Over 50, i rischi dello yoga se praticato con superficialità

C’è un fraintendimento: spesso lo yoga è consigliato agli over 50 come pratica dolce, per rompere la sedentarietà. Ma questa disciplina antica va praticata con consapevolezza. Altrimenti può presentare il conto con ulteriori acciacchi e problematiche



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Si fa presto a dire yoga. Quante volte abbiamo sentito persone over 50, magari digiune di qualsiasi attività sportiva e con gli acciacchi dell’età, ripetere come automi il consiglio del medico di base: «Non stia sempre sul divano, faccia un po’ di movimento, magari si iscriva a un corso di yoga».

Da pratica per pochi fanatici delle filosofie orientali, lo yoga è ormai una delle discipline (guai a chiamarlo "sport", il termine giusto sarebbe "pratica") più in voga soprattutto nella mezza età. Ovvero in quella stagione anagrafica in cui la vita comincia a presentare il conto magari di abitudini sregolate, sedentarie, di alimentazione scorretta.


Fare attività fisica, sì, ma non con superficialità

Ovunque, dallo studio medico ai siti internet e ai magazine specializzati in salute e benessere, l’input è uno solo: muoversi, fare sport, qualsiasi esso sia. C’è chi consiglia la cautela, la scelta della disciplina in base alla propria forma fisica, una frequentazione attenta e consapevole delle palestre, ma in generale la sollecitazione generale è di indossare pantaloncini e maglietta e cominciare a sudare.

Nel panorama dei consigli ai 50-60enni meno performanti, al primo posto c’è lo yoga, considerato nella visione generale (anche dai medici con scarsa conoscenza di tale pratica, ahinoi) come l’attività ideale per sciogliere le rigidità articolari, acquisire mobilità e con quel minimo di componente di meditazione capace di placare ansie e stress. Il modo ottimale per fare un minimo di movimento senza impegnare il fisico in esercizi troppo impegnativi che richiedono una base di allenamento acquisito negli anni e soprattutto più adatti alla giovane età.

In realtà questa è una visione superficiale che non tiene conto di come anche lo yoga possa essere molto impegnativo per il corpo e comportare rischi, se praticato in modo non graduale e guidato da trainer non specializzati.


I diversi tipi di yoga: a ciascuno il suo stile

Innanzitutto occorre fare chiarezza. Sotto il cappello del termine "yoga" c'è una serie di pratiche diverse per intensità e anche per modalità delle asana, ovvero le posture.

L'Hatha è la forma più dolce e rilassante, ideale per i principianti, si concentra sull'allineamento e sul mantenimento delle posture. Ha come focus l'unione di asana e respiro (pranayama).

Lo Iyengar ha come obiettivo la precisione delle posture e l'allineamento del corpo che viene raggiunto anche con l’aiuto di attrezzi come sedie, cinghie, cuscini, coperte.

Poi ci sono anche stili dinamici e intensi, alcuni dei quali sono più vicini alla ginnastica vera e propria che allo yoga. La loro caratteristica è di aumentare la forza e la resistenza. In questa categoria rientrano il Vinyasa Flow, un flusso continuo di movimento sincronizzato con il respiro, l'Ashtanga, che segue una sequenza fissa e rigorosa facendo seguire una asana dietro l’altra senza soluzione di continuità, e il Power Yoga, con posizioni che possono richiamare la ginnastica artistica.

Ci sono poi stili particolari. Il Kundalini è una combinazione di asana dinamiche o statiche con tecniche di respirazione potenti. La tecnica più famosa è la respirazione di Fuoco, un respiro rapido e ritmico attraverso il naso, usata per generare calore  e energia; la pratica si conclude con un profondo rilassamento seguito da meditazione. È conosciuto come lo yoga della consapevolezza perché non si concentra solo sul corpo ma lavora contemporaneamente su corpo, respiro, mente e energia.

Quindi c’è il Bikram o Hot Yoga che si pratica in ambienti molto riscaldati e ha come focus la flessibilità.

Da questa breve analisi dei vari stili di yoga si può facilmente capire che ogni pratica si presta maggiormente a una categoria di persone piuttosto che ad altre. Chi ha scarsa mobilità, è nella mezza età e non ha mai praticato in modo sistematico attività fisica, troverà difficoltà nel Vinyasa come nell’Ashtanga, che presentano asana intense.


I benefici della pratica dello yoga

Ognuno ha il suo yoga e c’è uno yoga per ciascuno. Bisogna però individuarlo. Solo così si potrà godere di benefici importanti come il miglioramento della flessibilità, della forza e della postura, la riduzione dello stress e dell'ansia, un aumento della concentrazione.

Praticare yoga può migliorare la circolazione, rafforzare la muscolatura, la mobilità delle articolazioni e favorire un senso generale di benessere psicofisico. Va fatto però con la consapevolezza del proprio stato fisico, delle eventuali fragilità e patologie, e sempre con gradualità. In caso contrario non mancano i rischi, come peraltro per qualsiasi attività sportiva affrontata con superficialità.

Alessandra Pennacchini, fisioterapista, già docente dell’Ospedale Santa Andrea di Roma, ci spiega come affrontare la pratica per trarre i maggiori vantaggi ed evitare incidenti. «La regola generale è che prima di iniziare, occorre consultare il proprio medico che deve indicare la disciplina più adatta in base alla propria anamnesi», ci dice.

«Questo vale soprattutto se si parte da una condizione di ipotono tipico di chi non ha una preparazione del tono muscolare, come accade quando si superano i 50 anni, e si è condotta una vita sedentaria. Bisognerebbe cominciare con corsi per principianti e procedere in modo graduale ma sempre con la massima attenzione alla propria condizione fisica».


I rischi dello yoga

Quali sono le problematiche a cui si può andare incontro? «Lo yoga è una disciplina interessante che può aiutare a rinforzare il tono muscolare ma va approcciata con consapevolezza e cautela. C’è il rischio di mettere sotto stress le articolazioni quando si vanno a forzare alcune posizioni. Penso, ad esempio, alla posizione del Loto, con le gambe incrociate, che può impattare sulle anche e sulle ginocchia se non sono dotate di sufficiente mobilità. Il rischio è maggiore, se la persona ha forme di artrosi anche senza avere sintomi evidenti», spiega Pennacchini.

«Devono stare particolarmente attenti per posizioni intense, coloro che hanno protesi alle ginocchia o all’anca e forme avanzate di osteoporosi. Non sono rare le microfratture. Anche chi soffre di pressione arteriosa alta, deve valutare con attenzione l’inversione del posizionamento come passare a testa in giù. Si possono presentare sbalzi pressori».

Quali sono le parti del corpo più esposte? «Chi ha il ginocchio valgo o varo, forzando le posizioni, potrebbe avere problemi a livello meniscale, alla rotula; infiammazioni dei legamenti e dei tendini possono degenerare in lombosciatalgia», afferma la fisioterapista.

Alla luce di queste riflessioni, lo yoga non sembra affatto una disciplina indicata per la mezza età come invece si vorrebbe far credere... «Lo yoga aiuta a migliorare la densità ossea ma va praticato con consapevolezza del proprio quadro fisico, non in modo superficiale, tanto per muoversi un po’. Quindi non mi stancherò mai di ripeterlo: prima bisogna consultare il proprio medico e fare un’anamnesi accurata, poi affidarsi a specialisti della disciplina, persone che hanno esperienza e sanno calibrare le posizioni in base alla mobilità e all’età di ognuno».


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