L’apnea ostruttiva del sonno, spesso indicata con l’abbreviazione OSA, è un disturbo subdolo poiché spesso i sintomi che la caratterizzano sono piuttosto aspecifici e riconducibili anche ad altre patologie: il paziente, oltre a russare di notte, a riposare male e ad accusare sonnolenza di giorno, durante lo svolgimento di attività che richiedono un costante grado di attenzione, lamenta spesso cefalea al mattino, senso di stanchezza non giustificato dalle attività svolte, nicturia (ovvero necessità di alzarsi spesso di notte per urinare), disfunzione erettile e riduzione della libido.
Peraltro, seppur ne soffra un italiano su quattro, solamente il 10% degli italiani sa che cosa sia l’apnea ostruttiva del sonno. Se non viene adeguatamente diagnosticata e curata nel modo giusto però, l’OSA può preludere all’insorgenza di obesità e diabete di tipo due: infatti costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo di problematiche dell’apparato cardiocircolatorio come l’ipertensione, la fibrillazione atriale, l’aterosclerosi e l’ictus.
Quando si pensa all’OSA si pensa ad un disturbo tipico del paziente obeso, anche se in realtà il peso corporeo è uno dei principali fattori di rischio per la condizione: infatti la probabilità di sviluppare la malattia è tanto più alta quanto è maggiore l’aumento di peso.
Per questo motivo l’OSA può essere una patologia che insorge anche in soggetti con indice di massa corporea nella norma o lievemente superiore.
È importante sottolineare che l’OSA è una delle principali cause di ipertensione arteriosa intrattabile: quando ci si trova di fronte ad un paziente con pressione alta non trattabile con terapia farmacologica infatti, nel 60% dei casi si dovrebbe sospettare che la causa della condizione sia proprio l’apnea ostruttiva del sonno.
Trattando l’OSA con CPAP (somministrazione di pressione positiva continua) peraltro, si riesce poi ad ottenere un buon controllo della pressione.
La sonnolenza diurna determinata dall’OSA costituisce un grave pericolo soprattutto quando si guidano veicoli: per questo motivo l’OSA dovrebbe diventare un parametro di idoneità alla guida.
Soffrire della condizione aumenta infatti dalle due alle sette volte la probabilità di fare un incidente stradale, senza contare il costo sociale determinato dal disturbo, che può essere additato come diretto responsabile di numerose assenze lavorative.
«La mancata identificazione dei soggetti affetti da OSA determina non solo un aumento dello sviluppo di altre malattie, ma anche una riduzione dell’aspettativa di vita oltre che un aumento della spesa sanitaria – dichiara il Prof. Giuseppe Insalaco dell'Istituto di biomedicina e immunologia molecolare del Cnr di Palermo – L’OSA poi, oltre ad aumentare il rischio di incidenti stradali, è causa di infortuni sul lavoro e domestici, e riduce la performance lavorativa con conseguente perdita di produttività».
Da qui l’esigenza del "Libro Bianco", composto dal professor Luigi Ferini Strambi e dal professor Giuseppe Insalaco con il supporto di Philips, uno strumento utile per diffondere la conoscenza della malattia e per poter attuare la diagnosi e la terapia prima che si manifestino eventuali complicanze cliniche.