Alluce valgo: che cos’è e che cosa fare contro la “cipolla”

C’è una nuova tecnica per trattare l’alluce valgo. Si chiama Pbs e permette di riallineare la cipolla in 10 minuti, grazie a strumenti miniaturizzati




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Oltre un terzo della popolazione femminile soffre di alluce valgo, la deformità della parte anteriore del piede conseguente alla deviazione dell’alluce verso le altre dita. Da qui deriva la cosiddetta “cipolla”, il tipico rigonfiamento laterale a livello della testa del primo metatarso che provoca dolore e infiammazione, creando attrito con le calzature.

C'è una soluzione poco invasiva che si chiama Pbs (Percutaneous Bianchi System): è una tecnica messa a punto dal chirurgo ortopedico Nicola Del Bianco e praticata anche da altri specialisti in diverse città italiane.


Alluce valgo, quali sono le cause

Sono diverse le cause dell’alluce valgo, tormentone di molte donne “over 50”: tra queste, la predisposizione familiare, l’obesità e il sovrappeso, l’uso di tacchi alti, nonché le deformità congenite come i piedi piatti e pronati.

«La maggior frequenza in menopausa è dovuta sia al perpetrarsi di atteggiamenti posturali scorretti, come l’iperlodosi lombare, sia al calo degli ormoni protettivi sulle ossa, associato a deficit di vitamina D e calcio», spiega il dottor Nicola del Bianco.


In che cosa consiste la nuova tecnica 
A differenza delle precedenti tecniche percutanee, cioè con minincisioni sulla pelle e assenza di placche, viti o fili metallici, la Pbs consente di trattare tutti i gradi di alluce valgo, dal più lieve al più grave, con un’angolazione superiore anche ai 45 gradi.

In che cosa consiste? «Attraverso una strumentazione particolare, creata apportando delle modifiche agli strumenti operativi in uso, si praticano due o tre incisioni di due millimetri, attraverso le quali introdurre delle minifrese del diametro di un millimetro», spiega il dottor Nicola Del Bianco.

«Queste frese modificate hanno dentini molti sottili e con angolazioni diverse per permettere di operare sull’osso in maniera più precisa e localizzata delle tradizionali tecniche percutanee. Vengono manovrate in senso rotatorio in modo da creare una frattura ad arte sul metatarso dell’alluce per riallinearlo, correggendone la deformità».

Altra novità della tecnica Pbs è che viene fatta un’anestesia locale selettiva, che “addormenta” soltanto l’alluce. L’intervento dura dieci minuti, il paziente viene dimesso in un paio d’ore e, grazie a un bendaggio funzionale, può appoggiare subito il piede a terra e “caricare” il peso corporeo. Basta indossare una scarpa ortopedica post-operatoria, da tenere per 15-20 giorni.


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