di Oscar Puntel
La dieta mima-digiuno ha prodotto effetti positivi sui malati di sclerosi multipla. Lo dimostra uno studio-pilota condotto su un ristretto numero di pazienti. Presto la sperimentazione verrà replicata su un campione molto più esteso.
La dieta mima-digiuno è un particolare regime alimentare che simula la condizione di digiuno e che è stata messa a punto dal professor Valter Longo dell’University of Southern California e dell'Istituto di Oncologia Molecolare della Fondazione Italiana Ricerca sul Cancro di Milano.
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13 giugno 2016
COS'È LA DIETA MIMA-DIGIUNO
«La dieta mima-digiuno è stata sviluppata per agire contro i meccanismi di invecchiamento del corpo umano», spiega il suo ideatore Valer Longo. «Non è un digiuno radicale e neppure si può considerare una dieta "tipica", perché non è continuativa: va seguita a cicli periodici, che durano 5 giorni (nel caso della sclerosi multipla, sono stati prolungati a 7). La persona assume una serie di alimenti a basso contenuto di proteine e di zuccheri e a relativamente alto contento di certi tipi di grassi».
Quali siano questi ingredienti è ancora presto per saperlo: una società americana li commercializzerà anche in Italia, a partire da settembre 2016. «Di certo – sottolinea Longo – non ci si può improvvisare: il regime alimentare andrà prescritto e sarà disponibile solo sotto stretto controllo medico e nel caso di pazienti affetti da sclerosi multipla anche dal neurologo. Si tratta di combinazioni di nutrienti personalizzate su chi li deve assumere».
COME AGISCE LA DIETA MIMA-DIGIUNO SUL SISTEMA IMMUNITARIO
Da quello che si è osservato, sia negli esperimenti su topi, sia in quelli compiuti sull'uomo, la dieta mima-digiuno agisce sul sistema immunitario. «Durante questo programma alimentare, viene distrutta un'alta percentuale di cellule immunitarie, che sono proprio quelle responsabili della sclerosi multipla», aggiunge Longo.
La sclerosi multipla è una patologia autoimmune, perché il sistema immunitario va ad attaccare e a distruggere qualcosa che appartiene al corpo umano: in questo caso, la mielina, la "guaina di rivestimento" dei neuroni, che permette la corretta trasmissione degli impulsi nel nostro sistema nervoso. I malati di sclerosi multipla (in Italia sono circa 68mila) mostrano difficoltà motorie e sensoriali. In pratica, è come se il nostro sistema di difesa considerasse la mielina qualcosa di estraneo. Ma senza quel rivestimento, gli impulsi nervosi non riescono a viaggiare ed è impossibile per il sistema nervoso elaborare le informazioni che arrivano dall'ambiente esterno e la conseguente risposta motoria.
I CIBI GIUSTI PERMETTONO DI RICOSTRUIRE LA MIELINA
Ma la dieta mima-digiuno ha mostrato anche altro. «Oltre alla distruzione di cellule immunitarie che agiscono sulla mielina, si è visto che questo regime alimentare va ad attivare le cellule staminali del sangue, che danno vita a nuove cellule immunitarie. La loro caratteristica? Non attaccano più la mielina e quindi non hanno più questa funzione auto-immunitaria», precisa Longo.
«Inoltre, il passaggio a una dieta mediterranea, dopo 7 giorni di "mima-digiuno", promuove gli oligodendrociti (cellule speciali che hanno la funzione di foderare di mielina le parti di neurone, lungo le quali corre l'impulso nervoso) a ricostruire la mielina danneggiata. In sintesi, il potere di questa dieta è quello di indurre il corpo a riparare se stesso», chiarisce il ricercatore.
I RISULTATI DEL PRIMO STUDIO PILOTA
«Abbiamo condotto la sperimentazione su un campione di pazienti che è ancora piccolo, appena 48. Ma questo ci ha permesso di giungere ad alcune conclusioni importanti», racconta Longo. «La prima è che questo regime alimentare non presenta effetti tossici, a meno che non vengano assunti altri farmaci, ed è per questo che raccomandiamo il controllo medico. La seconda è che i pazienti con sclerosi multipla hanno ricevuto dei benefici».
Lo studio-pilota ha evidenziato che i pazienti si sentivano bene psicologicamente e fisicamente. E che c'erano miglioramenti significativi anche delle condizioni mediche, rilevate dopo l'esame neurologico.
Valter Longo dell'Ifom di Milano guarda al futuro: «Adesso siamo pronti a partire con una sperimentazione su centinaia di pazienti».