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Denti: come avere un sorriso smagliante e mantenerlo nel tempo

La scarsa igiene orale, il fumo. Ma anche le diete sbagliate o semplicemente la predisposizione genetica possono mettere in pericolo la salute della bocca. Qui trovi le soluzioni più efficaci per difenderla da ogni nemico

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Le cure che dedichiamo al benessere orale lasciano parecchio a desiderare: un’indagine condotta dall’Accademia italiana di conservativa su mille genitori di bambini e ragazzi under 14, ha appurato che il 33% degli intervistati si lava i denti soltanto una volta al giorno. E non è l’unico dato preoccupante: ben il 65% prenota una visita dal dentista solo in caso di necessità, come dolori e infezioni.

Eppure, la giusta prevenzione e la capacità di riconoscere i primi segnali di pericolo sono fondamentali se desideri mantenere in salute il sorriso: «Queste mosse si rivelano vincenti anche per tutto l’organismo, su cui il benessere dentale si ripercuote», spiega il dottor Massimo Mingardi, odontoiatra e docente a contratto all’Università Bicocca di Milano.

Ecco, quindi, una guida completa per aiutarti a individuare i problemi più comuni e i suggerimenti dei nostri esperti per prevenirli e affrontarli in maniera diretta ed efficace.


Manovre soft se sono troppo sensibili

Ghiaccioli, gelati e bevande fredde innescano dolori particolarmente acuti? Colpa dell’ipersensibilità dentinale: «Colpisce soprattutto quando si lavano i denti usando spazzolini extra strong con troppo vigore, in grado di provocare delle abrasioni allo smalto», spiega il dottor Massimo Mingardi. «I tubuli dentinali (dei microtunnel che colle gano l’esterno del dente con l’interno) si aprono e gli stimoli termici irritano la polpa, in diretta comunicazione con i nervi che conducono il dolore al cervello».

Per correre ai ripari, procurati uno spazzolino di media durezza e osserva una corretta igiene orale. Chi ha la mano troppo pesante può usare un modello elettrico, già calibrato per evitare rischi a carico del sorriso.

Inoltre, occhio alla scelta del dentifricio: «Meglio orientarsi su prodotti poco aggressivi, con un Rda (il coefficiente di abrasività, lo trovi indicato sulla confezione) inferiore a 70», suggerisce il professor Roberto Weinstein, direttore di Humanitas dental center a Rozzano (Milano).

Quindi, attenzione anche all’alimentazione: «Le bevande troppo acide, come quelle a base di cola, contengono anidride carbonica, che ha un’azione corrosiva sullo smalto dei denti. Meglio limitarne il consumo», continua l’esperto. «Se nonostante la prevenzione si resta ugualmente molto reattivi al freddo, è bene ricorrere a un dentifricio per denti sensibili. Questi prodotti contengono dei principi attivi che favoriscono la mineralizzazione dello smalto e la desensibilizzazione», consiglia il dottor Massimo Mingardi.


Gengive infiammate: vai dall'igienista dentale

Quando l’ipersensibilità si associa a gengive arrossate, che fanno male al tatto o sanguinano (anche poco) durante lo spazzolamento o la pulizia con il filo interdentale, subito dal dentista.

Sono i sintomi della gengivite, l’infiammazione del tessuto che riveste il colletto dei denti e forma le arcate dentarie, problema che coinvolge 6 italiani su 10. «La causa è l’accumulo di placca batterica nel bordo gengivale, che innesca la reazione del sistema immunitario e dà il via a uno stato infiammatorio», chiarisce il dottor Massimo Mingardi.

L’imputato principale è la cattiva igiene orale, ma anche la gravidanza non è esente da responsabilità: «Ben il 40% delle future mamme nel corso dei 9 mesi accusa problemi gengivali. Colpa degli elevati livelli di estrogeni nell’organismo delle donne in attesa, che rendono le gengive più esposte agli attacchi della placca batterica», puntualizza il professor Roberto Weinstein.

«Al primo accenno di sanguinamento, o quando si sta mettendo in cantiere un bebè, è bene rivolgersi al dentista. L'esperto, grazie a sedute periodiche di igiene dentale professionale, effettuate con ultrasuoni e strumenti manuali, rimuoverà la placca. No invece a dentifrici per gengive che sanguinano, risciacqui con collutori antisettici, integratori o rimedi naturali: non sono in grado di bloccare la gengivite, che è un’infezione sostenuta dai germi».


Contro la parodontite c'è lo "scaling"

La gengivite va sempre presa sul serio perché può evolvere in parodontite, un’infezione provocata da alcuni germi come il Porphyromonas gingivalis o il Fusobacterium nucleatum, presenti nel microbiota orale, che prendono il sopravvento: «Le gengive cominciano ad arretrare e, progressivamente si formano delle tasche parodontali dove i batteri si replicano indisturbati. Qui, infatti, diventa impossibile stanarli sia con lo spazzolino, sia con antisettici o antibiotici. Inoltre, colonizzano tutto il sistema di sostegno del dente, distruggendolo e provocandone la caduta», spiega il professore Gianfranco Aiello, presidente dell’Accademia di estetica dentale a Milano e Salerno.

Nei confronti di questa malattia esiste una predisposizione, ma una ricerca condotta dall’Ohio State University (Usa) ha identificato alcuni fattori che possono favorirla, come fumo e obesità: «La nicotina altera la popolazione di batteri presenti nella bocca e riduce la microcircolazione, rendendo più vulnerabili le gengive. I chili di troppo, invece, innescano uno stato infiammatorio cronico che può interferire con la salute della bocca», continua l’odontoiatra.

Per giocare d’anticipo, quindi, evita le sigarette e usa il filo interdentale, in modo da eliminare la placca batterica sia dal bordo gengivale, sia dagli spazi fra un dente e l’altro. «Se la malattia si è già fatta strada si può bloccare con una pulizia profonda, eseguita dal dentista con 2 tecniche: lo scaling e la levigatura radicolare. La prima provvede ad asportare il tartaro, mentre la seconda elimina dalle radici il cemento infetto, il tartaro sottogengivale e i batteri che si annidano delle tasche. Un trattamento che va ripetuto seguendo un calendario personale», afferma il professor Gianfranco Aiello.


L’agopuntura ti può dare una mano

In caso di parodontite la pulizia profonda della bocca è uno step fondamentale, ma se ne possono ottimizzare i risultati con l’agopuntura, trattamento complementare i cui potenziali benefici sono stati al centro di una revisione sistematica pubblicata sul Journal of Acupuncture and Meridian Studies: «Secondo i ricercatori, la terapia con gli aghi riduce le reazioni infiammatorie di cui sono vittime gengive e sistema di ancoraggio dei denti, rinforzando in maniera mirata il sistema immunitario», spiega il dottor Emilio Minelli, medico di famiglia e agopuntore a Milano.

«Se le gengive sono arrossate, gonfie e sanguinano, il medico agisce stimolando i punti del meridiano di stomaco e di grosso intestino, localizzati rispettivamente all’angolo ungueale esterno del secondo dito del piede e sul punto del palmo della mano compreso tra la base dell’indice e quella del pollice. Quando la malattia si manifesta con gengive atrofiche, che arretrano e sanguinano poco, l'esperto provvede a pungere il punto 6 milza (localizzato nella parte interna della caviglia, 4 dita al di sopra del malleolo) e il 24 vaso concezione (posto nel solco tra il labbro inferiore e il mento). Le sedute necessarie sono una decina», conclude l'esperto.


Carie: con l'esame della saliva scopri se sei a rischio

Con 2,5 miliardi di persone colpite e 190 milioni di nuovi casi all’anno, la carie è fra le malattie più diffuse al mondo.

A correre maggiori pericoli è chi fa un largo uso di zuccheri, come quelli contenuti in dolci e bevande gassate: «Aumentano l’acidità orale, fattore che facilita l’erosione dello smalto, e favoriscono la crescita dello Streptococcus Mutans, primo responsabile del problema», chiarisce il professor Roberto Weinstein.

La prevenzione ideale? Una corretta igiene della bocca e la riduzione di dolci e bibite industriali. Utile, invece, il consumo quotidiano di 3-4 chewing-gum allo xilitolo, un dolcificante vegetale che secondo una ricerca dell’Università di Milano è in grado di ridurre del 30% la comparsa delle lesioni cariose. «Inoltre, è importante pianificare delle visite periodiche di controllo dal dentista. I bambini dovrebbero fare la prima intorno ai 4 anni, la seconda verso i 6, passando poi a un check a cadenza annuale», continua l’esperto.

«Per teenager e adulti il calendario di controlli va personalizzato e stilato in base allo stato di salute di gengive, denti e alla cariorecettività individuale (la resistenza nei confronti della carie), valutabile attraverso un semplice esame della saliva che dosa la quota dello Streptococco Mutans e di altri batteri cattivi presenti nella flora orale. Se questa è alta, i controlli devono essere ravvicinati, sino a 4 sedute l’anno».

Un’indicazione valida anche per chi russa: «Respirare a bocca aperta “asciuga” il cavo orale e fa evaporare il sottile strato protettivo di saliva che, grazie a enzimi antibatterici, anticorpi e sali minerali, assicura una buona detersione delle superfici dentali, il bilanciamento del pH e la rimineralizzazione dello smalto, proteggendo la dentatura», continua l’odontoiatra.

Grazie ai controlli personalizzati, il dentista mette in campo una serie di misure preventive per evitare rischi di carie: «Può prescrivere dei collutori al fluoro o, quando la cariorecettività è alta, applicare sui denti un apposito smalto al fluoro che li rende più resistenti all’azione erosiva dello Streptococco mutans», illustra il professor Weinstein.

Ma non solo: «Il dentista può sfruttare delle tecnologie mirate che, senza utilizzare i raggi X (come previsto per le tradizionali radiografie), risultano utili per la diagnosi precoce delle lesioni, anche minime. Come il DIAGNOcam, un dispositivo che grazie a un laser a fluorescenza “illumina” l’interno del dente, rivelandone ogni particolare con immagini ad alta definizione. Si ottiene così una fotografia precisa che mette a nudo anche le lesioni nascoste praticamente invisibili, come quelle nei punti di contatto tra un dente e l’altro o presenti sotto lo smalto. Quindi, una volta identificate sul nascere, possono essere eliminate nel modo meno invasivo possibile», rassicura il dottor Massimo Mingardi.


Per raddrizzare, sì alle mascherine invisibili

Avere un sorriso irregolare non causa solo un disagio estetico, ma può generare problemi di salute: «Capita soprattutto quando i denti sono affollati (tendono a “scontrarsi” l’uno contro l’altro), fattore che aumenta i rischi di carie, gengiviti e parodontiti. In questi casi è impossibile utilizzare il filo interdentale e la placca si accumula indisturbata», avverte il professor Weinstein. «Problemi di salute in agguato anche in caso di malocclusione (i denti dell’arcata superiore non sono ben allineati con quelli della parte inferiore), che può causare mal di testa, dolori alla cervicale o vertigini», rimarca Massimo Mingardi.

La soluzione? L’apparecchio ortodontico: «Oggi, per chi non ama esibire una bocca tutta fili e gancetti, ci sono quelli invisibili. Si tratta di mascherine trasparenti e rimovibili da applicare sulle arcate che, oltre ad essere discrete, sono più facili da gestire», interviene Roberto Weinstein. «In questo caso non è necessario depennare alimenti acidi o appiccicosi dalla dieta, come capita a chi porta l’apparecchio fisso perché c’è il rischio che si incastrino nei ferretti. Dopo aver consumato questi cibi basta semplicemente togliere le mascherine e lavarsi i denti con un normale spazzolino e un dentifricio al fluoro, senza per forza ricorrere a scovolini o a fili superfloss», conclude l’esperto.


Se devi mettere un ponte o un impianto

Quando si deve ricorrere a corone, protesi o impianti è fondamentale essere bene informati ed effettuare qualche controllo, senza affidarsi ciecamente allo specialista. Il rischio, infatti, è che vengano utilizzati prodotti di scarsa qualità, in grado di nuocere alla salute.

L’Accademia italiana di odontoiatria protesica (Aiop), fornisce una serie di consigli pratici per evitare brutte sorprese. Il primo: chiedere al dentista la dichiarazione di conformità della protesi, come previsto dalla direttiva 93/42 CEE. Si tratta di una sorta di passaporto rilasciato dal laboratorio odontotecnico, con informazioni sui materiali utilizzati per la sua realizzazione, che rende il prodotto sicuro e tracciabile.

Inoltre, prima che lo specialista esegua la terapia è importante domandare quali sostanze intenda usare, informandolo di eventuali allergie; dopo aver installato la protesi, invece, occorre monitorare e segnalare subito eventuali reazioni avverse.

Per chi desidera saperne di più, l’Aiop mette a disposizione sul suo sito (aiop.com) un opuscolo divulgativo sui tipi di materiale impiegati per la costruzione delle protesi e le loro caratteristiche. Inoltre, sul portale è anche disponibile una sezione dedicata alla tossicità delle materie utilizzate.



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Articolo pubblicato sul n. 21 di Starbene in edicola dal 08/05/2018

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