«Per capire il concetto di “fitness musicale di gruppo” – esordisce Giulia Scarniglia, istruttrice di Fitness musicale – bisogna prima analizzare il concetto di fitness, termine con cui si intende, generalmente, l’insieme delle pratiche che permettono di raggiungere il benessere fisico e mentale nonché uno stato di equilibrio tra corpo e mente».
Solamente una volta fornite queste premesse, si può sapientemente accedere al concetto di “fitness musicale e di gruppo” ovvero, come spiega Giulia, «quell’insieme di discipline ginniche che si concretizzano in corsi svolti in sale appropriate, con l’ausilio (o anche senza) di piccoli attrezzi, ed una serie di esercizi svolti a ritmo di musica con lo scopo principale di allenare il proprio corpo».
Nato in America negli anni Cinquanta, il fitness musicale sbarcò in Europa ed in Italia solamente negli anni Ottanta, dove l’immenso successo ottenuto indusse la Federazione Italiana Educatori Fisici e Sportivi (FIEFS) a riconoscerlo come uno sport ben definito già nel 1982.
Negli anni poi, le lezioni di fitness musicale furono modificate al fine di svolgere, in tutte le palestre, corsi da quarantacinque minuti ad un’intensità medio-bassa, programmi di allenamento che si sono poi evoluti in tutte le discipline attualmente parte del macro-gruppo del “fitness musicale”, come aerobica, step, total body, spinning, gag e fitboxe.
«Pur essendo adatti a tutti, sarebbe bene iniziare a frequentare i corso di fitness musicale sin dall’inizio dell’anno, in quanto il livello di intensità delle lezioni solitamente aumenta con il passare dei mesi – suggerisce Giulia – In ogni caso, se ci si volesse iscrivere ad un corso a metà anno, è consigliabile sottoporsi ad un allenamento di preparazione con il tapis roulant, così da riuscire almeno a portare a termine le lezioni».
Ma come si articola solitamente una sessione di allenamento di fitness musicale?
«Una lezione è generalmente costituita da sei fasi consecutive – spiega Giulia – Le prime due comprendono esercizi di allungamento e riscaldamento, la terza (chiamata “fase cardiovascolare”) contempla 25-30 minuti ininterrotti di coreografia con l’utilizzo di passi ad alto impatto, la quarta corrisponde al defaticamento aerobico, la quinta include gli esercizi di tonificazione a terra (focalizzati in particolare su addome e braccia, ovvero le parti del corpo meno utilizzate durante la fase cardiovascolare), ed infine l’ultima concerne il defaticamento “puro”».
«I benefici legati alla pratica regolare del fitness musicale, nonché dell’attività aerobica – conclude Giulia – comprendono la riduzione del tessuto adiposo (chiaramente se accompagnato ad un controllo delle calorie ingerite), della pressione arteriosa e del colesterolo, un aumento della resistenza fisica ed infine un miglioramento generalizzato del tono muscolare».
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