Pneumocistosi
Infezione polmonare causata da Pneumocystis carinii, detta anche polmonite interstiziale da P. carinii.
Contaminazione
L’agente infettivo, di classificazione incerta (parassita o fungo), è presente in tutte le regioni del mondo e ospite di molti animali, nei quali però non è all’origine di alcuna malattia particolare (è perciò detto saprofita). Pare essere meno diffuso in Africa. È probabile che la malattia si contragga attraverso le vie respiratorie, poiché l’agente infettivo è presente, sotto forma di cisti o allo stato vegetativo, negli alveoli polmonari dei pazienti affetti da pneumocistosi. Questa si manifesta soltanto nei soggetti le cui funzioni immunitarie (resistenza ai microbi) risultano alterate, per esempio nei malati di AIDS o leucemia, oppure in individui sottoposti a un trattamento immunosoppressore, che diminuisce la produzione dei globuli bianchi.
Sintomi e segni
Si riscontrano tosse secca, febbre e dispnea che si accentua in alcune settimane: la cute del paziente assume un colorito cianotico. La radiografia dei polmoni rivela un’opacità diffusa, più o meno marcata a seconda dello stadio della pneumopatia.
Diagnosi
Il lavaggio broncoalveolare (introduzione endoscopica di un liquido, che viene in seguito aspirato, nei bronchioli e negli alveoli polmonari), effettuato in anestesia locale, consente di raccogliere e analizzare l’agente infettivo presente nel siero aspirato.
Trattamento e prevenzione
L’assunzione di sulfamidici assicura in genere la guarigione. Per 3 settimane occorre procedere a un trattamento intensivo, seguito dalla somministrazione di dosi più leggere di sulfamidici finché persiste l’immunodepressione (fase di mantenimento). La prevenzione, in soggetti immunodepressi e malati di AIDS, si basa sull’assunzione di sulfamidici o su aerosol di pentamidina effettuati a intervalli regolari.
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