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MALATTIE DEL CONNETTIVO -Sindrome di Sjögren

MALATTIE DEL CONNETTIVO Malattie rare o frequenti? Qual è la causa? Come insorgono le lesioni nelle connettiviti? Classificazione delle connettiviti Lupus eritematoso sistemico (LES) Sclerosi sistemica o sclerodermia Polimiosite Sindrome di Sjögren Connettiviti indifferenziate Sindromi overlap (connettiviti da sovrapposizione) Connettivite mista o sindrome di Sharp Sindrome da anticorpi anti-tRNA sintetasi Sindrome da anticorpi antifosfolipidi

La sindrome di Sjögren si manifesta con ridotta o abolita produzione di lacrime e di saliva a causa di lesioni infiammatorie delle ghiandole lacrimali (ne consegue occhio secco, o xeroftalmia) e delle ghiandole salivari (con conseguente bocca secca, o xerostomia). Si tratta di una malattia abbastanza frequente, a netta prevalenza nel sesso femminile e con esordio nell’età adulta. Si distinguono una forma primitiva, caratterizzata dal solo interessamento delle ghiandole, e una forma associata ad altre connettiviti.

Oltre alla secchezza oculare e del cavo orale si possono avere lesioni a carico della cute e di vari organi interni, tra cui il polmone.

Il medico basa la diagnosi, nel paziente con sintomi che orientano verso questa malattia, con esami del sangue in cui ricerca la positività degli anticorpi anti-nucleo con specificità per l’anticorpo anti-SSA o anti-SSB.

Dato il carattere di relativa benignità della sindrome di Sjögren, l’atteggiamento terapeutico sarà tendenzialmente orientato ad alleviare i disturbi: trattamento locale della cheratocongiuntivite secca (instillazione frequente nel sacco congiuntivale di lacrime artificiali) e della xerostomia (frequente assunzione di liquidi, uso di chewing-gum o di spray o gel idratanti del cavo orale, ma anche una frequente e accurata igiene orale, soprattutto per la prevenzione della candidosi, e la costante sorveglianza dell’odontostomatologo per la facile insorgenza di carie dentarie). Di una certa utilità si è rivelato l’uso di farmaci capaci di stimolare la secrezione salivare (bromexina e più di recente pilocarpina), anche se la loro efficacia è condizionata dal grado di atrofia ghiandolare.

La terapia delle eventuali manifestazioni extraghiandolari concomitanti prevede l’uso di antinfiammatori non steroidei, cortisonici e idrossiclorochina. Gli immunosoppressori, in particolare ciclosporina A, ciclofosfamide e methotrexate, sono indicati nel trattamento delle manifestazioni extraghiandolari più severe della malattia.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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