Sincope

La sincope è una perdita di coscienza completa, transitoria, a risoluzione spontanea, che può causare la caduta a terra del soggetto colpito. Nella sincope la ripresa di coscienza è spontanea e completa in breve tempo, con totale ripristino delle condizioni precedenti all’evento; è importante però ricordare che, in special modo negli individui più anziani, si […]



La sincope è una perdita di coscienza completa, transitoria, a risoluzione spontanea, che può causare la caduta a terra del soggetto colpito.

Nella sincope la ripresa di coscienza è spontanea e completa in breve tempo, con totale ripristino delle condizioni precedenti all’evento; è importante però ricordare che, in special modo negli individui più anziani, si può manifestare un breve periodo di scomparsa dei ricordi legati all’evento sincopale (cosiddetta amnesia retrograda).

Il meccanismo responsabile è una transitoria riduzione complessiva della perfusione sanguigna cerebrale che in alcuni casi la sincope può essere preceduta da segni premonitori quali offuscamento della visione, sudorazione fredda, nausea, senso di vertigine o di “testa vuota”; in altri casi, invece, la perdita di coscienza è immediata e improvvisa.

È molto importante distinguere gli episodi sincopali veri da altre situazioni che possono mimare la sincope in quanto caratterizzate da analoghi fenomeni di riduzione/ perdita dello stato di coscienza, causati però da meccanismi diversi: esempi di tali condizioni sono le intossicazioni (per esempio da monossido di Carbonio), l’ipossia (riduzione dei valori di ossigeno nel sangue), l’ ipoglicemia (riduzione dei valori di zucchero nel sangue es nei pazienti diabetici), l’iperventilazione o le patologie neurologiche come l’epilessia, l’ ischemia cerebrale della sostanza reticolare, il cosiddetto drop attack (caratterizzato da caduta a terra, per improvvisa debolezza delle gambe, ma in genere non dalla perdita di coscienza) oppure i disturbi di somatizzazione nei pazienti psichiatrici (stati d’ansia, isteria o attacchi di panico).

Le cause neurologiche si caratterizzano solitamente per riscontro di deficit neurologici come esito al ripristino della coscienza quali deficit motori/sensitivi, cefalea o stato confusionale.


Diagnosi

Dopo un episodio di sincope ci si rivolgerà naturalmente al medico ma è importante – per aiutarlo nel suo lavoro - raccontare più particolari possibile sull’episodio accaduto e riferire accuratamente di quali malattie il paziente è affetto e quali farmaci vengono abitualmente o occasionalmente assunti. È dunque indispensabile raccontare cosa si stava facendo; qual era la posizione assunta (in piedi o sdraiati), il tipo di attività che si stava effettuando (sforzo fisico, riposo, dopo minzione o defecazione, tosse..) inoltre se era presente una qualche circostanza particolare tipo ambiente caldo e affollato, periodo successivo ad un pasto, o se si stava in piedi da lungo tempo oppure in situazione di paura o di dolore intenso.

Momenti antecedenti la perdita di coscienza: riferire l’eventuale presenza di nausea, vomito, intensi dolori addominali, sudorazione, freddo, visione offuscata, dolore intenso a spalle, collo o torace, difficoltà di respiro o batticuore, movimenti particolari del capo (ad es. come quando ci si rade la barba sul collo), intenso dolore alla faccia e al collo, ecc.

Periodo della perdita di coscienza: riferire su durata, presenza di convulsioni, colore della cute, tipo di respiro (periodi di apnea o respiro russante), morso della lingua. Di fondamentale importanza la collaborazione delle persone presenti che potranno riferire quello che il paziente non ricorda durante l’episodio.

Momento della ripresa di coscienza:

riferire se c’è stata nausea o vomito, dolore al torace, collo, palpitazioni (indicative di potenziale tachicardia parossistica) , incontinenza di urine o di feci, stato confusionale.

Storia clinica del soggetto: riferire l’eventuale presenza di una cardiopatia, o di malattie neurologiche (morbo di Parkinson, epilessia), diabete mellito, assunzione di farmaci anti-ipertensivi, anti-anginosi, anti-aritmici, anti-depressivi e antibiotici.

È importante ricordare che i pazienti che perdono coscienza improvvisamente spesso cadono a terra e in tal modo possono procurarsi ferite o traumi anche di grave entità soprattutto in presenza di corpi contundenti oppure se si assumono farmaci anticoagulanti orali; per tale motivo bisognerà cercare di identificare non solo le cause della sincope ma anche ad eventuali complicanze create in seguito alla sincope stessa (es. traumi cranici).


Cosa fare in attesa dei soccorsi?

I pazienti anziani o affetti da una malattia di cuore devono sempre essere trasportati in un Pronto Soccorso perché possono aver avuto la sincope in relazione al problema cardiaco di cui soffrono, anche se in realtà almeno la metà delle sincopi dei pazienti cardiopatici può avere una causa non cardiaca.

I pazienti giovani e sani nelle cui famiglie non vi siano stati casi di morte improvvisa e che possono facilmente individuare una causa della sincope (ad es. un’emozione, un violento dolore, una posizione prolungata in piedi, magari al caldo, ecc) possono, se non hanno riportato traumi nell’eventuale caduta rivolgersi al proprio medico di famiglia il quale in base all’accaduto deciderà se proporre ulteriori accertamenti.

Per tutti i pazienti che hanno manifestato una sincope o in attesa di soccorsi può giovare qualche minuto di riposo in posizione sdraiata e in luogo confortevole; inoltre se il paziente non ha ripresoo del tutto il normale stato di coscienza può essere utile tenerlo sdraiato sul fianco e con la testa ruotata di lato in modo da prevenire l’aspirazione di materiale gastrico qualora dovesse insorgere un episodio di vomito; non è mai indicato far bere forzatamente (può essere favorito il vomito) né tantomeno zucchero, a meno che il paziente non sia un diabetico noto, magari in terapia insulinica, e quindi si sospetti una crisi ipoglicemica.


Terapia

Oltre a cercare di trattare la causa sottostante (per esempio aritmia, embolia polmonare, infarto ecc.), per la sincope neuromediata è di fondamentale importanza seguire alcune norme comportamentali e solo in alcuni casi di ricorrenza utilizzare farmaci.

Coloro che avvertono i sintomi prima di perdere conoscenza devono cercare di assumere posizione supina per cercare di interrompere il meccanismo riflesso che induce l’ipotensione e quindi la sincope, non è indicato per lo stesso motivo rimanere seduti e mettere la testa in mezzo alle gambe perché tale posizione peggiora il ritorno venoso. Per coloro che hanno manifestato ipotensione ortostatica è opportuna cautela nel cambio di posizione da supino in ortostatismo che deve essere affrontato gradualmente, inoltre possono allenarsi con il “tilt training” ovvero stare in piedi addossati ad una parete per periodi sempre un po’ più lunghi. Nei casi di sincopi situazionali cercare di evitare la situazione che ha indotto l’evento per quanto possibile per cui per esempio cercare di correggere la stipsi se la sincope era avvenuta in seguito al torchio addominale durante la defecazione. Coloro che hanno manifestato ipersensibilità del seno carotideo durante il movimento di torsione del collo dovranno abituarsi a girare le spalle o tutta la persona e solo se tali manovre o l’utilizzo di farmaci dovesse risultare inefficace potrebbero beneficiare del posizionamento di pacemaker. I farmaci maggiormente utilizzati per contrastare le sincopi di natura vaso-vagale resistenti alle misure preventive sono i Beta-bloccanti , gli anti-serotoninergici alcuni antidepressivi, l’hydrofludrocortisone o la proamatina (ha come effetto collaterale di aumentare i valori di pressione arteriosa, grave complicanza sopratutto nei pazienti ipertesi). L’utilizzo di calze elastiche a compressione graduata si è dimostrato essere di qualche utilità per migliorare il ritorno venoso.

[R.R., M.C.]