Cos’è il platisma, il muscolo che ti dice la salute del tuo collo

Il platisma è un muscolo piatto e sottile come una lamina condiziona la tua postura. Scopri come evitare cedimenti e contratture



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Un muscolo fondamentale per la postura, ma anche per l’aspetto del viso. È il platisma, che si distende sui lati del collo, dalla seconda costola sino alla mandibola. Un muscolo largo e sottile, tanto che prende il nome della parola greca “lastra”. «È atipico perché superficiale, non legato a ossa o altri muscoli ma in diretta connessione con la pelle. Infatti, è la parte residua del muscolo sottocutaneo, presente anche negli altri mammiferi, la cui azione doveva essere quella di scacciare gli insetti molesti», spiega Luca De Martino, fisioterapista e osteopata.

«A causa dei vizi di postura, ma anche dello stress e dell’invecchiamento, il platisma può cedere creando le cosiddette collane di Venere sul collo e il doppio mento, oltre a causare scompensi alla mandibola e, a volte, problemi di deglutizione. Anche la voce può diventare flebile, se la chiusura posturale è intensa», spiega De Martino.


L’autotest allo specchio

Allo specchio, osserva gli angoli della bocca: se sono abbassati, e anche tirati verso i lati, potrebbe trattarsi di un cedimento o di una contrattura del platisma. Così pure se si presenta un’evidente depressione della mandibola. «Chi ha il platisma contratto potrebbe assumere un atteggiamento viziato, con il capo proiettato in avanti, le spalle chiuse e il diaframma limitato nei movimenti. Tutte situazioni che possono indurre mal di schiena», aggiunge De Martino. Ma può anche accadere il contrario, che la cattiva postura influenzi il platisma.

«Ad esempio, l’ipercifosi del tratto dorsale (un po’ di gobba, per intenderci) causa una rettilineizzazione del tratto cervicale, con il collo che perde la curvatura naturale. In altri casi, una lieve forma di scoliosi, non diagnosticata e trattata, può causare sofferenza a questo muscolo», spiega l’esperto.


Come interviene l’osteopata

Se ti accorgi che qualcosa non va, è consigliabile una visita dall’osteopata, che si occupa dei problemi strutturali e meccanici di ossa e muscoli.

«Possiamo intervenire con diversi approcci», aggiunge De Martino. In primis si può lavorare sulla miofascia, il tessuto connettivo che avvolge e sostiene tutto il corpo. «Con il paziente disteso sulla schiena si “stirano” il platisma e i muscoli vicini, allungando quindi la catena muscolare. Poi si può lavorare anche sull’articolazione della mandibola, sia dall’esterno che entrando nel cavo orale, utilizzando delle manovre di rilascio profondo», spiega l’esperto. Infine si può intervenire sul cranio. «Visto che il platisma è innervato dal nervo facciale, possiamo alleggerire la tensione intracranica con delle tecniche di drenaggio tese a decomprimere il nervo e, di conseguenza, il muscolo», commenta Luca De Martino.


Occhio al pc

Guardare a lungo verso il basso mette in tensione il platisma. Quindi, dovresti sistemare il monitor in una posizione il più orizzontale possibile, all’altezza degli occhi. «È un suggerimento valido, in realtà, anche per lo smartphone o quando si legge: usare un leggio o un supporto ci aiuta a non chiedere troppo al nostro corpo che così evita di accumulare tensioni», spiega l’osteopata Luca De Martino.


Gli esercizi da fare a casa

Un aiuto concreto, poi, lo può dare l’esercizio fisico. «Basta eseguire specifiche sequenze di movimento a casa propria. Sono facili ma efficaci, da praticare non solo quando si sente tensione o dolore ma anche come prevenzione», spiega Luca De Martino. 




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