Secchezza vaginale: i rimedi naturali

È un disturbo molto diffuso, soprattutto dopo i 50 anni. Scopri come risolverlo con alcuni rimedi naturali.



di Ida Macchi

Dopo i 50 anni interessa la metà delle donne perché, complice la fine della vita fertile e la caduta degli estrogeni (gli ormoni sessuali femminili), le mucose diventano più sottili e sensibili e la naturale lubrificazione più scarsa. Ma il problema è molto diffuso a ogni età: stando agli ultimi dati dell’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (AOGOI), ne soffre il 30% delle donne tra i 20 e i 39 anni e il 40% di quelle comprese tra i 40 e i 49 anni, indipendentemente dai livelli ormonali.


Basta un periodo di forte stress o un disagio psicologico perché la secchezza vaginale si faccia strada. A volte, poi, a scatenare l’irritazione sono la biancheria di tessuto sintetico, gli assorbenti igienici interni, la carta igienica profumata, o l’uso di saponi troppo aggressivi. Un disturbo comune, ma facilmente risolvibile. Anche perché, oggi, puoi intervenire efficacemente con i rimedi naturali, da scegliere in base all’età e ai sintomi. Ecco i suggerimenti della dottoressa Mariasandra Aicardi, farmacista.


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ACIDO IALURONICO PER LUBRIFICARE


Se, per colpa della secchezza vaginale, i rapporti sessuali diventano dolorosi, mandando in fumo desiderio e piacere, conviene ricorrere a gel lubrificanti o creme idratanti a base di acido ialuronico.


«Sono indicati sia per le donne under che over 50. Contengono un polimero naturale che, per le sue proprietà igroscopiche, è in grado di mantenere un ambiente umido. Hanno quindi un’azione lenitiva immediata, non alterano il pH vaginale, non ungono, sono compatibili con l’uso del profilattico, possono essere utilizzati anche durante il periodo mestruale e aiutano a riparare eventuali microlesioni», spiega la farmacista. Non solo: garantiscono un’azione idratante e protettiva prolungata e basta applicarle 1 volta ogni 3 giorni.

CALENDULA E PROPOLI CONTRO LE IRRITAZIONI


«Per le giovani donne, soprattutto se la secchezza è associata a bruciore, prurito e irritazione, l’ideale sono i gel a base di calendula, aloe, camomilla o timo: queste piante hanno un effetto lenitivo e idratante e aiutano a proteggere la flora femminile, stimolando le difese naturali », continua la nostra esperta.


«Se ci sono leggere escoriazioni (possibile terreno che facilita l’aggressione di batteri o funghi ) o perdite, meglio orientarsi su creme idratanti a base di propoli o tea tree oil che, oltre a lubrificare, hanno un’azione antisettica e blandamente disinfettante ». Sono compatibili con l’uso del preservativo e vanno utilizzate al bisogno, dopo l’igiene intima e prima del rapporto sessuale, anche per periodi prolungati.

FITOESTROGENI E OMEOPATIA PER LE FORME PIÙ SERIE


Se la secchezza compare dopo la menopausa ed è molto marcata, è bene scegliere gel e creme a base di fitoestrogeni, contenuti in piante come la soia, la cimicifuga racemosa o il cipresso: hanno un’azione simile a quella degli ormoni femminili, ma senza alcun effetto indesiderato.


«Oltre a migliorare la lubrificazione, contribuiscono a restituire elasticità e tonicità alla vagina. In alternativa, si possono utilizzare creme o ovuli omeopatici, altrettanto sicuri e privi di effetti collaterali, che contengono ormoni in dosi infinitesimali come, per esempio, estradiolum D6 che compensa i deficit ormonali e allevia i disturbi provocati dalla loro carenza e placenta suis D6 che stimola l’irrorazione sanguigna periferica, migliorando così la nutrizione dei tessuti», consiglia la dottoressa Aicardi.


Vanno applicati per lunghi periodi, in genere 2 volte al giorno, per almeno due mesi. Poi, 1 volta al giorno e prima di ogni rapporto sessuale.

I VANTAGGI DELLE CREME ORMONALI


«La secchezza vaginale post menopausale può essere affrontata anche con ovuli, compresse, gel e creme vaginali a base di estrogeni», suggerisce la professoressa Rossella Nappi, docente di ostetricia e ginecologia all’Università di Pavia. «Questi ormoni hanno il compito di mantenere il pH vaginale su valori leggermente acidi (intorno a 4,5) e di stimolare le secrezioni, in modo da garantire sempre un buon livello di idratazione.


Inoltre, contrastano l’assottigliamento dei tessuti, esercitando un’azione benefica sull’apparato urinario che, dopo la menopausa, è più esposto alle cistiti. Sono sicuri anche per quelle donne che non possono o non vogliono assumere ormoni: agiscono solo localmente e vengono assorbiti nel sangue in quantità minime, tanto da essere controindicati solo alle donne operate di tumori ormono dipendenti (utero e mammella).


Le ricerche più recenti dimostrano che esercitano un impatto positivo sulla vita sessuale: vanno utilizzati almeno per un anno di fila (2-3 applicazioni a settimana) e poi per cicli, da effettuarsi seguendo un calendario consigliato dal ginecologo».

Articolo pubblicato sul n. 9 di Starbene in edicola dal 16/02/2016

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