono poi i sughi con cui si condisce la pasta» continua Piretta. L’abbinamento ideale è naturalmente con le verdure che completano il piatto dando un senso maggiore di sazietà e aggiungendo nutrienti preziosi come le vitamine e i minerali.
Attenzione poi ai grassi che si usano come condimenti: l’olio extravergine resta il migliore, soprattutto se aggiunto a crudo, in quantità non superiori a un cucchiaio per piatto.
«In questa stagione dell’anno ideale è accompagnare la pasta al dente con un sugo di funghi mentre in primavera con uno di asparagi, per avere un bassissimo indice glicemico e un piatto assolutamente in linea» conclude Piretta.