di Isabella Colombo
Vivere a lungo e in ottima salute è la speranza di tutti. Ma la scienza oggi ci dà gli strumenti perché sia davvero possibile. Uno di questi lo ha messo a punto, dopo un decennio di ricerche, un team italoamericano. Si chiama dieta mima-digiuno. «Già da tempo sono noti gli effetti positivi del digiuno periodico sull’organismo. Ma nella nostra società è difficile accettare l’idea di stare qualche giorno senza cibo. Noi abbiamo trovato la giusta via di mezzo», spiega Valter Longo, direttore dell’Istituto di longevità della University of Southern California e del programma Oncologia & Longevità dall’Istituto di oncologia molecolare della Fondazione italiana per la ricerca sul cancro. «Si tratta di una dieta che imita il digiuno: con il giusto mix di alimenti studiati appositamente si può “ingannare” il cervello e produrre nell’organismo lo stesso effetto benefico di quando non si mangia».
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I benefici per il corpo
Zuccheri e proteine attivano i geni responsabili dell’invecchiamento cellulare. «Ridurli periodicamente al minimo permette di rallentare questo processo e favorire la rigenerazione dei tessuti»,spiega Longo. «In pratica, con il digiuno vengono eliminate le cellule danneggiate del sistema immunitario e di quello nervoso e si stimola la creazione di nuove cellule come durante la crescita. Nelle sperimentazioni abbiamo verificato una diminuzione dell’incidenza dei tumori e dei fattori di rischio coinvolti dell’insorgenza di malattie cardiovascolari, obesità e diabete. Gli effetti sono positivi anche a livello cognitivo e il peso corporeo viene controllato in maniera naturale». Nei topi si è misurato un prolungamento della vita dell’11 per cento. E negli uomini? «Abbinando digiuni periodici a un regime alimentare ottimale si può stimare un aumento dell’aspettativa di vita di una decina di anni con il vantaggio di viverli in condizioni di salute migliori».
Come funziona
La dieta mima-digiuno può essere affrontata solo da persone sane e sotto stretto controllo medico. «Per esempio, non possono seguire questo regime gli anoressici, i diabetici e chi è affetto da alterazioni metaboliche », spiega Mario Mirisola, biologo molecolare e nutrizionista dell’Università di Palermo. «Chi non ha problemi di peso e vuole seguire la dieta mima-digiuno solo come buona pratica per rallentare l’invecchiamento ed evitare malattie degenerative, può seguirla per cinque giorni ogni tre o sei mesi, a seconda dei casi. Chi è obeso, invece, può metterla in pratica anche due volte al mese, sempre sotto controllo medico, fino a raggiungere un peso accettabile. A quel punto, si scende a una volta al mese o anche meno».
Ma cosa si mangia in quei giorni? Alimenti speciali, di supporto, che garantiscono la giusta integrazione di sostanze, e danno l’impressione di mangiare ma per l’organismo hanno lo stesso effetto del digiuno totale. Si tratta di barrette, zuppe, bevande e snack che sono già disponibili negli Stati Uniti e, a breve, lo saranno anche in Italia (l-nutra.com). «Sconsigliamo il fai da te: questo genere di diete sono molto potenti e, quindi, vanno adoperati prodotti già testati clinicamente», raccomanda il nutrizionista Mirisola. «L’ideale, poi, nei giorni che seguonola dieta mima-digiuno, è un’alimentazione vegana con 0,8 grammi di proteine per chilo di peso corporeo, per esempio 40 grammi per una persona di 50 chili. In questo modo, si compensa la carenza di proteine dei giorni di digiuno». Un’alternativa, per chi teme di non riuscire a reggere cinque giorni a stecchetto, è concentrare l’alimentazione in soli due pasti e uno spuntino. «Così, si concedono all’organismo lunghe ore di pausa che inducono un parziale stato di digiuno», conclude l’esperto.
I fan dei pasti saltati
Il digiuno torna periodicamente ad alimentare il dibattito su dieta e salute. Nel 2013, il celebre oncologo Umberto Veronesi pubblicava La dieta del digiuno (Mondadori) in cui spiegava come perdere peso e prevenire le malattie grazie alla restrizione calorica. Poi è stata la volta del best seller inglese Fast diet (Corbaccio) che invitava a mangiare e bere a intermittenza: sazietà per cinque giorni a settimana e stecchetto gli altri due. Anche il nutrizionista Fabio Piccini ha esaltato il potere disintossicante di questa pratica nel manuale La dieta più antica del mondo (Dalai). Sì, proprio la più antica, perché i nostri nonni praticavano il digiuno e si ammalavano meno. E i ricercatori hanno dimostrato che i popoli più longevi sono quelli che prevedono l’astinenza dal cibo nei loro riti religiosi e sociali. Occhio però: anche il digiuno ha effetti collaterali e per questo va seguito dietro la guida di un medico. Il National Health Service britannico, per esempio, ha messo in guardia contro i pericoli di ansia, irritabilità, disidratazione e alitosi.
Articolo pubblicato sul n.31 di Starbene in edicola dal 21/07/2015