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Dalla candida alla tinea: come prevenire e curare le micosi

La pelle è fra i bersagli preferiti delle infezioni causate dai funghi. Ecco tutte le regole per prevenirle, riconoscerle e correre subito ai ripari

Foto: iStock




Umidità, temperature in aumento e sudorazione che si fa via via più intensa creano le condizioni ideali per la diffusione delle micosi. E così, con l’arrivo dei primi caldi, scatta una sorta di allarme rosso per la pelle, bersaglio privilegiato di queste infezioni. 

I funghi che le provocano sono agevolati da abitudini sempre più diffuse come la frequentazione di palestre e piscine, dove gli ospiti indesiderati sono in grado di celarsi negli spazi comuni (come docce e spogliatoi). Ma non solo: anche la convivenza con gli animali domestici può esporre a qualche rischio.

Ecco, allora, come tenere alta la guardia e, in caso di infezione, intervenire con il rimedio più efficace.

LA TINEA COLPISCE I PIEDI

Il piede, anche quello più pulito e curato, è una delle vittime più frequenti delle micosi: una ricerca condotta dal National Human Genome Research Institute di Bethesda (Usa), pubblicata sulla rivista Nature, ha mappato le colonie dei funghi che scelgono come dimora le estremità, scoprendo che sulla pianta, sotto le unghie e negli spazi fra le dita se ne trovano quasi 200 specie diverse.

Di solito, convivono pacificamente con il loro ospite, ma quando trovano le condizioni favorevoli iniziano a proliferare e attaccano l’epidermide. È quello che succede quando prende il sopravvento la tinea pedis, responsabile del piede d’atleta: «Questo fungo colpisce gli spazi tra un dito e l’altro (soprattutto quello fra il quarto e il quinto) provocando prurito, bruciore, arrossamento, pelle desquamata, molto secca e fissurata», avverte la dottoressa Alessandra Narcisi, ricercatrice in dermatologia presso l’Humanitas University, a Milano.

«Poche regole igieniche sono sufficienti per abbassare i rischi di contagio: no all’uso promiscuo di scarpe e ciabatte, evita di portare per troppe ore di seguito calzature da tennis poco traspiranti e, dopo la doccia, asciuga con attenzione lo spazio tra un dito e l’altro perché l’umidità facilita le aggressioni micotiche». Quindi, muoviti indossando sempre un paio di infradito di gomma, strettamente personali, sia quando cammini sui bordi della piscina, sia nelle aree relax e negli spogliatoi.

Se nonostante queste attenzioni l’infezione si fa ugualmente strada, meglio consultare il dermatologo: «Creme o polveri a base di antimicotici, da stendere sulla lesione per almeno 2-4 settimane, sono in grado di far piazza pulita della tinea pedis, meglio se associate a polveri assorbenti a base di sali di alluminio, da cospargere nei calzini. Poi però, una volta guariti, occorre ricordare che l’infezione potrà ripresentarsi quando le difese immunitarie si abbasseranno, come capita nei cambi di stagione, per esempio. In questo modo potrai intervenire in maniera tempestiva già alle prima avvisaglie», specifica la dermatologa.

LA CANDIDA SI INSINUA NELLE PIEGHE DEL CORPO

L’eccessiva sudorazione può favorire la candida albicans, un fungo che colonizza la pelle (ma anche le mucose intime), permettendogli di proliferare fra le pieghe del corpo.

A correre particolari rischi è la zona sotto il seno, dove possono “fiorire” macchie rosse con delle piccole bollicine lungo tutto il bordo, molto pruriginose: «Si tratta di una micosi chiamata intertrigine sottomammaria e colpisce soprattutto le donne in sovrappeso, oppure obese, con un seno importante. Ma sono a rischio anche quelle che, magari senza saperlo, soffrono di diabete di tipo 2, malattia che favorisce la proliferazione della candida», mette in guardia la dottoressa Alessandra Narcisi.

In caso di infezione niente paura, perché le cure non mancano: «Creme antimicotiche da utilizzare per 2-3 settimane, associate a polveri assorbenti e fazzoletti di cotone o a garze da mettere sotto il seno, per ridurre la macerazione indotta dal sudore». Quindi, per evitare recidive è importante perdere peso e valutare, con l’aiuto del medico, i valori della glicemia: se sono sopra la norma e si soffre di diabete, una dieta mirata o l’assunzione di farmaci antidiabetici possono tenere a bada la malattia e, indirettamente, salvaguardare anche la salute della pelle», specifica l’esperta.

IL PITYROSPORUM COLPISCE COLLO, BRACCIA E TORACE

Con la bella stagione può capitare di fare i conti con il funghetto di mare, ovvero la Pitiriasi Versicolor, micosi dovuta a un fungo (il pityrosporum orbicolare) che fa normalmente parte della flora cutanea e che si rende evidente proprio quando ci si espone al sole.

Spiaggia e onde, invece, non c’entrano affatto: «L’infezione, con la complicità dei raggi ultravioletti, provoca la comparsa di chiazze tondeggianti che si espandono dal collo a braccia e torace, e virano rapidamente dal colore rosa al camoscio e al bianco, spiccando sull’abbronzatura», spiega la dottoressa Alessandra Narcisi.

Più frequente nelle persone che sudano molto e hanno un sebo con una precisa composizione, in grado di rendere virulento il fungo, questa infezione non è contagiosa. «Per debellare l’ospite indesiderato basta ricorrere ad antimicotici in crema, da applicare sulla pelle per 15 giorni, cui occorre associare uno shampoo medicato, da effettuare 2-3 volte alla settimana, perché il pityrosporum sceglie come dimora privilegiata il cuoio capelluto. Infine, una volta guariti, si può riprendere con i bagni solari, poiché le macchie si scuriscono, assumendo lo stesso colore del resto dell’incarnato», tranquillizza la dermatologa.

IL MICROSPORUM PUÒ FARSI STRADA IN MOLTE ZONE

Rischio micosi anche a causa degli animali, soprattutto quelli randagi: alcuni funghi (come il microsporum canis), che si nutrono delle cellule superficiali del manto, possono contagiare gatti, cani e cavalli, e da lì passare alle persone, in particolare i bambini.

«L’infezione si manifesta con una o più macchie a forma di anello, con il bordo rosso definito e, talvolta, con minuscole vescicole e crosticine, pruriginose, localizzate su braccia, gambe, volto, collo o tronco», elenca l’esperta. «La sola visita dermatologica è sufficiente per la diagnosi ma le cure (creme antimicotiche da applicare per 3 settimane) vanno associate a rigide misure per evitare che l’infezione si diffonda o sia passata ad altri componenti della famiglia».

Il microsporum è molto contagioso e, proprio per questa ragione, le macchie vanno coperte con garze o cerottini, per evitare che, grattandosi, il paziente rischi di autoinfettarsi nuovamente. «Tassativo anche l’uso di asciugamani strettamente personali oppure di soluzioni “usa e getta”, con cui bisogna semplicemente tamponare la pelle. Frizionare la cute, infatti, faciliterebbe la comparsa di altre lesioni», dice la dermatologa. Se si hanno animali da compagnia, inoltre, meglio sottoporli a un controllo dal veterinario.


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Articolo pubblicato sul n. 19 di Starbene in edicola dal 24/04/2018

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