Perché il microbiota intestinale aiuta a dimagrire

Alleato della longevità, influenza anche il modo in cui il nostro organismo estrae energia dal cibo e la immagazzina. Ecco perché è importante nutrirlo e stimolarlo nel modo giusto. Come ci spiega una super esperta



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Da diversi anni la ricerca scientifica si è focalizzata sull’importanza di quel complesso di microrganismi che popolano il nostro corpo, il cui equilibrio gioca un ruolo fondamentale per la nostra salute: molte malattie, da quelle autoimmuni agli stati infiammatori cronici e ai tumori, sono infatti legate anche a una condizione di disequilibrio del microbiota.

In particolare, lì dove ha sede il nostro secondo cervello, cioè l’intestino, quella che in passato veniva chiamata flora batterica presenta la comunità più numerosa tra batteri, virus, protozoi, funghi e interviene in tutta una serie di reazioni e funzioni che interessano il nostro sistema immunitario, influenzano la densità della massa ossea, stimolano la formazione dei vasi sanguigni e interagiscono con il metabolismo.

Guarda un po’, il microbiota intestinale ha pure un ruolo nel regolare il peso corporeo e il rischio di obesità. Sembra infatti che alcuni batteri, alquanto dispettosi e definiti non a caso “obesogenici”, ci facciano assorbire più calorie dal cibo. Come ci spiega qui la professoressa Maria Rescigno, docente di Patologia generale all’Humanitas University di Milano, esperta di microbiota (autrice insieme a Carlo Selmi del libro Microbiota, se lo conosci ti curi meglio, Sonzogno, 17 €).

E mentre gli studi stanno approfondendo la questione, alla ricerca di un intervento mirato sui microrganismi potenzialmente colpevoli e prevenire così le patologie legate all’eccesso di grasso corporeo, la nostra esperta, in collaborazione con il professor Carlo Selmi, immunologo e ricercatore, ha messo a punto il metodo delle 3F, strategie di vita e a tavola che chiunque può mettere in atto per riportare e mantenere la preziosa condizione di equilibrio del proprio microbiota. Ritrovando salute e snellezza.


Professoressa Rescigno, potrebbe quindi essere colpa del microbiota se ingrassiamo?

«In parte sì perché l’analisi di quello intestinale ci sta dimostrando che, oltre a mangiare troppo e muoversi poco, quando i chili aumentano va considerato anche il modo in cui il microbiota estrae energia dal cibo e la immagazzina, per esempio sotto forma di tessuto adiposo. Quando mangiamo, nutriamo anche la nostra flora batterica influenzandone composizione ed equilibrio; se la dieta è troppo ricca di grassi e zuccheri favoriremo la crescita e l’espansione di un certo ceppo di microrganismi intestinali, quelli che vivono su questi nutrienti come fonte energetica e che sono potenzialmente infiammatori.

A svantaggio dei batteri “buoni” che si nutrono di fibre e ci garantiscono sostanze benefiche come i postbiotici. Si crea quindi un disequilibrio e uno stato infiammatorio che influiscono sul metabolismo dei grassi. Da qui l’aumento di peso. È stato appurato che un eccesso di adiposità, presenza di dislipidemia con colesterolo e trigligeridi alti e un marcato stato infiammatorio si associano a un microbiota impoverito».


Esistono quindi microrganismi “obesogenici”?

«Sembra proprio di sì. È emerso dagli studi che, a parità di calorie introdotte, una persona con una flora batterica in equilibrio assorbe meno energia dagli alimenti rispetto a chi presenta una prevalenza di alcuni ceppi di batteri. Inoltre, in conseguenza di questa disbiosi, si crea un circolo vizioso che va ad alimentare ulteriormente lo stato infiammatorio: aumenta infatti anche la permeabilità intestinale e il passaggio di sostanze indesiderate nel circolo sanguigno. Condizione sufficiente a scatenare una serie di reazioni da parte del nostro organismo che possono portare alla sindrome metabolica e infine all’obesità».


Gli studi ipotizzano che influenzi anche l’aumento di peso in menopausa…

«Si è visto che le donne, in questa fase, hanno la tendenza ad avere un microbiota con prevalenza di microrganismi che favoriscono uno stato infiammatorio. La composizione della nostra flora batterica è influenzata anche dagli ormoni e, in particolare in menopausa, dal calo degli estrogeni. Quindi l’aumento di peso che molte donne lamentano non dipende esclusivamente dalla dieta; per questo sono favorevole alla terapia ormonale sostitutiva, anche a piccole dosi: riequilibrando i livelli ormonali, migliorerebbe l’eubiosi del microbiota riducendo lo stato infiammatorio e, di conseguenza, la predisposizione a ingrassare».


Microbiota intestinale, diversità di genere

«C’è un microbiota maschile e uno femminile; simile alla nascita, si modifica durante l’adolescenza per via dei cambiamenti ormonali», spiega la professoressa Maria Rescigno. «Inoltre la composizione di quello femminile cambia anche in funzione e durante il ciclo mestruale, per via delle fluttuazioni degli estrogeni. Queste variazioni della flora batterica intestinale, legate ai livelli degli ormoni, sono alla base anche delle alterazioni della funzionalità intestinale riscontrabili durante il periodo delle mestruazioni».



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