I wearable contro depressione, epilessia e sclerosi multipla

Un progetto di ricerca europeo metterà a punto tecniche di monitoraggio clinico mediante dispositivi portatili e app. Per aver sempre sotto controllo lo stato di salute (ed emotivo) dei pazienti



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Foto: iStock


di Angelo Piemontese


L’uso di dispositivi portatili e app per il monitoraggio remoto dei pazienti sta entrando ormai nella pratica clinica quotidiana. Tra breve anche le persone affette da depressione, epilessia e sclerosi multipla potranno essere seguite in tempo reale e tenute costantemente sotto controllo nell’evoluzione e nei cambiamenti sintomatici della loro malattia comodamente da casa loro. È partito infatti il 26 aprile 2016 il programma di ricerca europeo RADAR-CNS (Remote assessment of disease and relapse Central Nervous System) che ha l’obiettivo di mettere a punto e validare tecniche di monitoraggio clinico mediante dispositivi elettronici indossabili e smartphone per soggetti affetti da queste tre patologie.


LO STATO DI SALUTE DEI PAZIENTI SEMPRE SOTTO CONTROLLO
«La tecnologia attualmente ci permette di raccogliere da remoto semplicemente con l’uso di telefoni cellulari una quantità enorme di dati e con qualità dettagliatissima: abbiamo pensato di sfruttare questa metodologia per potenziare la cura di malattie neurologiche e per migliorare così la qualità della vita dei pazienti» spiega Matthew Hotopf, professore dell’Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience del King’s College London, il centro che coordina il progetto RADAR-CNS.
Depressione, epilessia e sclerosi multipla sono infatti caratterizzate dall’alternarsi di periodi dove i sintomi possono essere tenuti sotto controllo ad altri nei quali avviene un repentino peggioramento e una ricaduta: «Potremo monitorare continuamente lo stato di salute dei pazienti e avere un completo quadro clinico della situazione, riuscendo a intervenire addirittura prima che le loro condizioni peggiorino e cominciare i trattamenti in anticipo alla visita ambulatoriale» continua Hotopf.


IL RUOLO DELL’ITALIA SUL FRONTE SCLEROSI MULTIPLA
Anche l’Italia partecipa al programma con l’Università Vita-Salute San Raffaele e l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano: saranno reclutati 640 pazienti affetti da sclerosi multipla che saranno controllati a domicilio e seguiti nel tempo per vedere come la malattia impatta sulla vita quotidiana.
Il progetto italiano consiste nello sviluppo di dispositivi indossabili che permettano il monitoraggio dell’attività fisica, la quantità e la qualità del movimento, la qualità del sonno e parametri fisiologici come la frequenza cardiaca, la sudorazione e il respiro. «Integrando le diverse misure potremo valutare meglio e nel complesso le condizioni cliniche del paziente durante le normali attività quotidiane e non solo nell’ambito ristretto della visita medica» spiega il professor Giancarlo Comi, primario dell’Unità di Neurologia, Neurofisiologia clinica e Neuroriabilitazione che coordinerà l’attività del team di specialisti internazionali coinvolti nel progetto.


MONITORATO ANCHE LO STATO EMOTIVO
Si testerà inoltre l’utilità dei dispositivi del monitoraggio remoto nel cogliere i possibili cambiamenti dello stato emotivo in pazienti che hanno appena ricevuto la diagnosi di sclerosi multipla. «Valutare l’impatto della diagnosi nella vita quotidiana del paziente è molto difficile e i sintomi depressivi sono infatti spesso sottostimati: riconoscerli in tempo è fondamentale per fornire un trattamento adeguato e per migliorare il supporto al paziente nelle prime fasi di malattia», dice Comi.
Un secondo progetto riguarderà invece l’utilità di questi dispositivi nel fornire dati obiettivi per valutare lo stato clinico e la disabilità del paziente. «Valuteremo la sensibilità di questi strumenti nel cogliere i cambiamenti clinici nel tempo e l’effetto di variabili come la fatica, la depressione e disturbi del sonno sulla disabilità del paziente», precisa il professor Comi.


I PAZIENTI AL CENTRO NEL PROGETTO
Lo studio pone il paziente al centro del percorso terapeutico-assistenziale: infatti nella fase di sviluppo dei devices parteciperanno anche i pazienti ai quali sarà chiesto di esprimere la propria opinione sui diversi dispositivi e sulla loro praticità. Il paziente giocherà quindi un ruolo fondamentale nella “costruzione” del sistema definitivo.
Il progetto RADAR-CNS coinvolge 24 istituti di ricerca europei e riunisce esperti di campi differenti, tra cui ricerca clinica, ingegneria, informatica, tecnologia dell'informazione, analisi dei dati e servizi sanitari. Proprio la collaborazione di esperti in diversi settori consentirà lo sviluppo di dispositivi efficienti e affidabili nella normale pratica clinica. Per il momento saranno utilizzabili solo nell’ambito di questa ricerca ma lo scopo finale è quello di validare una tecnologia applicabile nella normale pratica clinica quotidiana in diverse malattie neurologiche e non solo.

26 maggio 2016


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