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Artrosi al ginocchio: la cartilagine si ripara con le staminali

È disponibile una nuova tecnica artroscopica che permette di ricreare tessuto nuovo senza lasciare cicatrici. Ecco come funziona

credits: iStock




Soffri di artrosi? Oggi la degenerazione delle cartilagini, che colpisce soprattutto ginocchia e caviglie, può essere “riparata” con una tecnica di bioingegneria tissutale. Si chiama IORG1 e vanta una casistica di 13 anni di applicazione sperimentale, con una percentuale di successo del 92%.

«Con i tradizionali interventi riparativi vengono fatte, a livello della caviglia o del ginocchio, delle microperforazioni ossee in modo da stimolare la rigenerazione cartilaginea attraverso un afflusso di sangue», spiega Sandro Giannini, professore emerito di ortopedia e traumatologia all’Università di Bologna.

«Si tratta però di un intervento invasivo e doloroso che porta a una riparazione parziale. La cartilagine che si forma, infatti, è di qualità inferiore a quella presente in natura nei giovani, perché composta da tessuto fibroso, una cicatrice che con il passare degli anni va incontro ad artrosi».


15 anni fa la svolta ingegneristica

Con l’avvento della bioingegneria tissutale, si è cominciato a fare autoinnesti di cellule cartilaginee prelevate dal paziente messe in coltura per un mese e poi riapplicate nella zona da riparare. Fatto che comportava due atti chirurgici  distinti: il primo, di prelievo, in artroscopia (tecnica mininvasiva, che prevede solo due “forellini”) e il secondo, di innesto, con incisioni tradizionali.

«Grazie a IORG1, invece, ora è possibile fare tutto in una sola seduta in day-hospital, con la tecnica artroscopica che non lascia cicatrici», prosegue il professor Giannini.

«Dalla cresta iliaca del paziente con una siringa si aspira un campione di sangue midollare, si isolano le cellule staminali e quelle in cui vivono e si applicano sulla lesione, dopo averle trasferite su un supporto di collagene».

Nessun dolore, ripresa immediata e l’unica accortezza che per quattro settimane occorre non caricare l’arto, e dalla 4ª alla 6ª si può iniziare con un carico parziale.

Come dimostrano gli studi condotti su 350 pazienti, di cui quello pubblicato nell’ottobre 2016 sul Journal of experimental Orthopaedics, il processo rigenerativo innescato dalle staminali va avanti fino a 18 mesi dall’intervento. E la cartilagine che si forma è composta da tessuto nuovo, giovane e sano».


Perché si usurano?

Le lesioni osteocondriali, che interessano la cartilagine articolare e l’osso sottostante, possono essere dovute a piccoli traumi ripetuti (tipici di chi pratica uno sport agonistico, che comporta stress articolare) o a un solo trauma importante, come una distorsione o una frattura dovuta a un incidente.

«Si riscontrano anche nei giovani che hanno una predisposizione costituzionale o in coloro che manifestano un non corretto allineamento degli arti», avverte il professor Giannini.

«Avere il ginocchio valgo (cioè con deviazione verso l’esterno così da disegnare le gambe a “x” oppure varo (deviato all’interno, come nelle “gambe da cavallerizzo”) favorisce l’usura delle cartilagini del ginocchio, chiamate ad assorbire sollecitazioni anomale.

Così come i piedi piatti o cavi possono causare una precoce usura delle cartilagini della caviglia, per le continue tensioni sulla parte esterna o interna del piede». Per questo è importante correggere i difetti di appoggio del piede.


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Articolo pubblicato sul n. 37 di Starbene in edicola dal 29/08/2017


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