Sindrome delle gambe senza riposo: 5 consigli per un sonno senza spasmi
A volte le gambe restano sveglie… Per evitarlo, evita di fare attività fisica alla sera. E poi, prima di iniziare qualsiasi terapia farmacologica, controlla i livelli di ferritina nel sangue
Sei costretta ad alzarti dal letto nel cuore della notte per camminare e calmare il fastidio. È il sintomo tipico della sindrome delle gambe senza riposo (RLS), una sindrome tutt’altro che rara. Ecco alcuni consigli per non avere più il sonno disturbato.
5 consigli per un sonno senza spasmi
- 1) Prima di iniziare qualsiasi terapia farmacologica, controlla i livelli di ferritina nel sangue: se sono inferiori a 75 nanogrammi per millilitro (ng/ml), fatti prescrivere dal medico di base un’integrazione di ferro ad hoc.
- 2) Praticare attività fisica alla sera non concilia un sonno di qualità, specie se si tratta di esercizi aerobici con sforzi muscolari notevoli. Meglio praticarla al mattino o nel primo pomeriggio.
- 3) L’abitudine a fare un bagno caldo di sera va abolita. Apparentemente rilassa, in realtà porta a un leggero innalzamento interno della temperatura corporea, che mal si concilia con il riposo. Prima di addormentarsi, infatti, si ha un fisiologico raffreddamento del corpo.
- 4) Se arrivi a casa dal lavoro stressata, non andare a letto subito dopo cena. Cerca di creare una “camera di decompressione” tra l’attività diurna, che ti ha innervosito, e il riposo notturno leggendo un libro, chiacchierando amabilmente, ascoltando della musica o guardando una serie tv che ti piace mentre sorseggi una tisana rilassante.
- 5) Esistono degli apparecchietti di elettrostimolazione per la sindrome delle gambe senza riposo: delle fasce in tessuto avvolgono il polpaccio mentre all’interno due elettrodi, a contatto con la pelle, rilasciano piccoli impulsi a bassa frequenza diretti al nervo surale (coinvolto negli spasmi nervosi delle gambe). Pare che usare l’apparecchietto un’ora prima di andare a dormire, mentre si guarda la Tv, possa alleviare i sintomi.
Gambe tranquille con l’ossigeno-ozono
Anche l’ossigeno-ozonoterapia rappresenta una soluzione naturale per combattare la sindrome delle gambe senza riposo (RLS) ed esistono diversi studi scientifici a conferma della sua efficacia. «Si prelevano da 100 a 150 ml (in base al peso) di sangue dal braccio del paziente e lo si arricchisce con una miscela gassosa di ossigeno e ozono, generata al momento da uno speciale erogatore», spiega il dottor Nicola Branzini, specialista in anestesia e rianimazione con master in ossigeno-ozonoterapia a Vicenza, Brescia e Salò.
«Il sangue arricchito di ossigeno e ozono viene quindi reinfuso attraverso lo stesso accesso venoso e, diffondendosi in tutto l’organismo, arriva anche ai nervi, alle vene e alle arterie delle gambe agendo da potente antinfiammatorio e neutralizzando il danno da radicali liberi che si verifica sempre quando c’è infiammazione. In pratica, sfiamma tutti i nervi che decorrono dall’inguine al piede, ossigena i tessuti e aiuta le arterie a ripristinare i corretti scambi di ossigeno».
Per una completa risoluzione dei sintomi, si fanno tre sedute ravvicinate, poi due volte al mese, poi ogni tre settimane e, infine, una al mese di mantenimento. E i risultati sono assicurati.
La luce che calma l'agitazione
Grande interesse, nella cura della sindrome delle gambe senza riposo (RLS), sta riscontrando la fotobiomodulazione con bande luminose selezionate, in grado di ridurre l’eccitabilità neuronale.
«Secondo la “finestra di Anders” (Juanita Anders, direttrice dell’Istituto di Anatomia e Biologia dell’Università di Bethesda negli Stati Uniti) le lunghezze d’onda più adatte appartengono allo spettro del rosso e del vicino infrarosso, dai 600 ai 980 nanometri», spiega il professor Leonardo Longo, endocrinologo a Firenze, tra i trenta maggior esperti mondiali di laserterapia e fotobiomodulazione secondo l’International Medical Journal.
«È questa, infatti, la luce terapeutica mirata alle giunzioni neuromuscolari, che sono iperreattive “scattando” anche in assenza di stimoli fisici. La luce è diretta alle gambe ed erogata in tre modi: tramite lampade Led, luce pulsata intensa (IPL, Intense Pulsed Light) o con la luce coerente del laser. L’importante è usare una modalità di emissione non continua ma frazionata, che ha per bersaglio le fasce neuromuscolari e neurovascolari degli arti inferiori, perché la RLS è spesso associata a una stasi veno-linfatica che gonfia le gambe e acuisce i sintomi».
Dieci sedute di fotobiomodulazione, come dimostrano gli studi di Juanita Anders, riducono la “ipereccitabilità di membrana”, cioè la tendenza delle cellule nervose a diventare iperattive facendo agitare le gambe di notte. E tutto con un “bagno di luce” indolore, che investe le gambe di tanti flash simili a quelli delle vecchie macchine fotografiche.
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