Pasta: inutile dire no!

Non solo è un alimento gustoso, ma la pasta è anche sana e perfettamente in linea



Con venticinque chili pro capite l’anno, gli italiani sono i più grandi consumatori di pasta. Un’ottima scelta visto che dire no a questo alimento tipicamente mediterraneo è un vero errore.

Primo perché si penalizza ingiustamene il gusto, secondo perché non ci sono ragioni concrete per rinunciare a un piatto di spaghetti o di maccheroni che, senza esagerare nelle quantità e nei condimenti, non fanno male alla salute e non fanno salire neppure l’ago della bilancia.


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Gluten freen solo per i celiaci

Oggi scegliere alimenti senza glutine sembra essere una scelta dettata da presunte tendenze salutistiche. Secondo l’ultimo censimento del Ministero della Salute in Italia sono circa 170 mila i celiaci diagnosticati eppure ben due milioni di famiglie acquistano prodotti senza glutine per un mercato che muove 101 milioni di euro ed è cresciuto del +31% in un anno.

« È preoccupante che la glutenfobia si sta diffondendo senza fondamento – spiega Luca Piretta, nutrizionista, specialista in gastroenterologia e docente presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma – Il glutine è dannoso solo per i celiaci e gli ipersensibili, quindi l’1% della popolazione mondiale: gli altri possono mangiarlo senza problemi».

Se non si è affetti da celiachia non c’è quindi nessuna necessità di rinunciare alla pasta.

Togliere il glutine non fa dimagrire

Secondo i dati Doxa-Aidepi lo pensano tre italiani su dieci, ma non è così, anzi.

«Non esiste alcun fondamento scientifico che colleghi una dieta priva di glutine alla perdita di peso – continua l’esperto – Può essere vero invece il contrario: nei cereali gluten free l’apporto calorico rischia addirittura di essere superiore perché questi prodotti contengono percentuali più elevate di carboidrati e di grassi. Il rischio di una dieta senza glutine, inoltre, è di compensare l’adeguato e necessario apporto di carboidrati complessi con un’alimentazione eccessivamente ricca di grassi».

Meglio i grani “antichi”?

Una tesi suggestiva che si sta sempre più diffondendo ma che non ha nessun fondamento scientifico, collega l’aumento della celiachia e di tutti i disturbi ad essa correlati al troppo glutine presente nei grani “moderni”. Di qui la tendenza ad usare grani “antichi” che però nessuna ricerca ad oggi ha dimostrato di essere meno ricchi di glutine.

Del resto nella pasta c’è posto per entrambi i tipi di grani: l’industria pastaia italiana utilizza da sempre sia grani antichi che moderni, offrendo al consumatore la possibilità di scegliere la pasta in base ai suoi gusti e alle proprie convinzioni.

Chi ha detto che fa ingrassare?

Sono ormai molti gli studi ad aver verificato che responsabili dell’obesità non sono tanto i carboidrati quanto le calorie in eccesso che si assumono.

«Per stare in forma e per dimagrire quando serve non occorre rinunciare alla pasta ma fare attenzione che il piatto non sia esageratamente pieno» conferma il dottor Piretta.

Un piccolo segreto per far in modo che la pasta non ingrassi? «Cuocerla sempre al dente: la cottura eccessiva aumenta l’indice glicemico dell’alimento mentre quella al dente lascia intatta la rete di glutine che trattiene al proprio interno l’amido rendendolo assimilabile in modo più graduale».

I condimenti fanno la differenza

Tra un piatto di pasta che non fa salire l’ago della bilancia e uno che invece fa ingrassare la partita si gioca tutta a livello dei condimenti. Se si esagera infatti con l’olio o peggio ancora con la panna, il burro e la besciamella si aggiungono moltissime calorie che rendono il piatto pesante, sullo stomaco e sulla linea.

La buona regola da rispettare? Accompagnare sempre la pasta con la verdura per creare un gustoso piatto unico che nutre e appaga il gusto, senza appesantire. Un giro di olio extravergine di oliva a crudo è il condimento ideale, leggero e ricco di nutrienti.

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