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Più snelle a suon di musica

Secondo recenti studi aumenta il livello dell’ormone del piacere e induce a mangiare meno. Ecco cosa ascoltare

credits: iStock




di Francesca Soccorsi


La musica modifica la percezione del cibo. Secondo una ricerca dell’Università dell’Arkansas (Usa), pubblicata sulla rivista Appetite, il jazz rende più gradevole il sapore del cioccolato. Un altro studio sul rapporto tra suoni e alimenti, questa volta dell’Università di Oxford (GB) si spinge oltre, fino a sostenere che la musica può addirittura darci una mano a dimagrire.


Ecco perché. le note “sostituiscono” gli ingredienti calorici «L’udito, a tavola, è importante almeno quanto il gusto, perché l’orecchio “comunica” con le papille gustative e ne influenza la percezione», dice la dottoressa Sara Cordara, biologa nutrizionista (nutrizionismi.it). Gli esperti hanno osservato, per esempio, che i suoni acuti ma melodiosi del pianoforte sono ideali per rimpiazzare lo zucchero. 


La ragione? Ci fanno percepire gli alimenti fino al 10% più dolci. L’effetto è moltiplicato se la sinfonia prevede anche note basse prodotte da strumenti d’ottone che, invece, sono in grado di attenuare i sapori amari. La musica, in pratica, “inganna” il cervello


I SUONI ARMONICI FANNO STARE BENE

«L’ascolto di un brano aiuta a dimagrire anche per un altro motivo: aumenta il livello di dopamina, il nostro neurotrasmettitore del piacere», chiarisce la dottoressa Cordara. «Autorevoli ricerche, tra cui uno studio della McGill University di Montreal (Canada) hanno evidenziato che, proprio perché la musica migliora il nostro stato emotivo, non veniamo assaliti dalla fame nervosa e accettiamo di buon grado di rinunciare ai cibi che ci fanno ingrassare.


LA CLASSICA FA PERDERE PESO

Mozart, Bach e Chopin sono i commensali migliori: rilassano e inducono a masticare più lentamente, dunque a mangiare di meno. Ciò non accade, invece, con il rock o l’heavy metal che, non a caso, vengono spesso scelti come sottofondo nei fast food. «Ma è anche questione di gusti personali: ciascuno deve individuare le note che lo fanno stare bene», consiglia la nostra esperta. 


PERÒ IL VOLUME DEVE ESSERE BASSO

Il brano non va “sparato” troppo forte, altrimenti, come ha evidenziato una ricerca dell’Université de Bretagne-Sud (Francia) si rischia di ottenere l’effetto contrario: ingozzarsi di più, in risposta allo stress prodotto dal rumore eccessivo.


LA MELODIA È SERVITA


Si intitola Musica in... tavola. Le ricette dei grandi musicisti italiani (EurArte editions, 22 €). È un libro scritto dal maestro Ennio Cominetti, organista e direttore di coro, e il soprano Clara Bertella. Raccoglie i piatti che grandi musicisti come Rossini, Verdi e Bellini proponevano ai loro ospiti (o che loro apprezzavano particolarmente). Sperimentati da chef stellati, tra cui Bernard Fournier ed Ettore Bocchia


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Articolo pubblocato sul n. 14 di Starbene in edicola dal 29/03/2016

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