Sindrome delle gambe senza riposo: cause e cure
Sei costretta ad alzarti dal letto nel cuore della notte per camminare e calmare il fastidio. È il sintomo tipico di una sindrome tutt’altro che rara. Uno dei maggiori esperti europei ti spiega come intervenire per non avere più il sonno disturbato
È un’agitazione che compare quasi ogni notte, un appuntamento al buio che non c’è modo di evitare. A un certo punto ti alzi dal letto, mossa dall’irresistibile desiderio di muovere le gambe, camminando per casa o arrivando a battere i piedi sul pavimento. No, non è suonato l’allarme antifurto. La frenesia che avverti agli arti inferiori, e che molte donne definiscono quasi un tormento, è causata dalla “sindrome delle gambe senza riposo” (RLS, Restless Legs Syndrome), un disturbo del sistema nervoso centrale caratterizzato appunto dalla necessità di muoversi e camminare nel cuore della notte, spezzando il sonno e non di rado disturbando gli altri.
Eppure la sindrome delle gambe “ballerine” è tutt’altro che rara: ne soffre il 5% della popolazione italiana, con un’incidenza maggiore tra le donne over 40.
Sindrome delle gambe senza riposo: quando si manifesta
Ma in che cosa consiste esattamente e quali sono le cure più nuove ed efficaci per fare riposare le gambe (e te stessa), senza snervanti interruzioni notturne? «La sindrome delle gambe senza riposo si può manifestare in diversi momenti della sera», spiega il professor Mauro Manconi, docente di neurologia all’Università della Svizzera Italiana e direttore del Servizio di Medicina del Sonno dell’Ospedale di Lugano, uno dei due centri di riferimento europei per questa sindrome (l’altro è a Innsbruck).
«Nella maggior parte dei casi il disturbo si manifesta già dopo cena, proprio mentre ci si rilassa in poltrona davanti alla televisione. Oppure compare durante la fase di addormentamento: mentre si cerca di scivolare tra le braccia di Morfeo le gambe vengono assalite da una strana irrequietezza, che passa soltanto quando si comincia a fare quattro passi, come unica soluzione per cercare di acquietarle. Un bisogno quasi impellente che svanisce solo se viene soddisfatto.
Meno frequente, invece, è la comparsa della RLS durante la fase di sonno profondo. È importante sottolineare che, qualunque sia il momento di insorgenza, nell’80% dei casi le persone affette da questo disturbo durante il sonno manifestano dei movimenti a scatto delle gambe, ogni 20-40 secondi: la maggior parte non viene avvertita ma in una piccola percentuale provoca dei microrisvegli o dei veri e propri risvegli notturni, guastando il riposo.
Questi scatti involontari sono documentati dalla polisonnografia, l’esame a cui sottoponiamo tutti i pazienti che lamentano gambe senza riposo. Si tratta di un esame diagnostico che viene eseguito mentre si dorme per monitorare le diversi fasi del sonno e fornire al neurologo un vero e proprio tracciato».
Va, inoltre, detto che nel 30% dei casi l’agitazione motoria si accompagna a sintomi fastidiosi che prendono di mira le gambe come bruciori, crampi, formicolii, prurito e fitte ai polpacci. Tutti fastidi che passano solo con il movimento, ma a quel punto il sonno se n’è andato».
Sindrome delle gambe senza riposo: le cause
Circa le cause della RLS, occorre distinguere tra la forma primaria, in cui si riconosce una componente ereditaria, e la forma secondaria, conseguente cioè a malattie come il deficit di ferro, l’insufficienza renale, il diabete mellito o patologie neurologiche come il Morbo di Parkinson e la sclerosi multipla.
Anche l’assunzione cronica di psicofarmaci, come alcuni antidepressivi e neurolettici, e di farmaci antinausea può portare nei soggetti predisposti alla comparsa della sindrome.
Esiste poi una forma passeggera che colpisce le donne in gravidanza, specie nell’ultimo trimestre. La ricerca sta indagando sulle possibili cause di questa agitazione “da pancione”, tra cui il particolare quadro ormonale e la carenza di ferro e acido folico, il cui fabbisogno giornaliero aumenta nei nove mesi.
Sindrome delle gambe senza riposo: il ruolo della dopamina
Ma che cosa si scatena a livello del sistema nervoso, tale da mettere l’argento vivo alle gambe? «Responsabile dell’agitazione motoria è il cosiddetto sistema dopaminergico, quel complesso di circuiti nervosi che produce e rilascia la dopamina, un neurotrasmettitore importantissimo coinvolto in tante funzioni tra cui il controllo del movimento», risponde il professor Mauro Manconi.
«Verso sera e di notte, si registra un fisiologico calo di dopamina per consentire al corpo di rilassarsi. Ma in alcuni soggetti, per ragioni ancora in parte sconosciute, questo meccanismo è alterato. La prova del nove? Somministrando un farmaco dopaminergico, che aumenta i livelli di dopamina, il paziente sta subito meglio. Per questa ragione, fino a poco tempo fa la prima opzione terapeutica consisteva nel prescrivere farmaci dopamina-agonisti, tesi a potenziare l’azione di questo neurotrasmettitore-chiave nell’assicurare il rilassamento fisico e contrastare l’irrequietezza delle gambe.
Tuttavia oggi, benché siano efficaci nel calmare un quadro acuto, questi farmaci sono diventati di seconda scelta nella cura della RLS perché si è visto che, assunti nel lungo termine, possono determinare un effetto-paradosso chiamato augmentation: invece di venire attenuati, i sintomi peggiorano, coinvolgendo nell’ondata frenetica anche le braccia.
Per questa ragione, oggigiorno si prescrivono in prima battuta altre molecole farmacologiche che agiscono da sedativi del sistema nervoso centrale, come il gabapentin e il pregabalin. Se questa terapia non dà i risultati sperati oppure non è ben tollerata dal paziente (tra gli effetti collaterali più comuni, disturbi dell’equilibrio, eccessiva sedazione e aumento di peso), si ritorna a considerare i farmaci dopaminergici a basso dosaggio, osservando il paziente e prestando molta attenzione ai primi segnali di augmentation, il temuto effetto paradosso».
Le cure: oppiacei sì, ma con cautela
Per la sindrome delle gambe senza riposo una terza opzione terapeutica, valutata in caso di insuccesso delle prime due, prevede farmaci appartenente alla classe degli oppiacei (come l’ossicodone), potenti analgesici che tolgono la smania alle gambe ma vanno usati con cautela e a dosaggio molto basso, sia per evitare fenomeni di assuefazione e di dipendenza sia per ridurre gli effetti collaterali: sonnolenza diurna, stipsi, cefalea, gastrite ed eruzioni cutanee.
- LEGGI ANCHE: 5 consigli per un sonno senza spasmi
Fai la tua domanda ai nostri esperti