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Salmonellosi -Terapia

Salmonellosi Manifestazioni cliniche Diagnosi Terapia

Il trattamento del tifo prevede la somministrazione di liquidi e la correzione degli squilibri degli elettroliti nel sangue, il riposo, l’uso di antipiretici (per esempio il paracetamolo), la somministrazione di una dieta leggera e morbida. Nei casi più severi sono necessari il ricovero in ospedale e la somministrazione di liquidi e alimenti per via endovenosa. È inoltre necessario iniziare rapidamente una terapia antibiotica con preparati idonei, come i chinolonici o le cefalosporine di terza generazione.

Per il trattamento dell’enterocolite non tifoide non è invece necessario l’u­ti­lizzo degli antibiotici, che non riducono la durata dei sintomi e paiono inoltre aumentare il rischio di ricadute. La terapia antibiotica può rendersi necessaria se l’infezione si estende al di fuori dell’intestino. È importante un’adeguata assunzione di liquidi e sali minerali per compensare le perdite dovute alla diarrea, mentre sono in genere da evitare i farmaci antidiarroici e va evitato il contagio delle persone che assistono i malati, soprattutto se costretti a letto o incontinenti. I bambini possono rientrare a scuola o all’asilo dopo la risoluzione dei sintomi.

Un problema molto rilevante è la selezione di ceppi di salmonella resistenti agli antibiotici. Ciò riguarda sia i sierotipi che causano il tifo, sia quelli che causano l’enterocolite non tifoide. Nel caso dei primi, i ceppi resistenti agli antibiotici determinano spesso una malattia più aggressiva e severa, con un aumento delle complicanze e della mortalità; sono stati recentemente evidenziati anche ceppi resistenti ai chinolonici (che fino a qualche anno fa rappresentavano una terapia efficace in tutti i casi), originatisi probabilmente in seguito al­l’im­piego indiscriminato di questi farmaci; al momento, quindi, si consiglia di limitare il loro utilizzo ai casi di effettiva necessità per non estendere il fenomeno delle resistenze. Nel caso dei ceppi che causano l’enterocolite non tifoide, il fenomeno della resistenza pare essere aggravato dal­l’u­ti­lizzo degli antibiotici negli allevamenti per stimolare la crescita degli animali.[E.G.]

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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