Lo sport ha effetti benefici sull’asma

Chi soffre d’asma può praticare sport? Risponde il dottor Alfredo Boccaccino, Direttore scientifico dell’Istituto Pio XII di Misurina



Secondo la Global initiative for asthma (Gina), sarebbero ben 300 milioni le persone nel mondo che soffrono di asma, un’infiammazione cronica delle via aeree il cui incremento nella sola Europa occidentale risulterebbe addirittura raddoppiato nel giro di un decennio.

Tra i fattori all’origine dell’asma (responsabile di crisi respiratorie, respiro sibilante, senso di costrizione toracica e tosse) sembrano rientrare sia fattori innati, ovvero una predisposizione genetica, sia ambientali, come l’aumento dell’esposizione ad inquinamento ed allergeni, nonché una diminuita capacità di risposta del sistema immunitario causata dall’eccessiva igiene dei Paesi più ricchi. 


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Quel che risulta certo però, è la mancanza di una cura risolutiva per l’asma, che può essere trattata solamente con terapie finalizzate a controllare il decorso del disturbo e a prevenire così l’insorgenza degli attacchi di dispnea, senza prescindere chiaramente da una serie di precauzioni quali limitare l’esposizione ai possibili allergeni (acari della polvere, pollini, animali domestici), evitare il fumo di sigaretta, tenere sotto controllo il peso e fare attività fisica

In relazione alla pratica sportiva infatti, come spiega il dottor Alfredo Boccaccino, Direttore scientifico dell’Istituto Pio XII a Misurina, l’unico Centro specialistico in Europa dedicato alla terapia dell’asma in alta quota per i bambini, «non solo chi soffre di asma può praticare sport, ma l’effetto dell’attività sportiva è benefico per l’apparato respiratorio dell’asmatico», come peraltro riconfermato anche da una recente revisione sulla letteratura scientifica in materia operata da un nutrito gruppo di ricercatori, il Cochrane Review Groups.

«Per quanto riguarda gli sport più indicati per chi soffre d’asma però, ci sono pareri contrastanti – aggiunge il dottor Boccaccino – A parer mio, il nuoto rimane lo sport in assoluto da consigliare, sia perché una crisi asmatica è rarissima durante tale attività (una constatazione che si mantiene valida anche per chi soffre di asma da sforzo) sia perché l’effetto migliorativo sull’apparato respiratorio è notevole».

D’altra parte, sono controindicati gli sport che richiedono l’utilizzo di un casco integrale, gli sport subacquei e tutte quelle attività durante le quali sarebbe difficile individuare un episodio d’asma acuto: in generale invece, qualunque attività sia in grado di migliorare la performance respiratoria, soprattutto se aerobica, può risultare di gran giovamento per il paziente asmatico.

«Se poi quest’attività viene svolta in alta quota, tra i 1500 ed i 2000 metri, il beneficio è maggiore a causa della riduzione naturale delle resistenze respiratorie indotto dalla bassa densità dell’aria inspirata» spiega l’esperto.

«In alta quota, come qui a Misurina, l’assenza di inquinanti e allergeni nell’aria respirata determina infatti una riduzione dell’infiammazione polmonare, consentendo non solo un aumento della performance sportiva, ma anche un miglior controllo e una più sicura sospensione della terapia di fondo nel paziente (e anche nel bambino) asmatico o con respiro sibilante».

Ma quali sono gli accorgimenti che dovrebbe comunque osservare un paziente asmatico in concomitanza della pratica sportiva?

«Innanzitutto risulta essenziale un buon riscaldamento muscolare prima della sessione di attività fisica, che risulterà senza dubbio più prolungato rispetto a quello del soggetto non asmatico – afferma il dottor Boccaccino – In secondo luogo, è bene evitare sforzi improvvisi e “a freddo”: nelle persone asmatiche infatti, l’apparato respiratorio reagisce in modo anomalo e ha bisogno di più tempo per adattarsi alle modificazioni fisiche dell’aria inspirata. Per questo motivo, un buon accorgimento da osservare potrebbe consistere nell’inspirare sempre a bocca chiusa, in modo da permettere all’aria di umidificarsi, essere filtrata e riscaldata attraverso il naso».

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