Tumori: le abitudini salva-vita

Modificare la dieta, abolire alcol e fumo e muoversi di più. La salute ne gioverà



di Ida Macchi

Studi alla mano, almeno 4 big killer della salute su 10 sono dovuti a un errato stile di vita. La prima abitudine da mettere al bando? Il consumo di carne lavorata (würstel, speck, salsicce...), che favorisce il tumore al colon-retto.


L’allarme è appena stato lanciato dall’International Agency for Research on Cancer (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). E poi il fumo, soprattutto se appartieni al gentil sesso: è proprio tra le donne che, complici le sigarette, il tumore del polmone è in aumento. Questo trend, però, può essere stoppato. Ecco quali sono le inversioni di marcia doc, per non giocarti la salute.


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PER DIFENDERE IL COLON


Mangia meno carne e affettati

«Un cambiamento di rotta è consigliabile se sei una patita della fettina di manzo o dei salumi», suggerisce il dottor Ermanno Leo, direttore della Chirurgia del colon–retto dell’Istituto dei Tumori di Milano. Secondo l’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, basta mangiare 50 g di carne lavorata al giorno per aumentare del 18% le probabilità di avere un cancro all’intestino (neoplasia che oggi nelle donne ha un’incidenza seconda solo a quella del tumore della mammella).

Nulla che non si sapesse già. «Una metanalisi svolta da ricercatori dell’Imperial College London aveva già dimostrato che il rischio si innalza del 36% consumando quotidianamente 100 grammi di salame, prosciutto & Co. e del 17% con la stessa quantità di manzo, maiale, vitello, cavallo fresco. Colpa del loro contenuto di grassi saturi e di ferro, minerale che aumenta la produzione di radicali liberi, dannosi per le cellule dell’organismo», spiega l’esperto.

 

Le buone abitudini

Non portare in tavola più di 2 porzioni di carne rossa (da 100 g l’una) e 1 di salumi (da 50 g) alla settimana. Riduci il consumo di formaggi e fritti e, come condimento, preferisci l’olio extravergine d’oliva. Assumi almeno 30 grammi di fibra al giorno, arricchendo la tua dieta di frutta, cereali integrali e legumi: favorirai il transito intestinale e contrasterai le infiammazioni che sono un fattore di rischio per lo sviluppo dei tumori del colon.

 

I fattori di rischio

> Dieta: troppa carne lavorata (salata, affumicata, contenente conservanti o antiossidanti), tante bistecche di bovino o maiale, poche fibre.

> Mancanza di esercizio fisico: la sedentarietà favorisce la pigrizia intestinale.

> Eccesso di vino e birra: l’alcol viene convertito in acetaldeide, una sostanza cancerogena; e riduce l’assorbimento dei folati, che proteggono il colon.

PER PROTEGGERE IL SENO


Rinuncia agli alcolici (o almeno riducili)

«Birra e vino aumentano il rischio di tumore al seno, sia prima sia dopo la menopausa. I pericoli legati all’alcol sono ancora più consistenti se si inizia a bere durante l’adolescenza », afferma la dottoressa Giovanna Gatti Luini, senologa dell’Ieo, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. «Una ricerca della Washington University School of Medicine di St. Louis ha dimostrato che consumare regolarmente alcol in giovane età aumenta del 13% le probabilità di avere un cancro della mammella da adulte».


Le buone abitudini 

Il segreto per non correre rischi? Concedersi solo 10 g al giorno di alcol (pari a un bicchiere di vino da 125 ml o a 250-300 ml di birra), come consiglia l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (airc.it). Anche ridurre le calorie è importante: contrasta l’obesità, nemico numero uno della salute del seno. La “ciccia” è infatti il laboratorio dove vengono prodotte sostanze pro-infiammatorie che concorrono ad aumentare il rischio di neoplasie.

«Cerca di mantenere il peso forma con la regola del “piatto sano”: suddividilo in 4 parti, poi riempi la prima con verdure e ortaggi, la seconda con frutta di stagione, la terza con pasta, riso, farro, pane (meglio se integrali) e la quarta con pesce, carne bianca, uova o legumi», consiglia la dottoressa Gatti Luini.

 

I fattori di rischio 

> Età: il rischio aumenta fino alla menopausa, poi diminuisce e torna a salire passati i 60 anni.

> Storia riproduttiva: lungo periodo fertile, mancato allattamento al seno.

> Stili di vita: sovrappeso, sedentarietà, abuso di alcol.

> Predisposizione: familiare e genetica.

PER SALVARE LA VESCICA


Riconquista il peso forma 

Un eccesso di grassi di origine animale (forniti da burro, formaggi, salumi, carne rossa) è un’abitudine che influisce sulla genesi del tumore della vescica, che è tre volte più frequente nei maschi. Gli errori a tavola possono nuocere ulteriormente alla salute del tuo lui: l’obesità è infatti un fattore di rischio per il tumore della prostata.


Le buone abitudini 

Apporta i giusti cambiamenti alla dieta (meno grassi e calorie). «C’è poi un’ulteriore regola che è quella di non farti mancare un minimo di attività fisica, perché i sedentari hanno una probabilità del 20-40% in più di ammalarsi», sottolinea il dottor Stefano Mattioli, responsabile dell’urologia-laser del Centro chirurgico toscano di Arezzo.

«Oltre a contrastare il sovrappeso, il movimento tiene a bada i picchi di insulina che aumentano la secrezione di alcuni fattori di crescita responsabili dello sviluppo delle cellule tumorali. Peraltro, non occorre trasformarsi in forzati della palestra: bastano 20-30 minuti al giorno di cyclette, jogging leggero, nuoto o ballo. Chi è irrimediabilmente pigro può sostituirli con una camminata al giorno, a passo sostenuto, per 30-40 minuti».


 I fattori di rischio  

> Dieta: eccesso di grassi di origine animale (burro, formaggi, carne).

> Sedentarietà: favorisce l’obesità che aumenta le probabilità di tumori alla prostata e alla vescica.

> Fumo: l’acido nicotinico viene eliminato attraverso le vie urinarie: ristagna in vescica e può dare il via a mutazioni a rischio.

PER TUTELARE I POLMONI 


Butta subito le sigarette

Forse non lo sai, ma dire addio alle bionde è una scelta utile a qualsiasi età. «Uno studio dell’Istituto dei tumori di Milano, appena presentato all’ultima World Conference of Lung Cancer, dimostra che smettere drasticamente di fumare, anche dopo i 60 anni, riduce il rischio di mortalità del 50%, un obiettivo superiore a qualsiasi altro garantito dai farmaci e dalle cure oggi a disposizione per questo tipo di tumore», spiega il dottor Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia toracica dell’Istituto dei tumori di Milano.

  

Le buone abitudini 

Oltre a smettere di fumare metti al bando dolci e soft drink, vere bombe di zuccheri semplici che mandano alle stelle l’insulina, consuma frutta e verdura in abbondanza (le fatidiche 5 porzioni al giorno) con un occhio di riguardo per il pomodoro. Contiene licopene che, stando a un’indagine pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha una particolare efficacia nel proteggere gli organi della respirazione.

Infine, adotta buone abitudini che riducono l’impatto dell’inquinamento: anche se in modo marginale, ha un ruolo nella genesi del tumore polmonare. Evita di camminare o, peggio, di fare jogging nelle vie trafficate (per identificarle, puoi controllare Google Maps sul tuo smartphone) dove si concentra il temibile PM 10, in cui sono dissolti anche metalli pesanti che infiammano cronicamente i bronchi.


I fattori di rischio 

> Fumo di sigaretta: contiene sostanze irritanti, catrame, ossido di carbonio.

> Inquinamento atmosferico: le polveri sottili irritano le vie respiratorie.

> Esposizione a sostanze tossiche: amianto, metalli pesanti, radon.

Articolo pubblicato sul n. 46 di Starbene in edicola dal 3/11/2015


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