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Plancton: il nuovo cibo per la tua dieta

Definito il “caviale del XXI secolo”, ha un sapore che ricorda le alghe ed è molto ricco di minerali, vitamine e Omega 3 e 6. Ecco perché molti chef lo hanno già adottato in cucina. Scopri di più

Foto: iStock




Nel 2014, dopo che l’Efsa (European Food Safety Authority) ne ha certificato la sicurezza, l’Unione europea ha ufficialmente inserito il plancton nella lista dei Novel Food, ovvero i prodotti innovativi che possono essere a tutti gli effetti considerati alimenti.

Ma il vero boom di questa sostanza, che qualcuno ha già definito il “caviale del XXI secolo”, è di quest’anno: ispirati dalle ricette gourmet dei grandi chef e convinti dal parere dei nutrizionisti, i consumatori ne hanno definitivamente decretato il successo, tanto che il quotidiano Il Sole 24 Ore lo ha collocato al primo posto nella classifica dei nuovi must in cucina.

Ma come viene prodotto questo nuovo alimento? Ed è davvero un supercibo?


Le idee più gourmet

Il trend ha origini andaluse: il primo a interessarsi, alcuni anni fa, al fitoplancton (microrganismi marini di origine vegetale, da non confondere con lo zooplancton di provenienza animale, costituito, da minuscoli crostacei come il krill) è stato il noto chef spagnolo Ángel León, che, con un team di biologi, ne ha avviato la coltivazione su larga scala: «Estrarlo dal mare è molto complicato, perché se ne catturano quantità minime», chiarisce il dottor Oscar Luciano Atzori, biologo esperto in sicurezza degli alimenti.

Anche in Italia sono sempre di più gli chef che lo usano, come Carlo Cracco, nei suoi “Fusilli al plancton con polvere e crudo di funghi porcini”, e Viviana Varese, che ha ideato il “Risotto al plancton e brodo di seppie”.

Si trova in vendita in polvere nelle erboristerie e negli alimentari molto forniti, costa parecchio (circa 100 € per 15 g), ma se ne usa pochissimo, perché il suo aroma, che ricorda le alghe e i ricci di mare, è assai intenso: «Sta bene sui sauté di vongole o di cozze, nei primi piatti di mare o nelle salse che servono per accompagnare il pesce bollito. Si usa dopo averlo reidratato, possibilmente a fine cottura, per evitare che le proprietà organolettiche vadano perse», aggiunge l’esperto.


I vantaggi per la dieta

Il plancton è alla base della catena alimentare e serve da nutrimento per molte specie ittiche: «Contiene tanti minerali, tra cui ferro, calcio, fosforo, iodio, magnesio e potassio e interessanti quantità di acidi grassi essenziali Omega 3 e 6. Poi ci sono le vitamine, tra cui la vitamina C e la vitamina E, ma, soprattutto, la vitamina B12, praticamente assente nel regno vegetale, tanto che è consigliato nella dieta dei vegani. In più, è ideale per chi ama il sapore del mare ma è allergico al pesce», continua il dottor Atzori.


Vale la pena acquistarlo?

«Fra i tanti presunti supercibi che il mercato continuamente ci propone, il fitoplancton si distingue per le sue indubbie qualità nutrizionali, tanto da poter essere definito un integratore a tutti gli effetti. Certo, se ne usano quantitativi molto ridotti, quindi parlare di proprietà benefiche “miracolose” è eccessivo, però, se inserito in una dieta sana e variata, è certamente un alimento prezioso», conclude il nostro esperto.


Ecco cosa contengono 100 g di plancton: grassi: 7 g (di cui saturi 2,1 g; monoinsaturi 1,6 g; polinsaturi 3,3 g); carboidrati: 32 g; zuccheri: 0 g; proteine: 38 g; sale: 4,8 g. Calorie: 337.


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Articolo pubblicato sul n. 20 di Starbene, in edicola dal 2 maggio 2017

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