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Colpo di frusta: 4 regole da seguire

È un trauma alle vertebre del collo che, per non lasciare strascichi dolorosi, deve essere ben curato. Ecco cosa fare

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Un tamponamento causa un’accelerazione dell’auto colpita: in un primo tempo il capo resta schiacciato contro il poggiatesta mentre il resto del corpo viene spinto (iperestensione); subito dopo la testa si sposta in avanti molto più velocemente del resto del corpo (iperflessione).

È così che si verifica un trauma indiretto alle vertebre cervicali, cioè il classico colpo di frusta. «Nella maggior parte dei casi, almeno 8 su 10, le conseguenze restano circoscritte a muscoli e legamenti, con un coinvolgimento solo marginale di nervi e articolazioni e per questo si può risolvere completamente in circa un mese, a patto di non sottovalutarlo né trascurare ogni fase del recupero», spiega il dottor Andrea Grasso, ortopedico e traumatologo presso la Casa di cura Villa Valeria di Roma.


1) Prima regola: vai al pronto soccorso

Andare subito in ospedale è importante sia per escludere la presenza di lesioni serie, sia per avere un referto medico necessario in caso di richiesta di risarcimento all’assicurazione. «Non bisogna farsi trarre in inganno dall’assenza iniziale di dolori e fastidi», avverte l’ortopedico.

Conviene sempre, quindi, sottoporsi ad accertamenti nelle ore successive all’incidente, al massimo il giorno dopo, riferendo qualsiasi eventuale sintomo. «Il primo e più classico è il dolore al tratto cervicale, associato a rigidità e limitazione dei movimenti del collo, a volte anche a mal di testa.

Frequenti sono le vertigini, i ronzii e i formicolii alle braccia, in genere segno del coinvolgimento indiretto dei nervi, per trazione o compressione», spiega Grasso.


«Il medico ti sottoporrà anche a una radiografia del tratto cervicale: è sufficiente per individuare la contrattura della muscolatura paracervicale, che si verifica dopo qualche ora dal trauma ed è l’unico segno rilevabile ai raggi di un colpo di frusta semplice, poiché determina una riduzione anche importante della naturale curvatura della colonna cervicale. L’esame permette anche di accertare se ci sono o meno lesioni serie che vanno oltre il colpo di frusta, come fratture vertebrali, o un peggioramento di eventuali problemi già esistenti (come ernie del disco)».


2) Seconda regola: metti il collare ortopedico

«Anche senza sintomi particolari, il collare serve per tutta la durata della fase acuta, di circa 10- 15 giorni, a seconda dell’entità del trauma», dice l’ortopedico. Mette infatti a riposo la muscolatura, sostenendo il tratto cervicale.

Favorisce così la riduzione della contrattura e del dolore che ne deriva, riduce il carico sulle vertebre e le protegge da movimenti inconsulti e altre sollecitazioni. «Le modalità con cui va indossato dipendono dall’entità dei sintomi. In genere per i primi 2-3 giorni può essere tenuto anche ininterrottamente durante la giornata, soprattutto se il dolore è intenso, poi si comincia a toglierlo gradualmente per alcune ore al giorno, fino a eliminarlo del tutto nei tempi indicati dal medico. Due gli errori da non fare: tenere il collare più a lungo del dovuto, perché finirebbe per indebolire troppo la muscolatura, ma anche sospenderne l’uso all’improvviso, lasciando così indifesi muscoli ancora debilitati», continua Grasso.


3) Terza regola: prendi i farmaci miorilassanti

Durante la fase acuta, oltre al collare, il medico prescrive generalmente farmaci miorilassanti (per esempio il tiocolchicoside), che contribuiscono cioè a sciogliere i muscoli contratti, e antinfiammatori (per esempio ibuprofene o dicoflenac) che contrastano l’infiammazione muscolare e il dolore associato.

«I miorilassanti vanno assunti quotidianamente in genere per 5-10 giorni, mentre gli antinfiammatori per circa una settimana, dopo la quale puoi prenderli al bisogno. Col termine della fase acuta e l’abbandono del collare, poi, anche i farmaci non sono più generalmente prescritti», consiglia l’ortopedico.


4) Quarta regola: non trascurare la riabilitazione 

Una volta tolto il collare, le sedute riabilitative sono importanti per un recupero migliore e per non rischiare che l’eventuale dolore residuo e la limitazione dei movimenti possano indurre a mantenere delle posture errate.

«Si comincia generalmente con una riabilitazione di tipo strumentale, cioè svolta dal fisioterapista con l’ausilio di specifici macchinari, eventualmente in abbinamento a blandi massaggi manuali.

Si ricorre per esempio alla tecarterapia, che sfrutta uno strumento in grado di stimolare il corpo a produrre calore, con effetti decontratturanti e analgesici sulla parte trattata, e alla ionoforesi che grazie a un impulso elettrico permette di veicolare più in profondità principi antinfiammatori», spiega lo specialista.

«Mediamente serve un ciclo di 10 sedute, 2-3 a settimana, di circa 50-60 minuti ciascuna, al termine del quale, se permane una limitazione dei movimenti articolari, si può continuare con alcune sedute di sola fisioterapia manuale e, se necessario, un ciclo di rieducazione posturale: non è raro infatti che dolore, formicolii e vertigini si prolunghino anche per un mese o più dopo il trauma, rendendo necessaria una riabilitazione prolungata», chiarisce il dottor Grasso.


I punti di invalidità

Se hai subito un colpo di frusta dopo un incidente stradale puoi chiedere il risarcimento alla compagnia di assicurazione, sulla base di un’invalidità temporanea e/o permanente causata dal trauma.

«Per fare domanda all’assicurazione devi compilare il modulo per la constatazione amichevole dopo l’incidente, rivolgerti al pronto soccorso per gli accertamenti, quindi conservare e presentar all’assicurazione tutta la documentazione medica e il piano terapeutico relativo al colpo di frusta, oltre alle ricevute delle spese mediche sostenute. Può essere utile fornire anche una radiografia cervicale precedente al colpo di frusta, se ce l’hai» spiega Marco Stucchi, avvocato del foro di Milano. L’assicurazione nomina un proprio medico legale che verifica la documentazione sanitaria e ti visita: è lui a stabilire i punti di invalidità cui hai eventualmentediritto.

«In caso di semplice colpo di frusta difficilmente puoi ottenere un’invalidità permanente superiore ai 2-3 punti», continua il legale. A questa va aggiunta quella temporanea, totale o parziale: per esempio possono esserti riconosciuti un giorno di invalidità temporanea totale, 10 giorni di invalidità temporanea al 50% e un punto di invalidità permanente.

Il conteggio del risarcimento, fatto sulla base di specifiche tabelle, cresce con l’aumentare dell’invalidità e al diminuire dell’età di chi è colpito. «Se non sei d’accordo con le invalidità quantificate, puoi farti fare una relazione da un tuo medico legale di fiducia. Se non si raggiunge un accordo, puoi aprire una controversia davanti al giudice di pace o in tribunale», dice Stucchi.


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Articolo pubblicato sul n. 36 di Starbene in edicola dal 22/08/2017


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