Seppur sia in gran parte determinato dal rapporto tra calorie ingerite ed energia consumata (motivo per cui, se si mangia troppo e ci si muove poco, è molto probabile incorrere in sovrappeso ed obesità), anche l’invecchiamento svolge un certo ruolo nel determinare il peso corporeo.
La massa muscolare infatti tende a diminuire con l'età, e con essa anche la velocità con cui il corpo brucia le calorie: in post-menopausa poi, il calo dei livelli di estrogeni può influenzare la distribuzione del grasso all’interno del corpo, causando un accumulo del tessuto adiposo sulla pancia, tutti fattori che rendono maggiormente difficile il mantenimento di un peso sano.
L’eccesso ponderale ed il grasso addominale sono condizioni molto pericolose per la salute femminile, poiché espongono le donne ad un maggior rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e metaboliche (prima fra tutte il diabete di tipo 2) nonché alcuni tipi di tumore.
Secondo una ricerca canadese però, la pratica di un’attività fisica potrebbe permettere di abbattere esponenzialmente non solo i livelli di grasso corporeo totale, ma anche il rischio di sviluppare alcune gravi patologie associate con l’eccesso di peso, come il tumore al seno.
Nel corso di una sperimentazione infatti, un gruppo di ricercatori dell’organizzazione canadese Alberta Health Services ha coinvolto 400 donne in post-menopausa, fisicamente inattive, in uno studio clinico della durata di un anno.
Le partecipanti sono state equamente suddivise in due gruppi: il primo è stato sottoposto ad un programma di allenamento aerobico di 150 minuti a settimana, mentre il secondo di 300 minuti.
I risultati hanno evidenziato come le donne (ed in particolare coloro che erano affette da obesità) che si sono dedicate all’esercizio fisico per 300 minuti a settimana abbiano beneficiato di un ingente abbassamento della percentuale di grasso corporeo totale, un risultato degno di nota soprattutto perché un’alta percentuale di grasso corporeo in post-menopausa è stato associato ad un aumentato rischio di sviluppare un tumore al seno, così come evidenziato anche da uno studio recentemente pubblicato sulla rivista JAMA Oncology.
E non solo: «un probabile collegamento tra attività fisica e rischio di cancro al seno in post-menopausa è supportata da più di 100 studi epidemiologici, che hanno rilevato come l’abbassamento della percentuale di grasso corporeo sia un importante (anche se non l'unico) mediatore di questa associazione» precisa la dottoressa Christine M. Friedenreich, autrice dello studio.
«I risultati ottenuti dalla nostra sperimentazione – prosegue la ricercatrice – soprattutto per quanto riguarda le donne affette da obesità, forniscono un incentivo per incoraggiare le donne in post-menopausa a dedicarsi alla pratica di un’attività fisica per almeno 300 minuti a settimana, ovvero la quantità di esercizio fisico minima raccomandabile per prevenire l’insorgenza del cancro al seno».
Ma quale attività fisica è risultata essere particolarmente efficace?
«In generale, qualsiasi attività aerobica che abbia permesso di aumentare la frequenza cardiaca del 65-75% è risultata particolarmente benefica – prosegue la dottoressa Friedenreich – Nello specifico, durante lo studio, le sessioni di allenamento hanno contemplato l’impiego della macchina ellittica e della bicicletta, nonché della corsa e di camminate a passo veloce».
Insomma l'attività fisica si rivela nuovamente una strategia non invasiva e assolutamente accessibile a chiunque per prevenire l’insorgenza di gravi patologie connesse con l’eccesso ponderale e l’invecchiamento.
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