Zoonosi e Zooprofilassi

Per zoonosi si intendono infezioni o malattie che si verificano naturalmente nei vertebrati e possono essere trasmesse all’uomo; costituiscono un gruppo di piuttosto eterogeneo, di cui sono conosciuti più di 200 esempi, e possono essere virali, batteriche, parassitarie (da protozoi o da elminti), fungine oppure essere causate da agenti “non convenzionali” come i prioni (come […]



Per zoonosi si intendono infezioni o malattie che si verificano naturalmente nei vertebrati e possono essere trasmesse all’uomo; costituiscono un gruppo di piuttosto eterogeneo, di cui sono conosciuti più di 200 esempi, e possono essere virali, batteriche, parassitarie (da protozoi o da elminti), fungine oppure essere causate da agenti “non convenzionali” come i prioni (come nell’encefalopatia spongiforme bovina, la BSE).

Sono classificate zoonosi, tra le altre, la toxoplasmosi, le salmonellosi, la giardiasi, l’infezione da Campylobacter, le leishmaniosi, la malattia di Lyme. Gli animali svolgono il ruolo di mantenere la malattia in natura; possono essere portatori asintomatici dell’infezione o sviluppare essi stessi la malattia. La tabella riportata nella pagina seguente, elenca alcuni dei più importanti agenti di zoonosi, specificandone la malattia causata nell’uomo, l’animale fonte di contagio più comune e la via di trasmissione. Le zoonosi possono rappresentare un rischio per la salute particolarmente grave per persone con sistema immunitario compromesso soggette a particolari condizioni fisiologiche, come la gravidanza.

Circa il 75% delle malattie cosiddette emergenti deriva da animali o comunque da prodotti di origine animale e circa il 60% di tutti i patogeni umani ha questa origine. In tale categoria vengono incluse quelle malattie nuove, recentemente evolute o che, pur presenti in precedenza, mostrano un aumento di incidenza o di espansione geografica o un maggiore spettro di ospite o di vettore di trasmissione.

Molte di queste malattie hanno la capacità di diffondersi con diverse modalità anche su grandi distanze e sono quasi sempre un problema globale; basti pensare alla influenza aviaria o alla SARS. Accanto alle nuove malattie, altre zoonosi conosciute da tempo, per esempio la brucellosi, le leishmaniosi, l’echinococcosi, la rabbia continuano a essere trasmesse all’uomo in molti Paesi in via di sviluppo, dove sono causa di un gravissimo carico di sofferenza per milioni di individui. Inoltre, molte zoonosi danneggiano la produzione di cibo di origine animale, creando ostacoli allo sviluppo economico e sociale.

Negli ultimi anni si sono verificati con sempre maggiore frequenza episodi di emergenza di nuove malattie infettive; la lista è impressionante (come è evidente anche dalla tabella di pag. 541) e crescerà ancora nei prossimi anni. L’ambiente selvatico fornisce infatti un “pool zoonotico” dal quale organismi precedentemente sconosciuti possono emergere. Quasi tutte le nuove malattie sono zoonotiche; in alcuni casi si è trattato del passaggio di agenti infettivi da un ciclo animale all’uomo senza che si stabilisse un ciclo vitale nell’uomo; in altri casi si è assistito al salto di specie, per cui da un pre-esistente ciclo vitale già stabilito nell’animale si è verificato lo stabilirsi del microrganismo nell’uomo come ospite definitivo.

Le ragioni della “emergenza” delle infezioni sono molteplici e vi contribuiscono diversi elementi:

  • modificazioni del clima o degli ecosistemi, antropogenici e no;
  • cambiamenti demografici umani o animali, urbanizzazione, contatto stretto tra uomo e animali, espansione umana in territori inesplorati, intrusione dell’uomo in ambienti remoti;
  • suscettibilità umana (immunità, fattori fisiologici, invecchiamento, comportamento);
  • modificazione dei patogeni per mutazioni, selezione naturale o evoluzione (i microrganismi si adattano facilmente a “econicchie” diverse e mutevoli);
  • sviluppo ni senso industriale e tecnologico dell’agricoltura e allevamento animale, sviluppo economico, uso della terra (de- e riforestazione);
  • fattori sociali o culturali, per esempio le abitudini alimentari;
  • estensione e velocizzazione dei trasporti (merci, persone, animali possono circumnavigare il mondo in poche ore, o comunque in tempi molto inferiori al tempo di incubazione delle malattie);
  • viaggi internazionali;
  • inefficienza delle infrastrutture sanitarie;
  • povertà e ineguaglianze, guerre e carestie, intenzionalità di offendere (bioterrorismo).


Come si trasmettono le zoonosi?

Le modalità di trasmissione delle zoonosi sono molteplici. Le sorgenti delle infezioni includono gli animali stessi o l’ambiente da essi contaminato.

Le infezioni possono derivare: da contaminazione di ferite, abrasioni o mucose da parte di saliva animale (pasteurellosi); dal trasferimento con le mani alla bocca di microrganismi da feci di animale infetto (toxoplasmosi); da punture di insetti come zecche, zanzare (malattia di Lyme, febbre gialla); da graffi o morsi (rabbia, malattia da graffio di gatto); da contaminazione dell’acqua o dell’ambiente da parte dipatogeni eliminati con feci o urine (criptosporidiosi, leptospirosi); da contagio alimentare per ingestione di prodotti di derivazione animale come carni o latte (salmonellosi, brucellosi); per via aerea (febbre Q); per contatto diretto con liquidi biologici animali quali urine e sangue (leptospirosi, hantavirus).
La trasmissione è subordinata alla stabilità del microrganismo nell’ambiente, alla patogenesi (modalità di entrata, sviluppo e moltiplicazione nell’organismo, caratteristiche del danno e immunità), alle vie di eliminazione del patogeno. Alcune malattie sono trasmesse potenzialmente da molti animali, mentre altre sono caratteristiche di un singolo genere. Gli animali possono essere portatori asintomatici dell’infezione o sviluppare essi stessi la malattia; in alcuni casi la grande maggioranza di una specie animale è portatrice di un germe come saprofita o commensale: il gatto, per esempio, è sovente portatore di Bartonella henselae (malattia da graffio di gatto) o di Pasteurella multocida nella saliva.


Cani e gatti sono pericolosi?

Le infezioni di origine zoonotica sono tantissime, ognuna con caratteristiche diverse e molto particolari. Alcune di esse meritano menzione. Cani e gatti possono trasmettere infezioni peculiari con la saliva e soprattutto con i morsi; sia i cani sia i gatti ospitano nel cavo orale, come saprofiti o commensali, germi caratteristici come Pasteurella, e Capnocytophaga. Più del 90% dei gatti ospita Pasteurella multocida principale causa di infezione cutanea o di infezioni più profonde da morsi; inoltre, quasi tutti i gatti in qualche momento della loro vita sono portatori di Bartonella henselae (malattia da graffio di gatto) nella saliva. Le lesioni da morso di gatto sono facilmente preda di infezione (50%) per la caratteristica dei denti, aguzzi e taglienti, dell’animale. La saliva di entrambi gli animali può essere fonte di infezione quando contamina piccole ferite o abrasioni della cute o le mucose. Non bisogna dimenticare infine che i cani randagi, in molti Paesi della fascia tropicale, sono portatori del virus della rabbia. Cani e gatti possono essere fonte di infezioni enteriche (Salmonella, Shigella, Campylobacter, Giardia) o di infezioni generalizzate trasmesse per contaminazione da feci dell’ambiente (Toxocara e Toxoplasma, quest’ultima soltanto i gatti). I cani infine possono essere portatori di organismi patogeni per l’uomo trasmessi da insetti, come le leishmaniosi, trasmessa da flebotomi e le rickettsiosi (febbre bottonosa), trasmesse da zecche.


Animali esotici in casa!

Meritano un richiamo anche le infezioni originate dal contatto con animali esotici che negli ultimi anni sono state accolti con sempre maggiore frequenza nelle nostre case come animali da compagnia: conigli e altri roditori (criceti, gerbilli, cavie, cane della prateria) possono dare origine a infezioni da Salmonella, da Pasteurella multocida,da dermatofiti (micosi cutanee), da Streptobacillus moniliformis o Spirillum minus (febbre da morso di ratto); uccelli come are, cacatua, parrocchetti, cocorite possono essere all’origine di psittacosi (Chlamydophila psittaci), colombi e pollame della criptococcosi; i pesci possono trasmettere Mycobacterium marinum e l’Aeromonas per contatto con l’acqua degli acquari; i rettili (tartarughe e altri) sono molto frequentemente portatori di patogeni enterici come Salmonella, Aeromonas, Plesiomonas; anche i furetti possono trasmettere infezioni intestinali da Salmonella, Campylobacter, Giardia, Listeria; i ricci sovente sono portatori di Salmonella e di dermatofiti (micosi cutanee). Infezioni cutanee da dermatofiti e altre micosi, infine, possono originare dai cincillà.

Particolarmente pericolosi possono risultare, ancora, i graffi ed i morsi delle scimmie: tra queste il macaco è molto frequentemente portatore di un agente virale, B-virus, possibile causa di encefalomielite nell’uomo.


Siamo tutti a rischio?

La suscettibilità agli agenti infettivi può variare da persona a persona; alcuni individui hanno un sistema immunitario capace di resistere alla colonizzazione, altri, esposti allo stesso agente, possono stabilire uno stato di “commensalità”, diventare portatori asintomatici o sviluppare una malattia anche grave. I fattori favorenti dell’ospite per sviluppare una malattia comprendono l’età, la coesistenza di altre malattie (diabete), lo stato immunitario (deficit immunitari congeniti o acquisiti), lo stato di gravidanza, l’integrità delle barriere difensive (cute intatta, riflesso della tosse, acidità gastrica). I rischi maggiori riguardano in particolare alcune categorie di persone, per esempio gli immunodepressi, le donne gravide, gli anziani e i bambini. [P.C.]