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Valvola uretrale posteriore

Malformazione congenita maschile data dalla presenza nell’uretra di due pieghe mucose che impediscono il normale passaggio dell’urina contenuta nella vescica. Pur essendo rara, la valvola uretrale posteriore è la più frequente malformazione ostruttiva delle basse vie urinarie (vescica, uretra) nel bambino.


Sintomi e segni

Si tratta di una malformazione grave, talora accompagnata da altre anomalie congenite (duplicità renale, megauretere). Provoca una dilatazione della vescica e delle alte vie urinarie (reni, ureteri) che potrebbe comportare, qualora la valvola impedisse completamente il flusso urinario, insufficienza renale per distruzione di entrambi i reni. Se l’ostruzione è moderata, la valvola uretrale posteriore si manifesta con un getto minzionale anomalmente sottile, con perdite notturne di urina e infezioni urinarie ricorrenti.


Diagnosi

Si avvale dell’ecografia dell’apparato urinario, che mostra la vescica e le vie urinarie superiori dilatate; se la valvola è ostruttiva, la dilatazione è già visibile nel feto. Infine, l’uretrocistografia minzionale tramite puntura sovrapubica (esame radiologico della vescica e dell’uretra previa iniezione di un mezzo di contrasto in vescica attraverso una puntura al di sopra del pube) mette in evidenza la dilatazione dell’uretra a monte della valvola.


Trattamento e complicanze

Il trattamento consiste innanzitutto nel drenaggio della vescica, eseguito posizionando, in anestesia generale, una sonda uretrale o un catetere sovrapubico, in modo da eliminare la dilatazione di reni e ureteri (possono occorrere alcuni giorni o diverse settimane). In un secondo tempo si procede all’incisione e alla distruzione delle valvole uretrali per via endoscopica (uretroscopia). Si tratta di una procedura complessa, che comporta sequele frequenti (insufficienza renale, incontinenza urinaria, restringimento dell’uretra) e tali da giustificare una sorveglianza regolare (2-3 controlli l’anno) per alcuni anni, con ecografia, esame citobatteriologico delle urine e dosaggi ematici della creatinina e dell’urea.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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