Gonartrosi: come si cura l’artrosi del ginocchio

Frequente tra gli anziani, la gonartrosi o artrosi del ginocchio è una patologia degenerativa che usura la cartilagine e le strutture intra-articolari, limitando il movimento



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Fra i dolori articolari, la gonartrosi (cioè l’artrosi del ginocchio) è forse il più comune. Si tratta di una malattia degenerativa progressiva che può essere determinata dal naturale invecchiamento dei tessuti, da traumi come fratture o distorsioni oppure dall’usura dovuta all’eccessivo utilizzo, come nel caso degli sportivi o di chi svolge un lavoro pesante.

«A “consumarsi” è la cartilagine articolare, cioè quel sottile strato di protezione che riveste le ossa per ammortizzare i carichi durante il movimento e ridurre gli attriti», spiega il dottor Federico Valli, chirurgo ortopedico, responsabile del gruppo CASCO dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano per la medicina rigenerativa. «Ovviamente, alla degenerazione della cartilagine si associa quella delle strutture intra-articolari, come menischi, legamenti e membrana sinoviale».


Che cos’è la gonartrosi

Il ginocchio è un’articolazione complessa, formata da tre diversi compartimenti: mediale (porzione di articolazione tra femore e tibia, situata nella parte interna del ginocchio), laterale (porzione di articolazione tra femore e tibia, nella parte esterna del ginocchio) e femoro-rotuleo (parte anteriore del ginocchio tra la rotula e il femore).

«La gonartrosi può essere totale, e quindi interessare tutte e tre le regioni, oppure può colpire in modo settoriale, per esempio solo a livello della rotula o localizzandosi nella zona interna oppure esterna del ginocchio», chiarisce l’esperto. «Allo stesso modo, può essere monolaterale oppure coinvolgere entrambe le ginocchia: tutto dipende dalla causa scatenante. Nel caso di un trauma sportivo oppure del vizio posturale di un singolo arto ci può essere l’interessamento di un solo ginocchio, mentre l’invecchiamento fisiologico o il carico articolare dovuto all’obesità possono compromettere entrambi i lati del corpo».


Quali sono i sintomi della gonartrosi

Se inizialmente l’artrosi del ginocchio è spesso asintomatica, man mano che la degenerazione peggiora compare il sintomo principale, ovvero il dolore. «Si tratta di una sofferenza articolare che di solito si manifesta soprattutto dopo uno sforzo intenso o quando il ginocchio viene “stressato”, per cui è più comune a fine giornata», specifica il dottor Valli.

«Spesso si può assistere anche a un versamento articolare, provocato da una produzione sovrabbondante di liquido sinoviale, che provoca gonfiore». È importante non confondere la sintomatologia con quella dell’artrite, provocata non da una degenerazione delle cartilagini, ma da un processo infiammatorio a carico della membrana sinoviale, cioè di quella sottile pellicola che riveste l’interno delle articolazioni e le lubrifica con un liquido filamentoso.

«Un medico esperto è in grado di distinguere fra le due condizioni, che hanno come base comune il dolore ma in forma differente: a grandi linee, nell’artrosi la sofferenza si allevia con il riposo e peggiora con il movimento, mentre nell’artrite avviene esattamente il contrario. In più, nella seconda le articolazioni sono calde al tatto e spesso arrossate, tipici segni di infiammazione».


Come si cura

Alle prime avvisaglie di dolore, è bene sottoporsi a una visita specialistica e le figure mediche più idonee a cui rivolgersi sono ortopedico, fisiatra, medico dello sport o reumatologo, che sanno gestire al meglio le patologie dolorose del ginocchio.

«Prima della visita, è bene chiedere un parere preventivo al medico di base, che potrà prescrivere qualche esame strumentale utile per la diagnosi, come una radiografia sotto carico e una risonanza magnetica, in grado di mostrare l’effettiva degenerazione articolare e caratterizzarla». A quel punto, sono diversi gli interventi possibili, da scegliere in base alla gravità del quadro clinico.

La soluzione chirurgica, che consiste nell’impianto di una protesi di ginocchio (mono-compartimentale o completa), si valuta sempre dopo altri tentativi “conservativi”: il primo step, infatti, si avvale di farmaci (antinfiammatori, antidolorifici) oppure di infiltrazioni (in particolare di acido ialuronico, ma talvolta di cortisone per ridurre l’infiammazione), spesso abbinati a programmi di fisioterapia che da un lato puntano a rinforzare la muscolatura e dall’altro sfruttano speciali apparecchiature, come nel caso della Tecarterapia, dove viene praticato un particolare massaggio tramite un macchinario che stimola la produzione di calore interno al corpo per ridurre il dolore e accelerare la naturale riparazione dei tessuti.


Come fermarla

Queste strategie, insieme a una correzione dello stile di vita per ridurre lo sforzo sulle ginocchia, possono rallentare la progressione della malattia. «Negli ultimi anni, inoltre, si sono rese disponibili nuove terapie di medicina rigenerativa, che consistono nell’utilizzo di fattori di crescita o cellule staminali che, oltre a lubrificare l’articolazione, hanno la funzione di stimolare un processo antinfiammatorio e quindi anti-degradativo con lo stimolo di citochine, interleuchine e altri mediatori cellulari. Siamo agli albori di una rivoluzione e di certo possiamo immaginare una progressiva offerta di soluzioni per mantenere sotto controllo per più tempo la patologia, allontanando il momento di un eventuale impianto di protesi».


Come si previene la gonartrosi

Se il principale fattore di rischio è il trascorrere del tempo, purtroppo inevitabile, ci sono altri elementi su cui possiamo agire per prevenire la gonartrosi. «Fondamentale è tenere sotto controllo il peso corporeo, perché sovrappeso e obesità aumentano il carico sulle articolazioni e ne accelerano la degenerazione», riferisce Valli. «Bisognerebbe evitare anche lo stress articolare, dovuto per esempio a un eccesso di attività sportiva oppure a lavori e posizioni protratte nel tempo che contribuiscono al logorio delle ginocchia.

Viceversa, però, anche la sedentarietà non aiuta, perché può causare un irrigidimento degli arti e un conseguente aumento del dolore al movimento». Pure i traumi, come distorsioni, fratture o lussazioni, possono aprire la strada alla gonartrosi, per cui è bene proteggersi il più possibile da cadute accidentali e incidenti domestici o sportivi. Come? Usando scarpe ammortizzanti o altri dispositivi di protezione durante l’attività fisica per evitare danni alle ginocchia, prestando la massima attenzione durante i movimenti quotidiani, evitando di sollevare pesi eccessivi o di compiere allenamenti troppo intensi senza la dovuta preparazione.


Che differenza c’è tra artrosi e gonartrosi?

L’artrosi può colpire qualsiasi articolazione del corpo, con sintomi che vanno da lievi a invalidanti. Se il termine gonartrosi si riferisce nello specifico al ginocchio, gli altri distretti più interessati dal problema sono anca, colonna vertebrale, dita delle mani e dei piedi.

«La soluzione giusta va sempre trovata in base al grado di compromissione della cartilagine e alle caratteristiche del paziente, che va compreso e valutato nel suo quadro clinico completo», conclude il dottor Valli. «Non esiste terapia che non lo veda protagonista attivo, per cui è fondamentale mantenere alta la motivazione per riconquistare la funzionalità del ginocchio e una buona qualità di vita».


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