Over 50, stanchezza dovuta al senso di perdita: cosa fare

Avvicinandosi ai 60 molte donne vivono dentro di sé il senso della perdita. Perdita del lavoro, se vanno in pensione; perdita del ruolo di madre, se i figli sono usciti di casa. La stanchezza diventa la somatizzazione di questo senso di deprivazione



292622

Perché molte donne, avvicinandosi al traguardo dei 60 anni, colgono spesso l’occasione per dire che si sentono stanche e non hanno più voglia di fare nulla? «Perché vivono dentro di sé il senso della perdita», risponde la professoressa Maria Malucelli, Malucelli, docente di psicologia clinica alla Fondazione Fatebenefratelli di Roma.

«Perdita del lavoro, se vanno in pensione; perdita del ruolo di madre, se i figli sono usciti di casa; perdita della propria femminilità e del potenziale erotico, se i rapporti con il marito si contano sulla punta delle dita. Quando poi c’è in ballo una separazione, la perdita viene vissuta come un lutto, una mancanza di chances. La stanchezza diventa, quindi, la somatizzazione di questo profondo senso di deprivazione».


Consigli per la ripartenza

Oltre a chiedere aiuto a uno psicoterapeuta, rompendo il velo di imbarazzo, è importante fare ogni giorno due piccoli gesti.

«Le over 50 di questo tipo sono donne che hanno coltivato per tutta la vita un forte senso del dovere. Per stare meglio dovrebbero compiere un piccolo sforzo in direzione degli altri: la telefonata a un’amica che non si sente da tempo, un’ora di volontariato o un regalino da spedire al figlio lontano. Pensare al prossimo è il miglior modo per occuparsi di se stesse, sentirsi nuovamente utili e vitali.

Il secondo consiglio è imparare a sostituire il verbo “io devo” con “mi conviene”. Non dire: “Oddio che fatica, devo guidare un’ora per raggiungere quel posto”, ma “mi conviene comunque prendere l’auto perché con i mezzi è complicato”. Cercare insomma di vedere il lato positivo di un’azione che costa fatica. La stanchezza di guidare nel traffico resta. Però si mette in luce la convenienza», conclude l’esperta.


Bagno di luce con il walking mattutino

Chi lavora a casa in smart working si sposta dalla scrivania al divano. Quelli che lo fanno fuori, passano dall’auto (o dai mezzi pubblici) all’ambiente chiuso dell’ufficio. In ogni caso, viviamo inscatolati, senza assorbire la luce solare che, regolando la produzione ormonale, toglie la stanchezza e regala energia.

«Consiglio mezz’ora di passeggiata a passo svelto ogni mattina, con qualunque clima», suggerisce Alessandra Graziottin, specialista in ginecologia e sessuologia all’Ospedale San Raffaele-Resnati di Milano. «La luce solare stimola la ghiandola pineale, il nostro “master clock” nascosto nell’ipotalamo che orchestra tutta la secrezione ormonale. Se la pineale funziona bene, si ripristinano i ritmi circadiani di sonno-veglia (alternanza di serotonina e melatonina) e, a cascata, si riportano in sincronia i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress), grelina (che regola l’appetito) e leptina (senso di sazietà). Basta una passeggiata mattutina, insomma, per rimettersi al passo con il circuito ormonale».

Viceversa, con una sedentarietà forzata e una vita passata al chiuso, si dorme male, si mangia troppo (eccesso di grelina) e non si è mai sazi (carenza di leptina). Così si ingrassa, il fisico e la mente si appesantiscono e aumenta ancora di più la sensazione di stanchezza.



Fai la tua domanda ai nostri esperti

Leggi anche

Perdita e vuoti di memoria: le cause e cosa fare

Depressione senile: quando il male di vivere colpisce gli anziani

Altro che anziani, gli over 65 sono i nuovi giovani