La dermatite atopica è una condizione molto comune, che compare nell’infanzia già dal secondo mese di vita e che può regredire completamente o cronicizzarsi nel corso degli anni. La dermatite atopica, caratterizzata da pelle rossa, pruriginosa e macchiata, risulta essere sempre più frequente negli ultimi anni e riconosce sia una componente genetica che ambientale: nei bambini a scatenarla è il contatto con allergeni come il polline, il pelo di cane e gatti, gli acari, la polvere o gli allergeni alimentari.
La pelle con dermatite atopica si presenta arrossata, pruriginosa, costellata di macchioline rosse, molto secca ed esposta a lesioni: questa condizione non è assolutamente infettiva e una volta che compare si può tenere solamente sotto controllo. Generalmente, le lesioni scompaiono completamente durante l’adolescenza, periodo prima del quale il disturbo si manifesta con un andamento recidivante, ovvero alternato tra periodi di completa remissione e altri in cui il disturbo si riaccende.
La dermatite atopica, oltre a comprendere una componente genetica, riconosce una forte componente ambientale, motivo per cui l’entità delle lesioni può essere ridotta evitando il contatto con acari, muffe, pollini e peli di animali. Inoltre, per quanto possibile, bisognerebbe proteggere la pelle tanto dai rigori dell’inverno, quanto dal caldo eccessivo, ricordando sempre che alcuni tessuti (come la lana o i tessuti più ruvidi) possono peggiorare l’aspetto delle lesioni.
L’aspetto delle lesioni da dermatite atopica inoltre sono peggiorate dal fumo di sigaretta, dal sudore e anche da alcuni cibi, tra cui quelli con la maggiore influenza sulla condizione comprendono i prodotti caseari e i cibi acidi come il pomodoro. Secondo alcuni poi, la patologia riconoscerebbe anche una componente psicologica, in quanto le lesioni possono peggiorare anche a causa di un forte stress emotivo.
Farmaci d’elezione per il trattamento della condizione sono sicuramente i farmaci cortisonici che attenuano i sintomi in virtù della loro forte azione antinfiammatoria. I cortisonici però, anche se usati per via topica, a lungo termine tendono a produrre numerosi effetti collaterali. Per ridurre i disagi creati dalla condizione è quindi importante idratare sempre la cute in profondità e ricordare che una corretta esposizione al sole può migliorare la condizione, poiché il sole si comporta come un blando cortisonico.
Come spiega la dott.ssa Chiara Franchi, dermatologa dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, «nelle fasi acute della malattia, le lesioni sono intensamente pruriginose, pertanto è fondamentale, nella gestione terapeutica, affiancare a corticosteroidi topici l'assunzione di antistaminici allo scopo di eliminare il prurito e l'instaurarsi di lesioni da grattamento che possono andare incontro a sovrainfezione batterica. La cute infatti dei soggetti atopici è abbondantemente colonizzata da stafilococco aureo».
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